Saràcostituitauna “op ortofrutticolatoscana” per accedereaifinanziamentieuropeidell’ocmfrutta e verdura, e poi saràpresentato un pifdaoltre 6 milionidi euro. Il comparto in Toscana vale l’8% dellaproduzioneagricola, ma cisonospazidicrescitaperchési produce meno del 50% del fabbisognoeppureilterritorioèadatto e i consumatoritoscanisonosensibili al richiamo del km 0.
«Aggregazione» e «pianificazione» sullatoproduzione, «innovazione» e «comunicazione» come leve per approcciaremeglioilmercato e le esigenzedeiconsumatori.
Questi, in sintesi, i fattorichiave per rilanciareilcompartoortofrutticolotoscano, secondoMaurizioTagliazucchi del ConsorzioOridiToscana, che con unarelazionesullo scenario economico e le principalitendenzedeiconsumatori in questosettore ha apertooggi un convegnoall’Hotel Garden Inn diFirenze in cuièstatoillustrato lo schema del progettointegratodifiliera (pif) cheilConsorziopresenterà a ottobrenell’ambito del Programmadisvilupporurale (Psr) dellaRegione e ilpresidenteMassimo Rossetti ha annunciato la volontàdicostituireuna “op (organizzazionediproduttori) ortofrutticolatoscana” per accedereaisostegnifinanziarieuropeiprevisti per l’ocm (organizzazionecomunedimercato) frutta e verdura e dare anchemaggiorevisibilitàunitaria al Consorzio al cospettodell’opinionepubblica. Il pif, come ha spiegatoValerioMarchioni - cheinsieme a Roberto Natalièilconsulentechecura la progettazione e le domandedifinanziamento – coinvolge 13 aziendeproduttrici e comporteràinvestimenti per almeno 6,3 milionidi euro. E, come confermatoanchedalfunzionarioregionaleLucianoZoppi, richiederà la capacitàdirispettare i confinididemarcazionefra i finanziamentiderivantidalPsr (chesonoattribuitiallesingoleaziende in quantopartecipantiall’accordodifilieradietroallacapofilaTirrenofruit) e quelli del regolamentodelleocm, cheriguarderannoinvecegliinvestimenti e le attivitàsvolte in prima persona dallaorganizzazionediproduttori.
Perché i fattoriindicatidaTagliazucchipossonoesseredecisivi? Per capirlobisognariassumere la situazione del settore in Toscana. Con unastimadi 14.000 aziende per 28.000 ettaricoltivati e quasi 220 milionidi euro divaloredellaproduzione, èpariall’8% dellaproduzioneagricola. E’ quindisignificativo, come ha ricordatoZoppi, ma menosviluppatodialtri, e inoltreècaratterizzatodaunabassapresenzadelleorganizzazionidiproduttori, checopronosoltantoil 20% dellaproduzione, mentrenelnord Italia e in granparte del NordEuropacisiattestasupercentualimoltopiùalte. E a renderlomenorilevantediquantopotrebbec’èancheilfattochel’ortofruttatoscana produce menodellametà del fabbisogno. Vengonoinfatticonsumate in Toscanaapprossimativamente 260 milatonnellatediverdura e 120 miladifrutta (senzacontarefruttiche non sonocoltivatidanoi, tipoananas, agrumiecc.), ma la produzionesiferma ad all'incirca 132 milatonnellatediverdura e 59 miladifrutta.
Tuttaviaquesto deficit produttivo del 50% circa puòesserenettamenteridotto, senzaovviamenteaspirare a un’autarchiaortofrutticola. Fra i puntidiforzachefannosperarenelrilancio, come hannospiegatosiaTagliazucchicheRossanoMassai, docentedell’Universitàdi Pisa, la presenzasulterritoriodiareevocate, l’apprezzamentodapartedeiconsumatoritoscanideiprodotti a km 0 dellalororegione e la diversificazioneproduttiva. Costituiscono poi opportunitàdasfruttare, fra le altre, lo sviluppodelladomandasunuovimodellidiconsumo, la riscopertadell’ortofrutta come alimentofunzionale. Ma per cogliere tali opportunitàènecessaria la capacitàdi fare percepireaiconsumatoriilvaloredeiprodotti. E questorichiedeinvestimentiimportantisullacomunicazione. «E’ necessariomettersiinsieme – ha osservatoTagliazucchi – non solo per tagliare i costi, ma anche per investiredipiù».
Tra i fenomenipiùinteressantiemersinelconvegno, un graficochemostra come la diminuzione del consumodiprodottiortofrutticoli del -2,4% medioall’anno in Italia è in corsoda ben prima dellacrisieconomica: vaavantiinfattidal 2000 ad oggi, con ovviamentequalcheoscillazionerispetto al trend. Unatestimonianza, avvaloratadaaltridatirelativi al buonandamentodi determinate famigliediprodottiortofrutticolicari, del fattocheiltagliodellaspesa non dipendetantodalprezzoquantodaaltrifattori, fracuiappuntoilvalorechesidà al prodotto. Un’ulterioreconsiderazionedegnadi nota ècheilprodottoortofrutticolo, per averesuccesso, devemettersi in competizione con glialtriprodottiagroalimentaricheglivengonopreferiti a tavola. Ad esempio i dolci come dessert. Ecco, anchequestaèunasfidachecoinvolge la comunicazione e la capacitàdiveicolarevalori: salutistici, disapore, ecc. ecc.