Olio tunisino low cost: allarme speculazioni e rischio frodi per il Made in Italy

Coldiretti e Unaprol denunciano il pericolo per i produttori italiani: necessarie misure di tutela per garantire qualità e trasparenza.
L’invasione di olio d’oliva tunisino venduto a prezzi stracciati sta generando crescenti preoccupazioni tra i produttori italiani. Secondo Coldiretti e Unaprol, nei primi due mesi della campagna olivicola l’Italia è diventata il principale importatore di olio dalla Tunisia, assorbendo un terzo del totale esportato dal Paese africano. Un fenomeno che, complice l’arrivo dell’olio nuovo nazionale, minaccia di destabilizzare il mercato interno, con pesanti ricadute economiche e qualitative per il comparto Made in Italy.
L'impatto del low cost sulle quotazioni italiane
Venduto a meno di 5 euro al litro, l’olio tunisino esercita una pressione al ribasso sul mercato, rischiando di costringere gli olivicoltori italiani a svendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione. Una concorrenza che Coldiretti e Unaprol definiscono sleale, soprattutto considerando che l’olio italiano vanta standard qualitativi molto più elevati, oltre a essere sottoposto a rigidi controlli su pesticidi e norme lavorative, a differenza di quanto avviene in Tunisia.
L’accordo UE-Tunisia, che consente l’importazione annuale di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva senza dazi doganali, sta ulteriormente aggravando la situazione. «Per proteggere gli olivicoltori italiani è necessario rivedere questo accordo, limitandone l’applicazione al periodo tra aprile e settembre, evitando così la sovrapposizione con l’arrivo dell’olio nuovo nazionale», sottolinea David Granieri, presidente di Unaprol.
Rischio frodi e necessità di tracciabilità
L’olio low cost di provenienza straniera alimenta anche il rischio di frodi, con prodotti esteri che vengono spacciati per italiani sul mercato. Coldiretti e Unaprol chiedono l’adozione di un sistema europeo unico per la registrazione e la tracciabilità telematica dell’olio extravergine, per garantire la massima trasparenza lungo tutta la filiera produttiva. Una proposta inviata anche al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.
Il patrimonio unico dell’olivicoltura italiana
L’Italia, con circa 400mila aziende agricole attive e 250 milioni di piante di ulivo, rappresenta un punto di riferimento mondiale per qualità e biodiversità. Il nostro Paese vanta ben 43 oli Dop e 7 Igp, che ne fanno il leader europeo per il numero di denominazioni riconosciute. Tuttavia, questa eccellenza rischia di essere compromessa dalla concorrenza sleale di prodotti esteri a basso costo.
Coldiretti ricorda che tutelare il settore dell’olio d’oliva significa preservare non solo un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, ma anche un tesoro culturale, paesaggistico e biologico unico al mondo. Misure urgenti di regolamentazione e trasparenza sono fondamentali per garantire la sostenibilità economica e la qualità di un prodotto simbolo del nostro Paese.
Redazione