Con l’avvio ufficiale della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, l’Italia diventa il primo Paese europeo a tutelare in modo sistematico i boschi più antichi e intatti del suo patrimonio forestale.
In occasione della Giornata internazionale delle foreste del 21 marzo, la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF, in collaborazione con i Corpi e i Servizi forestali regionali, ha annunciato l’avvio operativo della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, istituita con decreto del 5 aprile 2023. Un passo storico per la tutela dei boschi antichi italiani, veri scrigni di biodiversità e memoria ecologica.
I boschi vetusti sono definiti come aree forestali di almeno 10 ettari dove l’assenza di disturbo umano per oltre 60 anni ha permesso il pieno sviluppo degli stadi evolutivi del bosco, dalla rinnovazione alla senescenza, con alberi di grandi dimensioni e un suolo ricco di materia organica. Ad oggi, circa 60 boschi sono già pronti per essere iscritti nella rete, con l’obiettivo di superare i 100 boschi vetusti entro un anno.
Una sezione speciale della rete è dedicata alle 13 Faggete Vetuste UNESCO, già riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità.
Il primo bosco vetusto ufficialmente inserito nella rete è l’abetina di Rosello (Chieti), nella Val di Sangro: 211 ettari di bosco misto dominato dall’abete bianco, con esemplari monumentali di faggio, tasso, cerro, tiglio e molte altre specie autoctone, tra cui il secondo abete bianco più alto d’Italia (59 metri).
Per ulteriori informazioni: www.masaf.it, sezione foreste > boschi vetusti.