Floricoltura ligure fra prove di resilienza e innovazione
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All’incontro “Sanremo è floricoltura” uno spaccato del comparto florovivaistico ligure d’interesse nazionale. Gianfranco Croese: «i prezzi delle fronde dal 2019 sono cresciuti dal +15% al +60/70% a seconda delle varietà». Anna Asseretto sul progetto sull’Echeveria da fiore reciso e sul mercato delle piante in vaso. Stefano Alì su come ha innovato la coltivazione di ranuncolo. Andrea Mansuino sull’importanza dell’ibridazione. Paolo di Massa sui «rumors» di riduzioni produttive olandesi del 30% per il caro-energia che potrebbero aprire spazi ai liguri e sul campo sperimentale di lavanda. Il direttore del Mercato dei fiori di Sanremo Barbagelata: nostro fatturato salito del 40% dalla pandemia; ma il presidente di Amaie Gorlero: bolletta elettrica da 35 mila euro di luglio 2021 a 130 mila di luglio 2022. Riccardo Jannone (IRF): avremo laboratorio sulla Xylella e studiamo l’impatto dei cambiamenti climatici sulle piante nei prossimi anni. Marco Savona sulla nuova piattaforma biotecnologica del CREA OF di Sanremo e sulle vie della sostenibilità in floricoltura. Il presidente del Distretto florovivaistico della Liguria De Michelis sull’attuale impossibilità di fare totalmente a meno della chimica.
«La floricoltura non è assolutamente finita. Me lo dicono da quando sono bambino, ma io vedo ancora un lungo percorso: per renderlo più solido dobbiamo fare qualcosa di diverso da quanto abbiamo fatto fino a ieri, con scelte coraggiose».
Con questa dichiarazione finale nel segno del bicchiere mezzo pieno del sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, noto imprenditore del settore florovivaistico, si è concluso l’incontro “Sanremo è floricoltura – workshop sul presente e il futuro del fiore alla luce delle nuove sfide economiche ed ambientali” tenutosi lunedì scorso al Museo Civico di Sanremo con diretta streaming. Un appuntamento articolato in una prima parte di testimonianze di aziende del settore floricolo ligure e in particolare della provincia di Imperia, in un focus sul mercato dei fiori di Sanremo, in una finestra sui principali soggetti deputati alla ricerca e alla sperimentazione (l’IRF – Istituto Regionale per la Floricoltura e il CREA Orticoltura e Florovivaismo di Sanremo) e in una tavola rotonda finale. Ecco alcuni dei temi emersi durante l’incontro d’interesse non strettamente ligure.
Cinque testimonianze aziendali dalla provincia di Imperia
Ad aprire le testimonianze delle imprese florovivaistiche di Sanremo è stato Gianfranco Croese di Florcoop Sanremo, che ha oggi più di 1500 soci e 130 dipendenti, 18 ettari coltivati direttamente, 15 mila mq dedicati alla logistica. Una realtà economica che nel 2021 ha raggiunto un fatturato di 28,3 milioni di euro così ripartito: 18,3 mln per fiori e fronde, 4,9 mln per le piante in vaso, 4,3 mln per mezzi tecnici per l’agricoltura e il resto per agroalimentare e altro.
Croese, dopo aver sinteticamente ricordato come nacque la cooperativa e i suoi dati principali, ha parlato della “riscoperta delle fronde” scattando una fotografia dell’evoluzione di questo comparto dal 2019 a oggi (30 di settembre 2022), con riferimento in particolare alle quantità e i prezzi delle varietà principali per la sua cooperativa. «Buona parte del nostro fatturato – ha esordito – è dato proprio dalle fronde». I prodotti principali sono Eucalyptus cinerea, Eucalyptus parvifolia, Eucalyptus stuartiana, Ginestra, Ruscus, Pittosforo e la Mimosa. «Questi prodotti – ha reso noto Croese – dal 2019 a oggi hanno avuto un incremento di prezzo dal +15% al +60/70% e per la quantità abbiamo avuto una notevole richiesta ma l’andamento è stato meno lineare per la difficoltà del reperimento del prodotto, perché la richiesta è sempre molto forte, ma in base alla reperibilità non sempre si riesce ad assolvere alla domanda. E i prezzi sono la prova dell’alta domanda».
Croese si è poi soffermato sulla questione dell’età media alta dei produttori e di come sono intervenuti per favorire il ricambio generazionale dei soci attirando nuove leve fra i giovani in cerca di lavoro. Grazie anche a misure ad hoc del Psr dal 2018 a oggi c’è stata una lieve tendenza al miglioramento con l’insediamento di diversi giovani. Croese ha poi descritto le modalità di istruzione (tramite coppie tecnico - floricoltore esperto) dei nuovi soci per favorire una produzione il più possibile di qualità e uniforme all’interno della cooperativa. Infine, ha anticipato che sul fronte dello sviluppo, c’è un progetto riguardante la coltivazione di piante in vaso per il fiore reciso di Viburno opulus (palla di neve) che prevede la programmazione di protocolli di condizionamento per mezzo di stress caldo/freddo al fine di anticipare la produzione. «Stiamo cercando di anticipare la raccolta – ha spiegato Croese – in periodi di alta richiesta del mercato», cioè di raggiungere il mercato in momenti in cui la produzione attraverso meccanismi normali non ce la farebbe.
La seconda testimonianza, su “Le succulente in vaso e da reciso”, è stata di Anna Asseretto di AG Sanremo, vivaio specializzato in cactus e succulente, con oltre 200 varietà di piante grasse e un intero settore dedicato alle piante da collezione e i cactus rari. Dopo aver tracciato la storia aziendale e aver ricordato di rappresentare la 4^ generazione dell’impresa familiare ma che è già presente in azienda anche la 5^, ha raccontato che 2 anni fa è stata coinvolta dall’Istituto Regionale per la Floricoltura (IRF) di Sanremo per un progetto sull’Echeveria da fiore reciso, sia per bouquet che per altre composizioni floreali. Il Distretto florovivaistico della Liguria ha seguito la parte commerciale, ha spiegato Anna Asseretto, mentre lei la produzione e l’IRF una ricerca sulla durata del prodotto dopo la raccolta. «L’idea era che i coltivatori seguissero anche questo prodotto che non comporta la pressione di altri prodotti floricoli nel momento della raccolta – ha aggiunto -. Siamo oltre un centinaio di aziende sul territorio della provincia. C’è molta collaborazione fra noi e abbiamo potuto ampliare la produzione sul territorio. Le aziende più grandi esportano in Europa e al di fuori dell’Europa, ma senza l’aiuto di alcuni floricoltori specializzati in alcune varietà particolari non potrebbero farlo. Abbiamo una collaborazione con programmazione del prodotto sul territorio e questo è un vantaggio importantissimo».
Riguardo all’andamento di mercato, Anna Asseretto ha detto fra l’altro che «quest’anno per il settore delle piante in vaso c’è stato un momento difficile perché è venuta a mancare l’esportazione dell’Olanda, che è nostro cliente importatore, nei paesi dell’Est, a seguito del conflitto. E anche in altre zone hanno ridotto le coltivazioni perché è rimasto molto prodotto invenduto. Questo a primavera, ma poi è arrivato il caldo e il ridotto consumo di acqua per cui le nostre piante sono state ricercate perché hanno meno bisogno di acqua».
Poi è stata la volta del floricoltore Stefano Alì, che ha parlato della sua specializzazione, “Il re dei fiori di Sanremo: il ranuncolo”. Alì ha ricordato come ha trasformato la sua azienda familiare da old style, con 1000 piante a terra da cui se ne raccoglievano 500, in un vivaio con un «sistema di coltivazione tutto in fuori suolo, distaccato da terra, in pochissimo substrato, con limitazione di acqua e pesticidi». Con questi metodi, ha detto, oggi di ranuncoli ne producono molti di più e di maggiore qualità: «conferisco tutta la merce al mercato dei fiori di Sanremo, così mi concentro solo sulla coltivazione e sul portare il prodotto migliore possibile al mercato». Con le nuove tecniche di coltivazione, ha aggiunto Alì, «le irrigazioni si gestiscono col telefono e abbiamo diverse avversità del ranuncolo che possono essere combattute anche con insetti antagonisti o funghi, senza chimica». Insomma è coltivare ranuncoli così è diventato «un lavoro appassionante» e «non solo sacrificio» come un tempo.
È seguita la relazione di Andrea Mansuino, dell’omonima azienda, sul tema “Ibridazione e innovazione varietale: l’importanza della nostra floricoltura”, in cui ha ricordato che la floricoltura italiana e ligure sono apprezzate all’estero, tant’è che ad esempio è invitato a parlare della ibridazione italiana a un appuntamento internazionale a Bogotà la prossima settimana. «Il miglioramento genetico non arricchisce solo gli ibridatori ma crea economia e sviluppo per tutta la filiera – ha concluso Mansuino dopo aver illustrato un albero genealogico degli ibridatori italiani di garofano -, perché per i produttori avere prodotti innovativi e protetti da brevetti ecc. è fondamentale».
L’ultima testimonianza imprenditoriale è stata di Paolo di Massa, uno dei titolari dell’azienda Diemme Fiori specializzata nell’import-export di piante ornamentali, fiori freschi verdi e freschi recisi e fiori secchi, nonché presidente di Ancef (Associazione nazionale commercianti esportatori di fiori). Il titolo del suo intervento era “Nuovi prodotti, logistica e sostenibilità”. «L’azienda è divisa in due settori – ha detto Paolo di Massa -: un’azienda tradizionale di export e una per la grande distribuzione. La parte export vende i prodotti di Sanremo, che sono ranuncoli, anemoni, fronde, papaveri e molto altro e hanno sempre una presa internazionale incredibile. Si prospetta un inverno positivo, se rispecchia l’estate, ancor più perché ci sono dei rumors secondo i quali in Olanda non verranno piantati i quantitativi di una volta, causa spese esagerate legate ai costi dell’energia (si ipotizza un 30% in meno, se non una riduzione ancora maggiore). Questo potrebbe andare a nostro vantaggio perché producendo in un clima più caldo siamo favoriti. Speriamo che ci sia questa ricaduta positiva in Italia». «Negli ultimi 3, 4 anni – ha aggiunto - abbiamo aggiunto il fiore secco che ci ha dato la possibilità di aumentare i fatturati, di rendere la stagione un po’ più lunga. Fortunatamente i floral designer ritengono interessanti anche le composizioni miste con fiori secchi e fiori freschi». Riguardo alla grande distribuzione, ha detto, «ci siamo concentrati su commercializzare 3 prodotti totalmente naturali: un profumatore alla lavanda, un profumatore alla menta e i mazzi di lavanda secca». Sono bio e in un paio di anni anche il packaging sarà riciclabile nel compostabile. Dopo aver richiamato tutte le azioni intraprese sul fronte della sostenibilità, Paolo di Massa ha parlato anche del lato produzione della sua azienda e della decisione di fare un campo sperimentale di lavanda con l’obiettivo di capire in 3 anni esattamente la resa. Divulgheranno i risultati e, se sarà interessante, realizzeranno un profumatore alla lavanda a km 0. E la lavanda, ha osservato, richiede poca acqua per la lavanda e consente la riqualifica di alcuni terreni in discesa dove potrebbe essere piantata.
Il punto sul mercato dei fiori di Sanremo
Un importante contributo alla filiera del fiore ligure, accanto a quello dei floricoltori e dei commercianti, arriva dal mercato dei fiori di Sanremo. Sullo stato di salute di questo mercato hanno parlato il direttore Franco Barbagelata e Andrea Gorlero, presidente di AMAIE Energia. «Questa mattina del 17 ottobre comincia il periodo dei santi e dei morti e sul plateatico c’erano 2 persone, uno che esponeva la merce e uno che consegnava – ha esordito il direttore Franco Barbagelata -. Quindi il lavoro fatto negli ultimi 20 anni per il deposito fiori è stato fondamentale, perché senza quello ci sarebbe poca floricoltura sul mercato. In questi anni siamo riusciti a creare una rete di servizi, puntando alla qualità del prodotto, alla fatturazione diretta e alla garanzia dei pagamenti, che ci ha permesso di essere competitivi e di riuscire a lavorare con circa 200 articoli sul deposito. E avere un’asta con anemoni e ranuncoli che ci consente di guardare al futuro in modo positivo». «I dati – ha proseguito Barbagelata – sono incoraggianti: dagli anni della pandemia a oggi abbiamo aumentato il nostro fatturato del 40% arrivando a 10 milioni di euro di fatturato. Abbiamo passato un’estate positiva, con aumento delle vendite e abbiamo ora un autunno che si sta prospettando interessante, perché c’è molta richiesta dal mondo del commercio, c’è una buona produzione, c’è un andamento quindi molto positivo, anche se resta l’incognita dei costi, che sono aumentati molto, soprattutto per le aziende piccole. Aumenti che calcoliamo intorno al 30%. La bolletta energetica sta diventando un incubo, come sappiamo anche noi del mercato con i costi dei frigoriferi». In ogni caso, ribadisce, «siamo riusciti a uniformare il mercato: parlo soprattutto dei pagamenti e della qualità dei prodotti», visto che «noi paghiamo a 30 giorni e ogni soggetto che voglia entrare in questo settore del fiore reciso deve stare ai nostri termini se vuole accaparrarsi una quota di mercato». Sul futuro del mercato dei fiori di Sanremo si è espresso invece l’Avv. Andrea Gorlero, che si è soffermato tra l’altro sulle problematiche della struttura mercatale, un edificio di 35 anni, e su quelle dei costi energetici legati ai frigoriferi. «A luglio del 2021 – ha detto – abbiamo pagato 35 mila euro più Iva, quest’anno siamo a 130 mila euro al mese e a settembre siamo scesi a 95 mila. A questi livelli di costi non si regge. Tanto è vero che nel piano che stiamo presentando ipotizziamo un intervento fotovoltaico di 1300 kw, altrimenti non ci si fa». E per il futuro saranno necessari investimenti cospicui sulla struttura che necessiteranno del supporto pubblico e quindi del PNRR: «dove noi contiamo di partecipare a 3 bandi – ha precisato Gorlero –, oltre a quello del sisma bonus».
Strutture per la ricerca in floricoltura
Riccardo Jannone, direttore reggente dell’Istituto Regionale per la Floricoltura (IRF), che promuove, realizza e coordina le attività di ricerca e sperimentazione nel comparto floricolo ligure, ha innanzi tutto illustrato la storia e le funzioni dell’IRF, fra le quali in primo piano l’attività diagnostica e di micropropagazione. A questo proposito, ha annunciato che è stato «attivato il percorso per diventare laboratorio certificato sulla Xylella».
Sul fronte del PNRR, l’IRF ha presentato domande di finanziamenti per il recupero di varietà storiche di margherite da taglio e di lavanda. Inoltre sarà presentato nei prossimi giorni un progetto sulla sostenibilità, cioè per un’agricoltura di precisione o 4.0 in cui tramite il controllo di software ad hoc si riducono gli input chimici delle coltivazioni e anche la quantità di acqua utilizzata.
Oltre al problema ricorrente della diffusione di organismi patogeni, per contrastare la quale sono cruciali diagnostica e monitoraggio, ha fatto sapere Jannone, si lavorerà alla genetica pensando agli scenari del clima nei prossimi 20 anni: «collaboriamo con un istituto a Savona che fa scenari climatici e lavoriamo con loro per capire su che tipi di specie dovremo puntare nei prossimi anni – ha detto Jannone -. Abbiamo già verificato ad esempio che l’aumento delle temperature ha inciso sull’Eucaliptus cinerea che si è essiccata in qualche caso, cioè le piante non avevano malattia ma sono morte di caldo».
Infine, il dott. Marco Savona, ricercatore del CREA Orticoltura e Florovivaismo di Sanremo intervenuto in sostituzione di Barbara Ruffoni su “La sostenibilità in floricoltura: il ruolo della ricerca”, ha innanzi tutto illustrato come è strutturato il Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo, che ha a livello nazionale 123 dipendenti di cui 31% ricercatori tecnologi e 29% personale tecnico, e quali sono le specializzazioni delle sue 4 sedi, con quello di Sanremo dedicato principalmente allo sviluppo di nuovi materiali genetici attraverso approcci convenzionali e innovativi (biotecnologie, tecniche di evoluzione assistita) per il miglioramento di qualità e produttività, nonché della resistenza/tolleranza agli stress biotici e abiotici; al recupero, mantenimento e valorizzazione di specie e varietà autoctone; all’innovazione di prodotto mediante selezione dei genotipi più adatti a filiere innovative. Nel maggio di quest’anno, ha ricordato Savona, sono stati inaugurati i nuovi laboratori potenziati di biologia molecolare e biochimica e per la coltura di tessuti in vitro del CREA OF di Sanremo: una «piattaforma biotecnologica per implementare la ricerca nel settore della floricoltura e delle aromatiche» (vedi) che è stata illustrata in dettaglio.
Come farà la floricoltura e più in generale l’agricoltura a vincere la sfida della sostenibilità? Le strade sono sostanzialmente due, ha spiegato Savona: a) una floricoltura molto specializzata e tecnologica oppure b) una floricoltura molto “naturale”, cioè biologica. Questo significherà diffondere «tecniche di coltivazione aggiornate e/o naturali», produrre «fiori multifunzionali», «nuove filiere da gestire in modo sostenibile», «recupero degli scarti«» ed «economia circolare». E Savona si è soffermato con un’apposita slide sulle «innovazioni che permettono di coltivare ovunque»: serre con luci LED, idroponica, sensori a controllo da remoto.
L’incontro si è chiuso con una tavola rotonda a cui sono intervenuti, fra gli altri, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, l’assessore all’agricoltura della Regione Liguria Alessandro Piana, il presidente dell’IRF Gianluca Boeri e il presidente del Distretto florovivaistico della Liguria Luca De Michelis. Quest’ultimo, con riferimento alle politiche europee del Green Deal, ha detto che gli agricoltori e i floricoltori avranno necessità di sostegno, perché pur essendo abbastanza avanti sulla via della sostenibilità hanno ancora bisogno di un po’ di chimica. Farne completamente a meno sarebbe «come andare in guerra con la racchetta da tennis».
Lorenzo Sandiford