Immigrati in agricoltura: per Cia una risorsa indispensabile
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Dall’analisi sul Dossier Statistico Immigrazione 2017, a cui la Cia-Agricoltori Italiani ha contribuito con la redazione di una sezione, emerge il ruolo centrale dell'agricoltura quale creatrice di nuovi posti di lavoro, anche per gli immigrati. Cia sottolinea dunque come sei debba procedere verso una seria politica di lavoro e integrazione e non più di emergenza.
«L’agricoltura italiana crea nuovi posti di lavoro, anche per gli immigrati: nell’ultimo anno è stato l’unico settore, insieme ai servizi, ad aver registrato un saldo occupazionale positivo per i lavoratori stranieri.» Così la Cia-Agricoltori Italiani, in merito al Dossier Statistico Immigrazione 2017, presentato a Roma dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
D’altra parte, si tratta di una fetta rilevante del comparto: oggi i lavoratori nati all’estero e occupati nei campi in Italia sono quasi 345 mila, vale a dire un terzo dei circa 900 mila addetti totali. Di conseguenza, mentre l’agricoltura incide sull’occupazione in media per il 3,8%, questo valore sale al 5,6% tra gli stranieri.
«Sono numeri che confermano quanto l’agricoltura sia diventata multietnica -osserva la Cia-. Ora bisogna implementare regole semplici e chiare favorevoli alla presenza e alla stabilizzazione degli immigrati. Questo approccio deve presupporre l’abbandono della politica dell’emergenza e l’avvio, invece, di un seria politica sull’immigrazione con una duplice priorità: lavoro e integrazione.»
Quest’anno la Cia ha contribuito alla realizzazione del Dossier con la redazione del capitolo “Stranieri e lavoro non regolare: il caso dell’agricoltura e del caporalato” curato da Claudia Merlino (responsabile Settore Organizzazione e Relazioni Sindacali) e Danilo De Lellis (responsabile Ufficio Lavoro). Una sezione in cui sono stati analizzati i dati riferiti all’attività ispettiva nel settore primario, evidenziando come l’agricoltura operi nella legalità più degli altri comparti produttivi.
Redazione