ALBERI IN CITTÀ SERVE UN’ALLEANZA TRA ESPERTI PER GESTIRLI MEGLIO
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in Il vivaista

A Firenze tre pini caduti in sette giorni. Ferrini denuncia: "Non mancano strumenti, ma regna la frammentazione. Troppe ideologie, pochi fatti. Serve un’alleanza tra esperti, ora o mai più."
Tre pini crollati in pochi giorni, nella sola Firenze, senza feriti ma con danni materiali, sono bastati a riaccendere una questione che il mondo tecnico non può più rimandare: quella della gestione degli alberi in ambito urbano. A rilanciare con forza il tema è stato il prof. Francesco Ferrini, accademico e divulgatore autorevole in campo arboricolo, che in un recente intervento pubblico ha chiamato a raccolta tutta la filiera di competenze coinvolte – dagli agronomi agli arboricoltori, dai forestali ai fitopatologi, fino a tecnici comunali e funzionari – per costruire finalmente una vera alleanza professionale, operativa, al servizio del verde urbano.
Il suo è un appello schietto, che parte da un dato concreto: alcuni degli alberi crollati erano stati sottoposti a prove di trazione controllata, senza che venissero rilevate criticità strutturali. Un fatto che, a detta dello stesso Ferrini, deve spingere a un’onesta riflessione su quanto realmente conosciamo dei meccanismi di stabilità arborea e su come migliorare la nostra capacità di previsione e prevenzione. La gestione degli alberi in città – dove l'interazione con le persone, le infrastrutture e gli eventi climatici estremi è costante – richiede un salto di qualità. Non solo nei metodi, ma nell’approccio culturale e organizzativo del settore.
Il nodo, secondo Ferrini, non sta tanto nella mancanza di strumenti o tecnologie, ma in una cronica frammentazione: troppi compartimenti stagni tra discipline affini, troppi personalismi e ideologie, troppe parole e poca azione condivisa. Da qui la proposta concreta: creare un database nazionale degli eventi di caduta arborea, accessibile e alimentato da tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati. Un archivio vivo, basato sui dati, per trasformare le emergenze in conoscenza utile e strategica.
Nel dibattito, interviene anche il geologo Iacopo Brogi, che sottolinea il rischio di lasciare campo libero a pressioni emotive o ideologiche da parte dell’opinione pubblica, in assenza di una narrazione competente e autorevole da parte dei tecnici. Un rischio già emerso in occasione di contestazioni a opere infrastrutturali come le tramvie, ostacolate da chi si oppone al taglio di alberature vetuste senza un'analisi oggettiva del rischio e della funzione ecologica residua.
Per il mondo vivaistico e in particolare per chi si occupa di produzione, selezione, fornitura e cura degli alberi destinati all’ambiente urbano, si tratta di una sfida fondamentale. Costruire sinergie tra ricerca, amministrazioni e tecnici sul campo significa, oggi più che mai, garantire la sicurezza urbana e difendere il ruolo stesso dell’albero in città. E questo non può che avvenire a partire da un fronte professionale unito, aggiornato e consapevole della propria responsabilità. Perché senza una vera alleanza scientifica e tecnica, il verde urbano rischia di diventare terreno di scontro, anziché di rigenerazione.
Andrea Vitali