Non è utopia: le piante ci daranno "energia" elettrica

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fotovoltaico organico

Si tratta di un’incredibile scoperta che permette di produrre costantemente energia, sia durante il giorno che la notte. Oltre a non alterare la vita delle piante, questi pannelli biologici non sono influenzati dalle condizioni atmosferiche che li circondano e non presentano problemi inerenti lo smaltimento e i processi di produzione. Nel 2014 ad Amsterdam sono stati accesi più di trecento lampioni con questo sistema, mentre in Spagna è stato messo a punto un nuovo pannello solare con celle a combustibile microbico funzionante con piante diverse.

La scoperta del fotovoltaico organico è davvero unica perché ovvia al problema del suo “antenato” che non sempre possiede celle formate da materiali ecologici e riutilizzabili. Tutto ha inizio in Olanda, nel 2009, dall’azienda Plant-e, distaccamento del dipartimento di tecnologia ambientale dell’Università di Wageningen, che scopre un sistema per ricavare energia dalla crescita delle piante. E con il progetto “Cielo stellato” illumina, nel 2014, più di trecento lampioni a led in due differenti zone della città di Amsterdam, alimentando inoltre la sede dell’azienda. L’idea nasce dallo sfruttamento delle sostanze nutritive prodotte durante il processo fotosintetico, rilasciate nel terreno dall’apparato radicale per poi diventare nutrimento dei microrganismi. Questi ultimi, durante la loro normale attività, rilasciano, quale sottoprodotto, degli elettroni: dunque collocando un elettrodo vicino alle radici si può raccogliere questa preziosa energia e trasformarla in elettricità. Il sistema sembra avere una migliore riuscita nelle zone umide, ma è possibile utilizzarlo ovunque possano nascere delle piante, forse perfino nelle zone inidonee all’agricoltura perché inquinate. In Spagna, infatti, l’Institute for Advanced Architecture of Catalonia, ha messo a punto un nuovo pannello solare con celle a combustibile microbico e lo ha sperimentato in diversi luoghi. Questa tecnologia, come quella olandese, si basa sul rilascio degli elettroni da parte dei batteri presenti nel terreno ed è dotata di alcuni sensori che mostrano il suo status, rendendola autosufficiente. Il pannello fotovoltaico organico spagnolo è stato così sperimentato usando il muschio, che necessita di poca luce solare per vivere e si trova ad alti livelli di umidità, e, all’opposto, con le cactacee in zone scarsamente piovose. C’è ovviamente ancora molta strada da fare per rendere efficienti questi nuovi pannelli biologici sotto il profilo della produzione di energia elettrica per metro quadro, ma certamente ci troviamo sulla via giusta. Questi impianti hanno il reale vantaggio di sfruttare l'energia in eccesso prodotta dalla natura, non risentendo delle problematiche dovute alle condizioni atmosferiche (poca luminosità per i fotovoltaici, poco vento per gli eolici) e, soprattutto, non presentando le problematiche, riscontrabili invece negli altri sistemi, legate allo smaltimento e ai processi di produzione.

Maurizio Giuntini