Martina lascia a Gentiloni. Ultimo atto: 120 milioni per strutture irrigue e ricerca

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Maurizio Martina si è dimesso lasciando la guida dell’agricoltura al presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Fra gli ultimi atti dell’ex ministro: 120,4 milioni di euro di finanziamenti per interventi nei settori delle infrastrutture irrigue (110 milioni) e della ricerca (10,4 milioni).

Il neo segretario reggente del Pd Maurizio Martina ha deciso ieri di dedicarsi a tempo pieno al suo partito, dimettendosi dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha accettato le sue dimissioni e ha assunto l’interim dell’agricoltura.
Fra gli ultimi atti di Martina alla guida del Mipaaf va segnalato lo stanziamento, effettuato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, di 120,4 milioni di euro, a valere sulla dotazione 2018 del Fondo investimenti per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, per interventi sulle infrastrutture irrigue e a sostegno della ricerca in agricoltura, in particolare, come ha dichiarato Martina, «la ricerca pubblica per la lotta al cambiamento climatico».
Al settore della bonifica e dell'irrigazione sono stati assegnati circa 110 milioni di euro, destinati a progetti di rilevanza strategica per il raggiungimento di obiettivi di risanamento ambientale di territori ad alta valenza agricola, di difesa del suolo e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Inoltre, il Fondo ha destinato risorse specifiche per il contrasto di alcune situazioni emergenziali nella cosiddetta "Terra dei Fuochi" e nelle Province di Verona e Padova, interessate dall'inquinamento da PFAS.
Alla ricerca, invece, sono stati destinati 10,4 milioni di euro, da investire in progetti volti al miglioramento della produttività dell'intero settore agroalimentare, alla salvaguardia della biodiversità degli agro-ecosistemi e alla mitigazione dell'impatto dei cambiamenti climatici.  Tra questi, particolare rilevanza assumono gli investimenti tecnologici e infrastrutturali dei laboratori scientifici che permetteranno il potenziamento delle attività di studio e ricerca lungo le filiere italiane di produzione; dalla qualità (genetica e fitosanitaria) dei materiali per la propagazione, alla ottimale gestione delle tecniche colturali, alla sicurezza igienico-sanitaria delle produzioni, nonché all'individuazione dell'esatta origine territoriale del prodotti agroalimentari.

Redazione