Il ministro Catania: il “pacchetto qualità” europeo rafforzerà la tutela delle nostre Dop e Igp in Ue, fuori ci vuole più attenzione sui marchi
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A Firenze insieme a De Castro, presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, per un incontro dell’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche (Aicig), il ministro ha anche ricordato di aver temporaneamente modificato il disciplinare del Parmigiano Reggiano Dop per salvare le forme non danneggiate dal terremoto.
Con un giro d’affari di quasi 6 miliardi di euro alla produzione e di poco meno di 10 miliardi al consumo (di cui oltre 7 sul mercato nazionale) e con circa 2 miliardi di euro di export – tutti dati in crescita (fonte Qualivita – Ismea 2011) -, i prodotti agroalimentari italiani a denominazione protetta (Dop e Igp) godono di buona salute. E, come afferma il presidente dell’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche (Aicig) Giuseppe Liberatore, sono «la punta di diamante» di un settore agroalimentare di qualità.
Tuttavia non mancano i problemi. Tanto più in questi giorni in cui ai grattacapi del fenomeno dell’Italian sounding, cioè dei tanti prodotti che sembrano italiani - ma sono in realtà delle contraffazioni - venduti nei Paesi extraeuropei (per un valore tra il 10 e il 15 per cento della produzione agroalimentare italiana), si sono aggiunti i danni del terremoto in Emilia Romagna a uno dei nostri prodotti più conosciuti, il Parmigiano Reggiano Dop.
Come far fronte a tali difficoltà per le nostre imprese del settore? Alcune risposte le ha fornite oggi alla stampa a Firenze il ministro delle politiche agricole e alimentari Mario Catania in apertura di un incontro sul tema “1992-2012 Vent’anni di sistema comunitario Dop e Igp: bilanci e prospettive future” organizzato a Palazzo Vecchio da Aicig. Appuntamento che lo ha visto poi impegnato in un faccia a faccia con il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro.
Riguardo al caso delle forme di Parmigiano crollate nei magazzini in seguito alle scosse del terremoto, il ministro ha detto che «dobbiamo lavorarci e lavorarci tempestivamente. Già oggi abbiamo adottato un primo provvedimento: in sostanza consentiremo di trasferire tutte le forme che erano nei magazzini danneggiati fuori dalla zona di produzione. Questo non sarebbe stato consentito dal disciplinare è un punto chiave nel sistema delle Dop, ma abbiamo chiesto e ottenuto l’accordo della Commissione europea e quindi gli operatori potranno procedere in questo senso. Poi dovremo affrontare più a tutto tondo il problema dei danni, il problema delle ricadute negative sulle imprese coinvolte».
Passando poi al capitolo “italian sounding”, Mario Catania ha affermato: «Questa è una battaglia che portiamo avanti da trent’anni e che non è finita e che continuerà in forme sempre nuove in situazioni sempre nuove. In Europa il quadro che abbiamo raggiunto è abbastanza positivo. Abbiamo una regolamentazione di tutela abbastanza efficace, ma stiamo cercando di migliorarla adesso con la nuova stesura del regolamento qualità che approveremo probabilmente nel giro di pochi mesi. Ne parleremo anche oggi. E’ un punto importante. Rafforzerà ancora di più la tutela in Europa. Fuori dall’Europa il discorso è molto più complesso. Bisogna avere molta pazienza, lavorare a fondo attraverso accordi bilaterali con i Paesi terzi per la tutela delle denominazioni protette e attraverso anche, dove possibile, la registrazione dei nostri marchi e delle nostre denominazioni in base alle normative dei Paesi terzi in questione».
L’importanza delle norme del “pacchetto qualità” a cui stanno lavorando Parlamento e Commissione europei è stata confermata da Paolo De Castro, che ha precisato: «riguardano il maggior ruolo e forza ai consorzi di tutela. In particolare una norma è fondamentale per l’Italia e per tutta l’Europa. E’ la norma “ex officio” che obbliga gli Stati membri a ritirare il prodotto dal mercato quando c’è un prodotto copiato o qualcuno che usurpa un nome. Fino a ieri gli Stati dichiaravano che c’era il problema, ma non erano obbligati a ritirarlo dal mercato. La norma ex officio è una delle norme più qualificanti del pacchetto qualità che ci auguriamo di votare presto. Poi c’è anche l’estensione votata dal Parlamento europeo ai prosciutti di ciò che abbiamo portato a casa per i formaggi: la programmazione produttiva e tante altre cose».
L’Aicig accoglie oltre un quinto dei consorzi di tutela di Dop (Denominazioni di origine protetta) e Igp (Indicazioni geografiche protette) riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole e rappresenta in valore oltre il 90% delle produzioni agroalimentari tutelate italiane, che sono le più numerose in Europa: 241 indicazioni geografiche italiane (152 Dop, 89 Igp) su un totale di 1056 (544 Dop, 512 Igp) complessivamente riconosciute in sede comunitaria (al 7 maggio 2012). Fanno parte di Aicig dunque i consorzi di tutela dei prodotti enogastronomici italiani più famosi nel mondo. Tra cui i prosciutti di Parma e San Daniele, i formaggi Parmigiano e Grana Padano, la mozzarella di bufala campana e naturalmente il Chianti Classico.
Lorenzo Sandiford