Rivoluzionario metodo di stima delle Emissioni di CO2 da Cnr-Isac e NIES
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Una ricerca guidata dal Cnr-Isac di Bologna in collaborazione con il NIES giapponese introduce un innovativo modello ad alta risoluzione per valutare le emissioni di CO2, migliorando la precisione delle stime sia antropiche che naturali.
Il 1° marzo 2024 segna una svolta significativa nella ricerca ambientale grazie ai risultati pubblicati sulla rivista Environmental Research Letter da un team internazionale di scienziati. L'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Isac), in stretta collaborazione con il National Institute of Environmental Studies (NIES) del Giappone, ha sviluppato un metodo all'avanguardia per la stima delle emissioni di anidride carbonica (CO2).
Questo approccio innovativo utilizza un modello climatico di nuova generazione ad alta risoluzione, insieme a una vasta rete di misurazioni terrestri, per fornire stime più precise delle emissioni di CO2, sia quelle di origine antropica che quelle naturali. I dati analizzati dal 2015 al 2019 provengono da diverse reti di monitoraggio, tra cui l'osservatorio italiano “O. Vittori” sul Monte Cimone, un laboratorio fondamentale per la raccolta di informazioni sui gas serra.
A differenza di studi precedenti che fornivano stime su larga scala (continentale o nazionale), la ricerca attuale si concentra sulle emissioni a livello regionale, offrendo così un livello di dettaglio senza precedenti. L'uso di dati provenienti da reti di osservazione globali ha permesso di ridurre significativamente il margine di errore nelle stime delle emissioni, sia quelle derivanti dall'uso di combustibili fossili che quelle di origine naturale.
Pamela Trisolino, coautrice dello studio e ricercatrice presso il Cnr-Isac, sottolinea l'importanza dei progressi tecnologici e della raccolta dati in situ per il successo della ricerca. “I risultati ottenuti,” afferma Trisolino, “non solo migliorano la precisione delle nostre stime sulle emissioni e gli scambi di anidride carbonica ma forniscono anche un contributo essenziale per affinare le previsioni ambientali e supportare le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.”
Il progetto beneficia del supporto della Joint Research Unit “ICOS Italia”, finanziata dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR), che dimostra l'impegno italiano nella ricerca ambientale e nel rafforzamento delle capacità di osservazione del sistema ICOS nel Mediterraneo.
Questa ricerca rappresenta un passo avanti cruciale verso la comprensione e la gestione delle dinamiche climatiche globali, confermando l'importanza di investire in scienza e tecnologia per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.
Redazione