Agroalimentare

Dopo l'utlimo incidente mortale di pochi giorni fa nell’Empolese, l’ASL Toscana centro lancia un appello: “Fate della sicurezza una priorità assoluta”

La recente ondata di incidenti sul lavoro che ha colpito il comparto agricolo toscano – in particolare nella zona dell’Empolese – ha spinto i Servizi di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (PISLL) dell’ASL Toscana centro a lanciare un appello che va ben oltre i confini regionali. “Ogni infortunio è evitabile – dichiarano i tecnici del Dipartimento di Prevenzione – la sicurezza deve diventare una priorità assoluta per chi opera in agricoltura”.

Il monito arriva dopo episodi che hanno coinvolto operatori alla guida di trattori agricoli con struttura di protezione antiribaltamento, spesso non utilizzata correttamente. Da qui il richiamo all’obbligo, stabilito dal D.Lgs. 81/08, di indossare sempre la cintura di sicurezza quando si utilizzano questi mezzi: un gesto semplice, ma determinante per evitare esiti fatali in caso di incidente.

“La cintura trattiene l’operatore all’interno della zona protetta del mezzo – ricordano dal PISLL – e rappresenta l’unica barriera efficace contro lo schiacciamento. Senza, anche la cabina più solida può rivelarsi inutile”. Non meno cruciale è la manutenzione puntuale e scrupolosa delle macchine agricole: freni, sterzo, pneumatici, organi di trasmissione e telai di sicurezza devono essere controllati con regolarità.

Il richiamo alla responsabilità riguarda anche le attrezzature a traino: rimorchi, trincia erba, frangizolle e altri strumenti operativi devono essere mantenuti in piena efficienza, con particolare attenzione all’integrità dei dispositivi di protezione e alla stabilità dei carichi.

Dal cuore agricolo della Toscana arriva dunque un messaggio chiaro: la prevenzione in agricoltura è una responsabilità collettiva. Una cultura della sicurezza diffusa e consapevole è indispensabile per proteggere le vite degli operatori e garantire continuità e sostenibilità al sistema agricolo nazionale.

Redazione

Coldiretti e Filiera Italia: bene l’accordo, ma servono garanzie su controlli e reciprocità normativa

Accolto con favore da Coldiretti e Filiera Italia il nuovo accordo tra Unione Europea e Regno Unito che segna un riavvicinamento post-Brexit sul fronte agroalimentare. L’intesa prevede un allineamento dinamico delle regole in ambito veterinario, della pesca, della sicurezza e della mobilità giovanile, mirando alla riduzione delle barriere commerciali che hanno ostacolato le esportazioni dopo l’uscita di Londra dalla Ue. Tuttavia, le due organizzazioni avvertono: «Bene il dialogo, ma non si abbassi la guardia sulla sicurezza alimentare».

Il Regno Unito si conferma infatti un mercato di assoluto rilievo per il Made in Italy agroalimentare, con un export che ha raggiunto nel 2024 il valore record di 4,8 miliardi di euro. In testa alla classifica delle esportazioni italiane c’è il vino, con 875 milioni, seguito dai prodotti dolciari (643 milioni), dai trasformati ortofrutticoli (568 milioni), dalla pasta (468 milioni) e dai salumi (228 milioni). Numeri che dimostrano una forte resilienza della filiera, nonostante le difficoltà burocratiche e doganali introdotte dalla Brexit.

Proprio queste criticità logistiche potrebbero ora essere alleggerite grazie all’intesa, ma Coldiretti e Filiera Italia mettono in guardia sui rischi di un’apertura indiscriminata. In particolare, temono che gli accordi commerciali già stretti da Londra con Paesi come gli Stati Uniti possano facilitare l’ingresso nel mercato comunitario di prodotti non conformi alle normative europee. Il mancato rispetto del principio di reciprocità, avvertono, rischia di tradursi in concorrenza sleale e in una perdita di tutela sia per i produttori europei sia per i consumatori.

La richiesta congiunta è dunque chiara: favorire il commercio, sì, ma senza derogare alla sicurezza e alla tracciabilità alimentare che contraddistinguono la filiera agroalimentare europea.

Redazione

Evento in presenza e online per operatori agricoli e tecnici: focus su adesione, gestione e controlli del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata

Il prossimo giovedì 22 maggio 2025, dalle ore 10.00, si terrà a Roma, presso il centro congressi Forma Spazi di via Cavour 181, un seminario tecnico interamente dedicato agli aggiornamenti normativi e procedurali del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) per l’annualità 2025. L’iniziativa, accessibile anche da remoto su piattaforma Zoom, è promossa da MASAF e Rete Rurale Nazionale nell’ambito della RetePac 2023-2027 (Scheda IS02 – Ambiente) con il sostegno del FEASR. Il seminario è rivolto a agricoltori, consulenti e tecnici del settore agroalimentare interessati a comprendere nel dettaglio come aderire e gestire correttamente il SQNPI, con focus su controllo qualità, strategie fitosanitarie e strumenti digitali. Tra i relatori, esperti di MASAF, ISMEA, Regioni Piemonte e Trentino e i tecnici della piattaforma informatica DXC. 👉 Il seminario è gratuito e aperto sia in presenza che in modalità online. Per tutte le informazioni, il programma completo e per iscriversi, è disponibile la scheda dedicata su FloraViva

Redazione

Lo comunica il Centro Studi di Intesa San Paolo che nel 2024 le esportazioni dei distretti agroalimentari italiani crescono del 7,1%, toccando i 28 miliardi di euro. L’olio traina la performance con un +40,9%. Intesa Sanpaolo sostiene il settore con 2 miliardi di euro.


Il 2024 si chiude con un nuovo traguardo per i distretti agroalimentari italiani, che segnano un record di esportazioni pari a 28 miliardi di euro, in crescita del 7,1% rispetto al 2023. È quanto emerge dal Monitor dei Distretti Agroalimentari di Intesa Sanpaolo, che conferma il ruolo strategico delle filiere italiane nei mercati esteri. La performance del comparto rappresenta il 42,5% dell’intero export agroalimentare nazionale e supera di 1,9 miliardi il risultato dell’anno precedente.

Protagonista indiscussa è la filiera dell’olio, con un incremento del 40,9% a prezzi correnti. Spicca il distretto dell’Olio toscano, che registra una crescita del 43,5%, trainata dall’export verso gli Stati Uniti, primo mercato di sbocco con oltre il 40% delle vendite. Anche l’Olio umbro (+26,5%) e quello del barese (+47,6%) mostrano forti incrementi. Questa filiera si distingue per un’esposizione verso il mercato americano tre volte superiore alla media dei distretti agroalimentari (32,7% contro 12,9%).

Seconda per contributo alla crescita è la filiera della pasta e dolci, con un aumento del 7,8%. Particolarmente significativo il risultato dei Dolci di Alba e Cuneo (+16,5%) e dei Dolci e pasta veronesi (+12,6%). Anche i distretti vitivinicoli segnano un buon andamento, superando i 6,7 miliardi di euro (+4%), con performance brillanti per i Vini del Veronese (+9,2%) e per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+7,3%).

La filiera agricola cresce del 4,7%, trainata dall’Ortofrutta romagnola (+14,9%) e dalle Mele dell’Alto Adige (+18,9%), mentre si registra una flessione per la Nocciola e frutta piemontese (-15,2%). Positivo anche l’andamento delle conserve (+3,5%) e delle carni e salumi (+5,3%), con i Salumi dell’Alto Adige in evidenza (+13,9%).

Il lattiero-caseario segna un +6,1%, grazie soprattutto al Parmense (+31%) e al distretto sardo, che esporta il 72% negli USA. Cresce anche la filiera del caffè (+9,5%), mentre il comparto del riso chiude il 2024 con un lieve calo (-1,7%).

Sul fronte dei mercati, la Germania resta il primo partner commerciale (+6,9%), seguita da Francia (+4,8%) e Stati Uniti (+14,9%), questi ultimi in forte crescita per tutto l’anno, indipendentemente dalle politiche protezionistiche della nuova amministrazione Trump.

Intesa Sanpaolo, con la Direzione Agribusiness, ha supportato il settore con 2 miliardi di euro di erogazioni a medio e lungo termine nel 2024. “Il record dell’export conferma la forza competitiva delle nostre filiere – afferma Massimiliano Cattozzi – e il nostro impegno nel sostenere la transizione green, la digitalizzazione e il ricambio generazionale delle imprese”.

Questo risultato testimonia la resilienza e l’attrattività dei prodotti agroalimentari italiani sui mercati internazionali, nonostante le sfide geopolitiche e commerciali. La diversificazione dei mercati e il posizionamento su segmenti di alta qualità, identitari e sostenibili restano le leve strategiche per il futuro del Made in Italy.

Andrea Vitali 

Il 16 maggio a Palazzo Ducale, Syngenta Italia promuove un incontro con esponenti di Confagricoltura, Parlamento UE, Regione Lombardia e rappresentanti del mondo imprenditoriale agroalimentare.

MANTOVA – Venerdì 16 maggio alle ore 14.30, nell’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale (Piazza Lega Lombarda 1), si svolgerà l’evento “Sostenibilità e Innovazione – Il Futuro dell’agricoltura Italiana”, organizzato da Syngenta Italia in occasione del Food&Science Festival. Un appuntamento di rilievo per il settore agroalimentare, che metterà a confronto istituzioni nazionali ed europee, imprese e stakeholder su pratiche sostenibili e sfide dell’innovazione.

I lavori si apriranno con i saluti di Massimo Scaglia, Amministratore Delegato Syngenta Italia, e Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia. Seguirà una conversazione istituzionale sull’impegno verso la sostenibilità, con la partecipazione dell’on. Luca De Carlo, presidente della 9ª Commissione Agricoltura del Senato, e dell’on. Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Alle 15.25 sarà Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia, a presentare le “Sustainability Priorities” dell’azienda, mentre Matteo Pollini di Orogel illustrerà un caso concreto di sostenibilità nella filiera agroalimentare italiana.

La tavola rotonda delle ore 16.00 offrirà uno sguardo europeo, con interventi di Herbert Dorfmann, membro del Parlamento Europeo e della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Simona Rubbi per CSO Italy, Olivie de Matos, Direttore Generale di CropLife Europe, e Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e del COPA (Comitato delle organizzazioni professionali agricole europee). L’incontro si chiuderà con i saluti finali di Massimo Scaglia alle 16.30.

Redazione