FloraFirenze: nel parco delle Cascine lo spettacolo del verde fiorito italiano
-
in Servizi
Dal 30 aprile all’11 maggio, nell’ippodromo delle Mulina per FloraFirenze, una grande esposizione di allestimenti verdi e floreali e di prodotti florovivaistici rigorosamente made in Italy per riflettere sulle varie declinazioni del giardino. Un evento spettacolare per il piacere di chi ama fiori, piante e giardinaggio. Unico spazio internazionale, “il bosco dell’arte” dedicato alla Land Art in chiave eco. Nel “Padiglione delle collezioni” e nel “Giardino bonsai” in evidenza alcuni nomi noti del florovivaismo di Pistoia e di Pescia.
«E’ un ritorno alle origini, FloraFirenze significa riportare a casa in chiave contemporanea quello che è nato qua. Ho visto il rendering dell’allestimento e sono rimasta molto colpita: non vedo l’ora di andare a vederlo dal vivo perché sono convinta che sarà un percorso emozionante». Con queste parole Alessia Bettini, assessore all’ambiente e al decoro urbano del comune di Firenze, ha aperto la conferenza stampa di presentazione della mostra-spettacolo di piante e fiori nata da una costola di EuroFlora, la storica manifestazione internazionale organizzata dalla fiera di Genova, che si svolgerà all’ippodromo delle Mulina nel Parco delle Cascine di Firenze dal 30 aprile all’11 maggio (orario 8,30-18,30, biglietto intero 20 euro, dai 6 ai 14 anni 12 euro, fino a 5 anni gratis) coinvolgendo 400 imprese. Un evento aperto al grande pubblico (sono attesi 400 mila visitatori) che si preannuncia mozzafiato e in cui la natura si farà arte, riprendendo il claim di FloraFirenze, in un percorso di 5 km articolato su 120 mila mq, con alternanza di aree aperte e coperte, attraverso allestimenti di giardini del passato e del presente, ricostruzioni di microclimi esotici, milioni di piante e fiori, rarissime collezioni botaniche, esibizioni e prove competitive dei migliori maestri floreali italiani, stand di florovivaisti del nostro Paese e installazioni di alcuni dei più importanti land artists europei a creare un suggestivo «bosco dell’arte» tra gli alberi delle Cascine.
Sì, un ritorno alle origini, non solo perché, come ha ricordato Franco Scaramuzzi, presidente emerito dell’Accademia dei Georgofili (partner di FloraFirenze), «nomina sunt consequentia rerum e Firenze deriva da Florentia», per cui è la «città del fiore», oppure, ancor più significativamente, perché «in tutto il Rinascimento a Firenze vi è stato grande interesse verso la coltura e cultura dei fiori» e la città è diventata «un centro di eccellenza per la raccolta di piante ornamentali anche esotiche, per la loro descrizione e per la loro diffusione», come testimoniato ancora oggi dalle ville medicee, in seno alle quali è nato fra l'altro il giardino all’italiana.
Ma soprattutto perché nell’Ottocento Firenze inaugurò, per volontà dei Savoia, la prima vera manifestazione in cui arte visuale e florovivaismo vennero celebrate insieme come unica ed organica espressione di bellezza, inventando così il concetto stesso di «floralies». Per iniziativa della Società Toscana di Orticultura, filiazione dell’Accademia dei Georgofili, migliaia di piante rare e all’epoca assai esotiche vennero infatti esposte insieme ai maggiori artisti del momento, quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Giovanni Segantini. E, come ha sottolineato l’ideatore e presidente di FloraFirenze Giorgio Ricchetti, mente creativa di alcune edizioni di EuroFlora, questa manifestazione «non è una mostra di fiori, semmai cento mostre di fiori messe insieme, perché noi presentiamo un panorama trasversale di tutto il florovivaismo italiano». E perché «di mostre ce ne sono cento al mese nel mondo, ma di floralies – ha sostenuto Ricchetti – ne sono previste 3 nei prossimi cinque anni». Vale a dire, nella sua sintesi, il Chelsea Flower Show, che «è la più importante ed è dedicata al giardino, prevalentemente il giardino di casa»; Floralies Internationales di Nantes, che rappresenta il mercato florovivaistico europeo ed «è più commerciale»; ed EuroFlora di Genova, in cui «il fiore viene presentato prevalentemente come esemplare unico, come prodotto di eccellenza» e «attraverso la realizzazione di scenografie di taglio cinematografico».
E adesso c’è FloraFirenze, che «affronta un’ulteriore evoluzione dello spettacolo del fiore – ha detto Ricchetti -, puntando sul giardino, cioè sulla natura costruita dall’uomo, ripercorrendo le tappe fondamentali, dal giardino all’italiana a quello barocco, dal giardino roccioso a quello informale. Tali tipologie sono illustrate in un percorso dove lo spettatore è immerso di volta in volta in un ambiente ricco di biodiversità». «In totale accordo con EuroFlora – ha spiegato Ricchetti – ho deciso di portare la manifestazione a Firenze per non far passare troppo tempo fra un’edizione e l’altra» (la fiera genovese ha cadenza quinquennale e l'ultima è stata nel 2011) e per prendere al volo il treno dell’Expo di Milano, presentando il florovivaismo italiano agli stranieri calamitati quest’anno dal nostro Paese. «La sede di Firenze è stata una scelta quasi obbligata – ha continuato – perché è la madre del giardino all’italiana, nel ‘500, un’espressione del dominio dell’uomo sulla natura. E chiunque progetta oggi un giardino un pezzettino di giardino all’italiana ce lo mette». Inizierà con questa prima edizione fiorentina «un percorso molto lungo», che consentirà, come si è augurata l’assessora Bettini, di «vincere la sfida con Genova e di avere più visitatori di loro» (500 mila, secondo Ricchetti)? Ricchetti non si è espresso in proposito, ma l’amministratore delegato di Fiera di Genova spa Antonio Bruzzone, nel suo intervento flash, ha replicato con molto fair play e una punta di nonchalance, dicendo che non crede che esistano problemi di concorrenza, per cui «apprezziamo altre iniziative di qualità come questa».
Ecco, in sintesi, il percorso e le principali aree tematiche di FloraFirenze, a cominciare dal “Padiglione delle collezioni” e dal “Giardino Bonsai”, dove risalterà il florovivaismo pistoiese e in particolare pesciatino. Nel primo spazio infatti spiccheranno innanzi tutto gli agrumi dell’Hesperidarium di Oscar Tintori di Pescia, importante museo vivente di rare e scenografiche piante di agrumi, fra cui molte varietà storiche, recuperate in generazioni di meticolosa ricerca, nonché alcune sorprese di valore addirittura filologico, come la «Bizzarria de’ Medici». E va ricordato che l’arte di collezionare rarità botaniche, fra cui appunto in primis gli agrumi, nacque proprio alla corte dei Medici nel pieno del Rinascimento italiano. Oltre agli agrumi, nel Padiglione delle collezioni, si potrà ammirare la collezione privata di Rose Barni, una nota azienda familiare di Pistoia specializzata nella ricerca e coltivazione delle varietà più stupefacenti di rose, sia nella direzione del recupero di esemplari dimenticati del passato, sia nella direzione dell’innovazione attraverso innesti ed esperimenti di grande effetto. Fra questi, tanto per citarne uno, ci sarà la cultivar di rosa Ketchup&Mustard. Nell’area bonsai, settore che come ha osservato Ricchetti è un fiore all’occhiello anche del florovivaismo italiano, ci sarà, accanto ai principali produttori di bonsai d’Italia, lo storico florovivaista pesciatino Franchi, specializzato in rarissimi bonsai centenari raccolti nel suo prezioso museo: pezzi unici di incredibile valore e bellezza, che coroneranno una scenografia semplice ma di grande impatto.
Altre tappe saranno l’area “Giardino all’italiana”, con la precisione del disegno delle siepi di bosso esaltato dal contrasto cromatico tra il verde scuro del fogliame e il candore dei viottoli e la disposizione impeccabile dei fiori e l’armonia dei prati disposti in panneggi. Poi “l’ambiente dei laghi”, vero cuore teatrale del percorso, grazie alla monumentale fontana alta 15 metri per 20 metri di raggio, con una portata di 80 metri cubi di acqua al secondo, percorsa da tunnel vetrati che consentiranno ai visitatori, entrando in un ambiente tropicale, di vivere in ogni dimensione la spettacolare esperienza del mondo sospeso della giungla tropicale. Si alterneranno felci arboree, liane, orchidee e tillandsie di ogni foggia e colore. Ci sarà poi l’area “Deserto”, a cura dell’azienda ligure CactusMania e delle siciliane Zichitella e Vivai Cuba. E poi “Il giardino barocco”, che era stato un focus anche di MyPlant & Garden a Milano alcune settimane fa nell’area dedicata allo stile italiano. Qui il mariniano «il fin la maraviglia» si manifesta nel giardino che diventa parco, capace di evocare l’infinito, ricco di sorprese, un luogo magico e fiabesco che vuole stupire. E ancora il “Padiglione matrimoni” sulla storia della decorazione delle cerimonie nuziali da quella di Teodorico Re degli Ostrogoti fino a quella di Grace Kelly. Uno spazio a forma di anfiteatro dove si svolgerà anche la Coppa Italia di Federfiori, il cui vincitore rappresenterà l’Italia alla Coppa Europa del Flower Design. L’abbinamento non è casuale, perché quest’anno il tema obbligatorio per i maestri fioristi sarà il matrimonio. Ci si aspetta uno show spettacolare che piacerà a tutti gli appassionati di design floreale.
Infine, unica zona non made in Italy, “Il bosco dell’arte”, con 18 protagonisti della Land Art, di provenienza internazionale, riuniti a Firenze sotto la regia dell'artista svizzero Peter Hess, fondatore del celebre Atelier-5. Grazie a loro, il bosco delle Cascine assumerà nuove sembianze e valori. Nell’accezione di Land Art adottata da Ricchetti, che ha giudicato «poco diffusa» questa disciplina artistica in Italia, «si tratta di una forma di riciclo dei materiali del bosco, per dargli nuova vita come forma artistica». Insomma una declinazione ecologica della Land Art in cui gli artisti devono utilizzare per le loro creazioni solo ciò che trovano nel luogo in cui danno vita alle loro installazioni e opere, in un radicale rispetto del genius loci e in simbiosi con la natura. E questo accadrà a Firenze dal 30 aprile all’11 maggio.
Ebbene, per concludere con una libera parafrasi della citazione di Darwin in apertura dell’intervento dello scienziato Stefano Mancuso - diventato famoso per i suoi studi che stanno rivoluzionando la concettualizzazione stessa delle piante, viste come capaci di funzioni cognitive, e salito recentemente alla ribalta anche per la sua Jelly Fish Barge, una serra galleggiante con dissalatori solari in grado di generare l’acqua dolce necessaria alla crescita delle piante -, è strana ma irresistibilmente potente questa passione delle persone per gli apparati riproduttivi delle piante, gli amatissimi fiori, soprattutto se immersi nel verde.
Lorenzo Sandiford