Sarà a Firenze il "lab" nazionale del Crea sugli insetti nocivi alle piante
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L’annuncio oggi all’Accademia dei Georgofili nell’incontro sul “nuovo regime fitosanitario europeo”. In 10 anni arrivate in Europa 385 specie di insetti alieni dannosi. Il Crea-of di Pescia coinvolto in un progetto per la conservazione della qualità delle piante verdi dal produttore al consumatore.
Le emergenze come la Xylella fastidiosa sono la punta dell’iceberg di un fenomeno - legato ai cambiamenti climatici, alla globalizzazione, e anche ai limiti delle attività di controllo fitosanitario – di vasta portata. Basti pensare che «il 70% degli insetti introdotti accidentalmente in Europa negli ultimi 10 anni attaccano piante» e che nel complesso in questo periodo sono state ben 385 le «specie di insetti alieni dannosi ad alberi e arbusti». A renderlo noto, durante l’incontro “Il nuovo regime fitosanitario europeo – Regolamento Ue 2016/2031: impatto sull’attuale sistema di controlli fitosanitari e sulle imprese vivaistiche ornamentali”, tenutosi oggi all’Accademia dei Georgofili di Firenze, è stato uno dei ricercatori del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) intervenuti, l’entomologo Pio Federico Roversi, responsabile del Crea – dc (Centro di difesa e certificazione) di Firenze, nella sua relazione sul tema “Insetti acari nematodi e tutela del vivaismo ornamentale”. Secondo Roversi per migliorare la tutela fitosanitaria in Italia sarà necessario da un lato investire nel continuo aggiornamento della diagnostica e dall’altro un miglior supporto tecnico-scientifico ai controlli in particolare nei punti di entrata delle merci. Ma essenziale per un salto di qualità del sistema di tutela nazionale sarà dotarsi di «un laboratorio di quarantena all’altezza del compito: una infrastruttura nazionale a livelli di sicurezza biologica paragonabili a quelli di strutture esistenti in altri Paesi europei come la Francia (Montpellier) e il Regno Unito (York); una struttura che faccia rete e colleghi i punti di entrata con i centri di ricerca». Come già preannunciato dal presidente in pectore del Crea Salvatore Parlato, ha ricordato Roversi, è stato deciso che proprio nella sede del Crea di Firenze verrà creato il primo e unico «laboratorio italiano per il controllo di insetti, acari e nematodi da quarantena», che consentirà di essere più rapidi nel contrastare l’insorgere e la diffusione di organismi nocivi alle piante.
Nella relazione precedente a quella di Roversi, il suo collega Gianluca Burchi, responsabile del Crea – of (Centro di ricerca in orticoltura e florovivaismo) di Pescia, ha trattato le varie sfaccettature del concetto di qualità delle piante. Nel suo intervento Burchi ha citato fra l’altro un progetto che il suo centro sta seguendo insieme a un gruppo di vivaisti di Pistoia per risolvere un problema molto sentito in tutto il florovivaismo: il mantenimento della qualità delle piante nel percorso dal luogo di produzione alla destinazione nel punto vendita e al consumatore, percorso che può durare anche 7-8 giorni quando non addirittura 15 giorni. Il progetto di studio, che riguarda le piante ornamentali verdi, sia in vaso che in zolla o a radici nude, si articola in quattro argomenti principali, come ci ha spiegato Burchi: microchip applicati sulle singole piante per monitorare la temperatura della pianta nelle varie fasi della commercializzazione e in particolare durante i trasporti; sensori o rilevatori in grado di evidenziare stress e malattie delle piante, da utilizzare al momento dell’arrivo a destinazione della piante o in tappe intermedie; simulazioni delle condizioni ambientali in cui si troveranno le varie specie di piante messe insieme all’interno dei container; programmi informatici per ottimizzare i carichi e scarichi delle merci in relazione a forma, altezza e altri parametri delle piante trasportate.
L.S.