Saccardi nuovo assessore all’agricoltura della Toscana. Prime richieste

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Stefania Saccardi

Il presidente Giani ha scelto Stefania Saccardi (Italia Viva) come vice presidente e assessora all’agricoltura. Brunelli (Cia Toscana) chiede «tempi rapidi per risolvere i problemi più urgenti: emergenza ungulati, eccessiva burocrazia, impatto della crisi Covid sui redditi». Neri (Confagricoltura Toscana): «interventi urgenti sui predatori e ungulati con risarcimenti certi e sostenere le imprese verso norme di tutela ambientale graduali e sostenibili». Due giorni fa Coldiretti Toscana aveva chiesto al Consiglio regionale «l'istituzione dell'assessorato agroalimentare», più centrato sulle intere filiere, e sottolineato che in Toscana la Covid ha causato un calo del 37% del fatturato agroalimentare, con florovivaismo, agriturismo e lattiero-caseario a -80% nei tre mesi più bui.


Un’assessora all’agricoltura che è anche vice presidente della Regione e che milita nelle forze di Italia Viva, lo stesso partito della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova. E che per di più ha molta esperienza politica, anche se non in particolare nel settore agricolo.
Può essere inquadrata così, nell’ottica agricola di Floraviva, la scelta del neo presidente della Regione Toscana Eugenio Giani di puntare su Stefania Saccardi per la vice presidenza e per l’assessorato «all’agro-alimentare, alla caccia e alla pesca». Del 1960, avvocata, è considerata una renziana fedelissima, ma anche capace di non farsi schiacciare dalla personalità di Matteo Renzi e di tenergli testa quando serve, come ha osservato oggi il Corriere Fiorentino. A lei vanno, specifica il comunicato stampa della Regione, «le deleghe all’agricoltura, con il sostegno alle imprese e alle produzioni agricole e zootecniche, lo sviluppo rurale, le foreste, la caccia, pesca e agriturismo e le politiche per la montagna, Toscana diffusa: aree interne».
Così descriveva sé stessa nel suo sito web in vista delle elezioni regionali: «sono stata vicepresidente di Avvocatura Indipendente, vicesindaco a Campi Bisenzio e assessore al lavoro alla provincia di Firenze. Successivamente, sono stata eletta in Consiglio comunale a Firenze, nella lista del PD, ho ricoperto il ruolo di vicesindaco e di assessore al welfare. Welfare e salute sono sempre state le mie priorità, sono stata presidente della Società della Salute di Firenze e, dal 2013 al 2015, vicepresidente della Regione Toscana, per poi essere riconfermata assessore regionale al Diritto alla salute, al welfare e all’integrazione socio-sanitaria nella decima legislatura».
Come hanno reagito alla notizia le associazioni di categoria agricole, con quali richieste? 
Il presidente di Cia Toscana Luca Brunelli ha chiesto innanzi tutto: «operatività e tempi rapidi per risolvere i problemi più urgenti dell’agricoltura toscana, dall’emergenza ungulati, all’eccessiva burocrazia, al reddito della aziende agricole aggravato dalla crisi Covid». A tal fine, oltre a congratularsi con la neo assessora Saccardi e a farle gli auguri di buon lavoro, come al resto della Giunta e a tutto il Consiglio regionale, ha manifestato la propria disponibilità alla concertazione. «C’è bisogno di tavoli di confronto, di un dialogo costante e propositivo con il mondo associativo e con chi è in prima linea in un settore come l’agricoltura – ha sostenuto Brunelli - che vale molto di più del semplice dato del Pil della Toscana, se pensiamo al paesaggio e ai prodotti agroalimentari della Toscana un vero motore per tutta l’economia turistica; alla tutela ambientale grazie alla presenza degli agricoltori nelle aree rurali, fondamentale per la salvaguardia del territorio e per prevenire il dissesto idrogeologico; senza dimenticare il ruolo sociale e dei servizi nelle aree cosiddette periferiche». Inoltre ha sintetizzato tutta una serie di miglioramenti procedurali e amministrativi a suo parere indispensabili per facilitare l’attività imprenditoriale degli agricoltori.
Anche per il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri tra le richieste più urgenti vi sono la semplificazione dei processi amministrativi e la riduzione della burocrazia, insieme «ad un intervento urgente ed efficace contro i predatori e gli ungulati, diventati  ingestibili in molte zone della Toscana, che mettono a rischio intere colture oltre che la sostenibilità economica delle produzioni e la sicurezza pubblica. Chiediamo inoltre  un risarcimento certo per le imprese agricole, senza che sia vincolato a onerose e poco efficaci misure di prevenzione come le recinzioni chilometriche». «Auguriamo buon lavoro alla nuova Giunta regionale, in particolare alla nuova assessora all’Agricoltura, Stefania Saccardi – ha dichiarato Neri -. Adesso rimbocchiamoci le maniche per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole e tutelare l’occupazione. Noi faremo il possibile per portare su ogni tavolo istituzionale le istanze del settore e risollevarlo da questa crisi». Tra le priorità, il futuro Piano di sviluppo rurale e la fase di negoziazione della nuova Pac, che dovranno «vedere la Regione in prima linea per sostenere le imprese e adeguare gradualmente le nuove politiche di tutela dell’ambiente e dei consumatori per concedere alle attività il tempo di adeguarsi».
Coldiretti Toscana con il presidente Fabrizio Filippi si è rivolta due giorni fa al nuovo Consiglio regionale chiedendo l’istituzione di un «assessorato dell’agroalimentare», per «mettere in atto e finanziare politiche incentivanti non solo per i singoli settori, ma anche tra i singoli settori, dalla produzione alla trasformazione, dalle attività economiche e produttive di filiera al turismo, fino alla grande distribuzione». «Il valore aggiunto di agricoltura e agroalimentare è pari a 3,5 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi (pari al 65%) prodotti dalla sola agricoltura, con l’export regionale del Made in Toscana che supera i 2,5 miliardi – ha sottolineato Coldiretti –, un patrimonio da promuovere anche attraverso il ricambio generazionale in agricoltura, realizzando modelli agricoli sostenibili e inclusivi, creando filiere corte e lunghe». «In Toscana il fatturato è diminuito di oltre il 37% rispetto all’anno precedente, una perdita secca superiore al dato nazionale di quasi 10 punti percentuali – ha denunciato Coldiretti con riferimento all’impatto dell’emergenza Covid-19 -. Ciò significa che le nostre imprese agricole hanno subito più che in altre regioni i gravi effetti economici indiretti della pandemia, con numeri da profondo rosso per il settore florovivaistico, l’agriturismo e il comparto lattiero-caseario che hanno perso oltre l’80% del fatturato in 3 mesi».

Lorenzo Sandiford