Monitor Intesa: export agroalimentare oltre 7 miliardi nel primo trimestre
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Il Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 31 marzo 2024 registra una crescita del 6,6%. Massimiliano Cattozzi: “Il comparto agroalimentare italiano continua a crescere e si conferma tra i settori più brillanti per l’export, nonostante scenari geopolitici e climatici complessi”.
L’export dei distretti agroalimentari italiani ha superato i 7 miliardi di euro nel primo trimestre del 2024, con un incremento del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo è quanto emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani curato da Intesa Sanpaolo, che conferma il comparto agroalimentare come uno dei più dinamici dell’export italiano, in netta controtendenza rispetto agli altri settori manifatturieri, che registrano una flessione del 2,7%. Tra le filiere protagoniste spicca quella vitivinicola, con una crescita del 2,4% e un valore export superiore a 1,5 miliardi di euro. I Vini del Veronese (+11,6%) e i Vini dei colli fiorentini e senesi (+7,4%) si distinguono per i loro risultati positivi, mentre il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene registra una stabilità (+0,4%) e i Vini di Langhe, Roero e Monferrato segnano un lieve calo (-2%). La filiera della pasta e dolci continua il suo trend positivo, con un aumento del 4,4%, sostenuta dai Dolci di Alba e Cuneo (+18,9%) e dai Dolci e pasta veronesi (+16,4%). Tuttavia, il comparto campano arretra, con l’Alimentare napoletano (-33,2%) e l’Alimentare di Avellino (-22,6%). Anche il settore delle conserve è in forte crescita (+8,4%), trainato dalle Conserve di Nocera (+10,5%) e dall'industria conserviera parmense (+28%). La filiera delle carni cresce del 6,1%, con eccellenze come i Salumi di Parma (+17,6%) e i Salumi modenesi (+8,8%). Il settore lattiero-caseario presenta luci e ombre. Il Lattiero-caseario parmense raggiunge un +36%, mentre il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale arretra del 3,7% e la Mozzarella di bufala campana registra un calo del 10,3%. La filiera dell'olio è protagonista assoluta, con una crescita complessiva del 65%, grazie ai risultati eccezionali dell’Olio toscano (+71,7%), dell’Olio umbro (+44,2%) e del distretto dell’Olio e pasta del barese (+55,4%). Anche il florovivaismo del Ponente ligure si distingue con un +10,7%, spinto dalla stagionalità delle vendite primaverili di piante annuali e aromatiche, tipiche delle produzioni regionali. In termini di mercati di destinazione, la Germania si conferma il principale partner commerciale (+4,2%), seguita dagli Stati Uniti (+17,2%), dalla Francia (+1,9%) e dal Regno Unito (+0,8%). Molto positiva anche la dinamica verso le economie emergenti, che segnano un progresso del 10,1%. Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato: “Il comparto agroalimentare italiano continua a crescere anche negli ultimi mesi: si conferma così uno dei settori più brillanti per l’export, nonostante scenari complessi dal punto di vista geopolitico e climatico. Per incrementare la competitività e la crescita sui mercati esteri, Intesa Sanpaolo continua a operare fornendo supporto agli investimenti grazie agli oltre 6 miliardi di euro erogati dalla Direzione Agribusiness dal 2021 a oggi, alle sole PMI del mondo agroalimentare. In particolare, i finanziamenti sono destinati a sostenibilità, innovazione e digitalizzazione, per accompagnare la crescita del Made in Italy agroalimentare".
Redazione