Rifiuti: Italia VS Mondo

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In confronto con altri paesi l'Italia risulta essere una tra le più forti nel riciclo dei rifiuti: 56,4 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, per quantità la seconda in Europa dopo i 72,4 milioni della Germania.

In Italia circa un terzo della spazzatura viene ricuperato, rigenerato e più di due terzi dei circa 130 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti dalle attività economiche sono per la maggior parte calcinacci di demolizioni e immondizia comune.
Nel mondo si producono ogni anno 2,01 miliardi di tonnellate di rifiuti, con una previsione che secondo la World Bank arriverà a 3,4 miliardi di tonnellate nel 2050. Il 4% degli scarti è formato da metalli (come la banda stagnata della latta o l’alluminio), il 5% vetro, il 12% plastica, il 17% carta e cartoncino, il 44% residui di cibo e di vegetali e il 18% rifiuti diversi.
I più forti produttori di spazzatura risultano essere l’Asia Orientale e Pacifica e l’Europa allargata all’Asia Centrale dei Paesi ex Urss. Ogni anno l’Asia Orientale e Pacifica produce 468 milioni di tonnellate di spazzatura, l’Europa e l’Asia europea 392 milioni. L’Asia Meridionale produce 334 milioni di tonnellate, 289 l’America del Nord, le Americhe Centrale e Meridionale 231 milioni, l’Africa Nera 174 milioni e l’Africa Settentrionale e il Vicino Oriente 129 milioni di tonnellate l’anno. Un terzo di questa immondizia è abbandonata nell’ambiente o bruciata all’aperto. La raccolta dei rifiuti è pari al 96% nei Paesi ricchi, all’82% nei Paesi a media ricchezza, al 51 nei Paesi di nuova economia e al 39% nei Paesi poveri.
In Italia sono sempre aperte le discussioni sul tema degli inceneritori a ricupero di energia, mentre nel resto dell'Europa vediamo i Paesi nordici che riciclano e bruciano mentre i Paesi del Sud Europa usano le discariche.
I dati generali sugli altri Paesi rilevano che il Nord America predilige la discarica classica (54,3% dei rifiuti) e il riciclo (33,3%), l’Asia meridionale come l’India abusa dell’abbandono a cielo aperto (75%), l’Africa Settentrionale e il Vicino Oriente ricorrono soprattutto all’abbandono all’aperto (52,7%) o in discariche (34%). L’Europa e l’Asia Centrale ricorrono in misura equilibrata a tutte le modalità (25,6% abbandono irregolare, 25,9% discarica, 30,7% riciclo e compost, 17,8% incenerimento); l’Africa Nera abbandona la spazzatura (69% e un altro 24% in discariche regolari), le Americhe del Sud e Centrale prediligono le discariche (68,5%) ma non è raro l’abbandono (26,8%). L’Asia Orientale e Pacifica è forte nelle discariche (46%) ma anche fa un ricorso generoso all’incenerimento (24% dei rifiuti prodotti).
Mentre sul riciclo in Europa sono in testa con il 67% le minuscole isole Faroe (49mila abitanti) che però hanno il 73,4% di raccolta differenziata. Dopo le isole artiche segue per tasso di riciclo con il 64% il principato del Liechtenstein (37mila abitanti). La Svezia brucia tanto e ricicla un più modesto 32% dei rifiuti.
Nessun Paese europeo dubita sul ruolo del riciclo, che tra l'altro è imposto anche dagli obiettivi di Bruxelles, ma restano forti incertezze su quale tra le due modalità più comuni di smaltimento sia la migliore: termovalorizzatori o discarica.
I dati vedono in Svezia e Danimarca impianti di termovalorizzazione pari (nell’ordine) a 591 e 587 chili di rifiuti per cittadino, seguono Olanda, Svizzera, Austria e Finlandia. La media dei maggiori Paesi europei come Francia e Germania si aggira sulla capacità di incenerire 250 chili per cittadino. In Italia ci si ferma a 104 chili. Il ricorso alla discarica va dallo 0,2% dei rifiuti per la Germania, seguita da Svezia, Belgio, Danimarca e Olanda, al 92,7% di Malta. Sopra l’80% anche Cipro, Croazia, Romania e Grecia. L’Italia smaltisce in discarica il 29% dei rifiuti urbani.
Per quanto riguarda, invece, il riciclo, la media Ue è del 29,4% dei rifiuti urbani, con circa 69,3 milioni di tonnellate ricuperate con una media di 136 chili annui per abitante. Il 16,8% viene compostato per l’agricoltura e per la digestione anaerobica, mentre il 27,5% viene incenerito e il 26,3% finisce gettato in discarica.
Giovedì il Kyoto Club presenterà a Roma un rapporto sull’economia circolare (con i consorzi di riciclo imballaggi Conai, Cial e Comieco) e il 10 dicembre l’Ispra presenterà la nuova edizione del Rapporto Rifiuti Urbani, un caposaldo dell’analisi ambientale. Di questi studi, non ancora disponibili, si può anticipare che in Italia l’economia circolare generi un fatturato di ben 88 miliardi, di cui la metà dal solo riciclo.

Redazione