Mefit replica a Flora Toscana: vendere l’ex Comicent significa mettere in crisi un indotto che coinvolge 2000 persone, il primo settore economico di Pescia

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Franco Baldaccini, amministratore unico di Mercato dei Fiori della Toscanacittà di Pescia (Mefit), ricorda che l’attuale struttura, a cui nel 2014 si è iscritta pure Flora Toscana, non è sovradimensionata, ma semmai bisognosa di messa a norma ed efficientamento, tant’è che sono pronte iniziative in tal senso (con Enel e per un impianto fotovoltaico da 500 kwh) che aspettano gli aiuti della Regione Toscana. «Ovviamente il progetto multifunzione del 2007 va aggiornato», dice, ma intanto constatiamo che «il rilancio del mercato, che adesso ha un servizio e dati trasparenti, produce statistiche affidabili per Ismea e ha appena cominciato a fare promozione noia alla concorrenza». E poi «Flora Toscana pensa che tutta la commercializzazione della filiera debba confluire nella grande distribuzione cancellando garden e fioristi? O che il pur necessario canale web, su cui peraltro ci siamo già attrezzati, possa rendere inutili ospitalità di operatori e merci assortite e buona logistica?» 

 
«Al mercato dei fiori di Pescia sono iscritte 730 ditte, di cui 265 produttori, 358 commercianti, 70 trasportatori, 37 extra filiera, per un volume d’affari di circa 80 milioni e un indotto di circa 2000 persone coinvolte, cioè le famiglie delle 1200 persone il cui lavoro fa riferimento alla struttura dell’ex Comicent. Che fine faranno se si deciderà di vendere tale struttura mercatale? Anche il comprensibile spirito competitivo di aziende concorrenti, che peraltro valgono assai meno della metà dal punto di vista economico e occupazionale, dovrebbe avere un limite».
Queste le prime parole con cui Franco Baldaccini, amministratore unico dell’azienda speciale Mefit (Mercato dei fiori della Toscana – città di Pescia) - che dall’anno scorso gestisce il servizio di supporto alla «distribuzione all’ingrosso e, in casi particolari, al dettaglio di fiori recisi, fronde, foglie, frutti ornamentali freschi e lavorati, piante ornamentali, bulbi, sementi ed altri prodotti florovivaistici» che si svolge nella struttura mercatale pesciatina di via Salvo d’Acquisto – inizia la replica punto per punto alle affermazioni «bellicose e in gran parte infondate» di Flora Toscana, attraverso le pagine del Tirreno del 2 marzo 2014, riguardo alla prospettive dell’ex Comicent.
«Da notare – prosegue Baldaccini - che fra le aziende iscritte nel 2014 c’è anche Flora Toscana, che pure ci considera inutili e datati. Quella stessa Flora Toscana che è stata fra i soci costitutori, nel 1987, del Consorzio Comicent, poi fallito nel 2006, e che poi da qualche anno ha abbandonato i magazzini del mercato dei fiori di Pescia e quest’anno, iscrittasi di nuovo, si rivolge al mercato per acquistare merci in platea destinate al loro cash & carry e per conferire merci dei loro produttori a un importante grossista con base presso la struttura gestita da Mefit».
Ma l’aspetto che più colpisce l’amministratore unico di Mefit, nell’attacco di Flora Toscana, è che vengano mosse al mercato dei fiori di Pescia accuse quali «concorrenza sleale» legata a transazioni in nero e «difficoltà organizzative» proprio quando, con la nascita di Mefit, tutte queste problematiche hanno iniziato ad essere affrontate e risolte, come confermato oggi anche da un autorevole membro del distretto floricolo quale Maurizio Del Ministro, che ha dichiarato: «sulle vendite in nero non posso garantire per tutti (neppure per chi opera fuori dal mercato) ma è un’accusa veramente molto datata, personalmente, ma potrei parlare per tutti gli altri commercianti, devo dire che la merce arriva tutta fatturata e così facciamo ai nostri clienti ed è così da molti anni». «Perché mai questa accusa arriva solo ora? – si chiede Baldaccini -. Evidentemente il rilancio del mercato, che adesso ha un servizio e dati trasparenti, produce statistiche affidabili per Ismea e ha appena cominciato a fare promozione, dà noia alla concorrenza». Sì, perché non va dimenticato che Flora Toscana, anche se afferma di fare cose diverse da Mefit per commercializzare i prodotti, è oggettivamente in competizione con il Mercato dei Fiori e i produttori che si servono di esso. 
Nello specifico Baldaccini replica alla tesi di Flora Toscana, quando dice che il mercato dei fiori di Pescia risente pesantemente delle trasformazioni del commercio all’ingrosso e dell’importanza aumentata della grande distribuzione, chiedendo alla cooperativa pesciatina: «Flora Toscana pensa che tutta la commercializzazione della filiera debba confluire nella grande distribuzione cancellando garden e fioristi? O che il pur necessario canale web, su cui peraltro ci siamo già attrezzati, possa rendere inutili ospitalità di operatori e merci assortite e buona logistica?».
Riguardo poi alla questione della struttura dell’ex Comicent, che Flora Toscana vorrebbe vendere a non si sa bene quale privato perché la giudica una struttura costosa e sovradimensionata per le esigenze dei floricoltori, la risposta di Baldaccini è la seguente «sottoscrivo pienamente le parole in proposito di Maurizio Del Ministro: “il mercato di Pescia ha un immobile certo non estremamente funzionale, ma c'è questo, immaginare di venderlo e di fare un altro mercato, con questi chiari di luna, è al di là della fantascienza”». «Senza dimenticare – prosegue Baldaccini – che, primo, il mercato non è sovradimensionato, tanto che in certe fasi dell’anno è occupato per quasi il 100% della superficie e basterebbe una leggera ripresa del mercato perché si riempisse di nuovo, e, secondariamente, stiamo lavorando all’efficientamento elettrico dell’immobile – che, spiega il direttore Fabrizio Salvadorini, “adesso consuma per 114 mila euro l’anno e costa di manutenzione dai 10 ai 15 mila euro annuali” – e abbiamo già una proposta di Enel che potrebbe portare molti risparmi. Per non parlare dell’impianto fotovoltaico da 500 mila kwh previsto dal piano multifunzione del 2007, e del nostro intento di valutare, al momento dell’avvio della messa a norma, nuove soluzioni ingegneristiche capaci di rendere la struttura meno costosa». 
E a questo proposito Salvadorini conclude «come Mefit siamo d’accordo che il progetto presentato nel 2007, dopo sette anni di crisi economica, nel 2014, debba essere rivalutato e magari modificato. Però questo è un luogo dove si lavora e dove ci sono degli interessi economici di moltissime aziende che vanno assolutamente difesi e che, oggi, a un anno di gestione Mefit pareggia il bilancio». 
 
 
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