Spunti su settore primario e informazione agraria al 25° compleanno di Dimensione Agricoltura
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Il 16 dicembre alla festa per i primi 25 anni del mensile di Cia Toscana dibattiti su agricoltura, comunicazione e informazione con Remaschi, Scanavino e Brunelli, Bartoli, Toschi e Pascucci, moderati da Capitani e Benocci. Annunciati corsi di aggiornamento dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con Cia. Un saluto dal ministro Martina. Toccati temi caldi quali i pif, lo stato di attuazione del Psr toscano e la Pac.
Il 25° compleanno di Dimensione Agricoltura, il mensile edito da Cia Toscana, è stato l’occasione per celebrare alcune personalità importanti dell’universo Confederazione italiana agricoltori, ma anche per riflettere sull’informazione e la comunicazione agraria oggi e su alcuni temi di attualità del settore primario, fra i quali lo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale (Psr) toscano e la Pac (Politica agricola comunitaria).
Alla festa per il primo quarto di secolo di vita del periodico diretto da Valentino Vannelli e coordinato dal giornalista Lorenzo Benocci, tenutasi ieri a Firenze in Palazzo Ricasoli, è stato ricordato il primo direttore, Massimo Pacetti, già presidente di Cia regionale e Cia nazionale scomparso nei giorni scorsi, e sono stati proiettati i contributi in video di Ennio Niccolini, il più accreditato al titolo di fondatore di Dimensione Agricoltura secondo Vannelli, e Alessandro Del Carlo, coordinatore dal 2006 al 2015 del periodico. Una testata che è stata registrata da Cia Toscana nel 1991 e di cui sono usciti 310 numeri, che ha una tiratura mensile di 22 mila copie e che dal maggio 2000 può vantare in prima pagina le vignette di Sergio Staino, dalle quali è stato ricavato per questa circostanza celebrativa il libro Campi di satira.
Dopo l’introduzione di Vannelli è stato letto il messaggio di saluto del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che ha sottolineato che «raccontare e valorizzare il mondo agricolo e agroalimentare è un compito importante» e che Dimensione Agricoltura sa svolgerlo.
Nella prima tavola rotonda, moderata dal giornalista Sandro Capitani – che dal 14 gennaio riprenderà su Radio 1 Rai la sua trasmissione “Coltivando il futuro”, dedicata a «comunicare l’agricoltura attraverso i suoi protagonisti e le sue storie» -, ha avuto luogo un confronto fra Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia, e Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana. «Dimensione Agricoltura – ha detto Dino Scanavino – è, tra le pubblicazioni che ci arrivano dal territorio, una di quelle che si leggono tutte. E questo mi pare uno degli obiettivi del giornalismo». Il presidente nazionale di Cia chiede ai giornalisti e ai comunicatori che si occupano di agricoltura di «fare più fatica e non semplificare», e di non dimenticare «l’agricoltura di mezzo fra la zappa e gli agricoltori spaziali», cioè l’agricoltura normale, «quello che fanno davvero gli agricoltori». «Noi – ha concluso – dobbiamo fornire informazioni pre-lavorate meglio, e voi dovreste andare un po’ più a fondo nella polpa vera dell’agricoltura». L’assessore all’agricoltura Marco Remaschi ha sottolineato il valore di «una informazione attenta, capillare e competente», una informazione, come quella di Dimensione Agricoltura, capace di arrivare anche «nei territori periferici» e spiegare agli agricoltori le leggi approvate per loro e al tempo stesso dare un feedback alle istituzioni centrali sulle esigenze e i bisogni del territorio. Remaschi ha evidenziato anche il ruolo dell’informazione sul fronte del «consumo consapevole» e dell’«educazione al gusto». Per Luca Brunelli «l’agricoltura non è così ben comunicata» e «si urlano i concetti, come certo ambientalismo che ha come esito l’opposto di quello che vorrebbero i suoi sostenitori». «Oggi quando si parla di agricoltura e agroalimentare – ha aggiunto Brunelli – o si parla di chef oppure in maniera plateale dei comportamenti anomali (truffe, contraffazioni ecc, ndr). Cerchiamo invece di dare lo stesso peso ai lati positivi, come succede per altri settori economici».
Durante i successivi giri di domande sono stati toccati temi dell’attualità politica del settore primario. Dino Scanavino ha parlato della nuova politica di Cia di valorizzazione anche delle filiere produttori-artigiani-commercianti – oltre all'industria della trasformazione alimentare e ai canali di vendita della grande distribuzione – nel segno di «network di valori» funzionanti come reti di impresa territoriali. «E’ lo sviluppo di una terza via – ha detto Scanavino – tra vendita diretta e grande distribuzione», necessario in quanto la vendita diretta, che in Cia si identifica con il progetto «la spesa in campagna», vale solo il 3% delle vendite agroalimentari, e d’altra parte bisogna organizzare delle filiere in grado di remunerare decentemente anche i produttori. «Credo anch’io nelle reti di impresa – ha detto l’assessore Remaschi – e infatti la Regione Toscana ha lavorato molto con finanziamenti specifici dedicati ai Progetti integrati di filiera (Pif) che stanno dando risposte positive. Questa è una delle strade giuste». Remaschi ha anche parlato dello stato di attuazione del Psr dicendo: «abbiamo cominciato di gran lena la programmazione regionale. Ci bacchettano di essere in ritardo sulla programmazione 2014-2020. Ma ieri abbiamo fatto il conto: abbiamo già allocato i 2/3 delle risorse disponibili nell’intero periodo, cioè 620 milioni di euro su 960: sono quasi finiti. La preoccupazione è quindi per il fatto che le risorse sono poche. Ad esempio per il bando Giovani, da 20 milioni di euro, sono state fatte domande da 100 milioni», per cui molti non potranno essere accontentati. «A febbraio - ha infine annunciato Remaschi – avremo un incontro con la Commissione europea per una riprogrammazione». Sui giovani Luca Brunelli ha sostenuto che «la scelta di avvicinarsi al mondo dell’agricoltura deve essere reale, perché l’agricoltura non fa sconti», ma i giovani capiscono bene, meglio dei più anziani certi concetti, come il fatto che l’attività dell’agricoltore deve comprendere anche la vendita: «c’è la produzione e c’è anche la vendita». «In Toscana – ha continuato – fra primo e secondo bando Giovani ci sono 2 mila nuovi imprenditori, perché le aziende sono state avviate, al di là che poi abbiano ricevuto o meno i finanziamenti». Brunelli ha parlato, fra l’altro, del calo di produzione dell’olio a causa della mosca olearia: «abbiamo una produzione molto più bassa di quella necessaria per stare sui mercati». Infine Scanavino ha accennato all’esigenza di eliminare dalla Pac, la cui nuova fase post 2020 incomincerà ad essere discussa dal Commissario Hogan entro il 2017, «i mostri burocratici che frenano gli agricoltori, quali il greening, le rotazioni e altre complicazioni inutili» (vedi anche nostra intervista).
Nella seconda tavola rotonda, moderata da Lorenzo Benocci, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Carlo Bartoli ha ammesso che «l’agricoltura è storicamente sottodimensionata» nell’informazione generalista: «se ne parla poco, senza scavare, limitandosi agli incontri istituzionali» oppure, «come mi è capitato tante volte, in occasione di eventi negativi». L’Ordine dei giornalisti, ha spiegato Bartoli, ha già organizzato alcuni momenti di aggiornamento professionale dedicati all’agricoltura «in maniera episodica, ma faremo qualcosa di più organico anche in collaborazione con Cia». Il prof. Luca Toschi, direttore del Communication Strategies Lab, ha messo in evidenza fra l’altro che «oggi comunicare un’azienda comporta costruire una rete di relazioni intorno ad essa. Molte aziende che visito sono brave a comunicare i loro prodotti, ma sono carenti dal punto di vista delle relazioni di contesto». Per Toschi, in generale, l’agricoltura «dovrebbe lasciare da parte per un attimo i prodotti», perché «il vostro prodotto - ha sostenuto rivolgendosi idealmente agli agricoltori - è la voglia di vivere bene» e «il vero marketing è l’analisi di quei modi di vita e divertimento ed ambienti che sono contrari al vostro business». «Se vogliamo rilanciare l’agricoltura - ha concluso - bisogna lavorare sul modo di immaginare la vita delle persone». Infine il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci ha chiuso i lavori spiegando, fra le altre cose, la scelta della sua organizzazione di «non assecondare il filone della comunicazione facile» dell'agricoltura a costo di perdere qualche titolo sui giornali generalisti. La sfida è per lui cercare di far passare sempre di più nella stampa anche le informazioni serie e difficili riguardanti il mondo dell’agricoltura.
Lorenzo Sandiford