Terra dei fuochi: oggi importante operazione del Csf per ristabilire la legalità
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“La lotta contro l’illegalità, contro gli abusi che vengono fatti ai danni della popolazione e dei territori deve essere condotta col massimo dell’impegno, con fermezza e in modo capillare. Bisogna rendere merito al lavoro del Corpo Forestale dello Stato che anche oggi, con il sequestro delle discariche abusive di rifiuti speciali nel napoletano, ha fatto un passo in avanti contro questi illeciti gravissimi che hanno inferto già troppe ferite a una zona che è ormai tristemente nota come la Terra dei fuochi. Dobbiamo garantire sicurezza e benessere a chi vive e lavora in questi luoghi perché non è assolutamente accettabile che si verifichino episodi simili, soprattutto se pensiamo che sono avvenuti in prossimità di campi agricoli. È ora di dire basta a questo assurdo scempio”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, sulla maxi operazione di polizia giudiziaria, condotta dal personale del Comando Provinciale di Napoli e dal Comando Stazione di Marigliano del Corpo forestale dello Stato, che ha portato oggi al sequestro di sei discariche di rifiuti speciali e pericolosi nei Comuni di Acerra, Marigliano, Brusciano e San Vitaliano (NA).
I sequestri sono frutto dell’intensa attività del Corpo forestale dello Stato a presidio del territorio con particolare riguardo alle aree agricole. Si tratta di circa 10.000 metri cubi di pneumatici e teli bruciati, vernici, colle, balle di stracce, amianto sminuzzato e rifiuti provenienti dall’edilizia. Nelle discariche, poste in prossimità di campi agricoli e strade interne, erano presenti anche avanzi delle lavorazioni artigianali di prodotti aziendali presumibilmente lavorati e smaltiti in nero. La superficie complessiva delle discariche è pari a circa 15.000 metri quadri e contenevano anche diversi rifiuti combusti da precedenti incendi. Al momento si sta procedendo contro ignoti, ma le indagini proseguono in quanto sono state rinvenute importanti tracce dalle quali si potrebbe risalire ai produttori di rifiuti.
Ufficio Stampa