Il Parco Agricolo della Bioregione Valdinievole, un progetto che si presenta inclusivo e non conservativo
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Nonostante la presentazione, tenutasi oggi in una conferenza stampa, abbia descritto il progetto quale strumento di valorizzazione del territorio in chiave multifunzionale, sussistono ancora alcuni dubbi sui vincoli che esso potrebbe porre all’agricoltura locale. Il contesto che comprenderà il Parco Agricolo sarà comunque quello di un territorio omogeneo in riferimento ai grandi cicli naturali e dal punto di vista socio-economico. Continua così la caccia alle mille firme entro il 31 gennaio a partire dai sedici anni.
Prosegue la raccolta firme per portare, entro il 31 gennaio, la proposta di fronte all’Autorità regionale per la partecipazione: per sottoscriverla basta aver compiuto sedici anni ed essere residenti in uno dei quattro Comuni coinvolti (Pescia, Uzzano, Chiesina Uzzanese e Montecarlo). Questo rappresenta soltanto il primo passo di un percorso che verrà avviato in seguito all’approvazione del progetto da parte della Regione Toscana, che dovrà contribuire con le risorse destinate ai processi partecipativi (che per il 2014 sono state di circa ottocento milioni di euro) al fine di finanziare i saperi scientifici che collaboreranno, assieme a tutti i volontari, alla stesura del progetto esecutivo del Parco e alle opere strutturali. “Le ragioni che ci hanno spinto a scegliere il territorio che va dalla Pescia di Pescia alla Pescia di Collodi sono immediate e riscontrabili nella necessità dei modelli produttivi, qui presenti, di rinnovamento e innovazione; nella volontà di recuperare la vocazione antica locale dell’orticoltura e della viticoltura; nella presenza di un mondo agricolo dinamico, già abituato a ripensarsi e a ricontestualizzare i propri ambiti, come dimostrato dalla capacità critica delle strutture associative dei consumatori; e, infine, il bisogno di rilanciare l’agricoltura”, così, questa mattina, Omero Nardini, uno dei promotori del progetto, ha presentato le ragioni di questo presso la sala conferenze della Banca di Pescia-Credito Cooperativo ad Alberghi. L’agricoltura si configura così come una risorsa fondamentale del presente e una risposta per il futuro alla crisi: essa deve rivendicare la sua centralità in quanto produttrice di cibo, energia e costruttrice di paesaggio. L’armonia del nostro paesaggio nasce proprio dal lavoro sapiente e duraturo dell’agricoltura. Leonardo Maestripieri, presidente dell’Associazione “Il Chicco di Grano”, ha ribadito la volontà di coinvolgere tutti i soggetti interessati nel progetto al fine di generare nuove economie sostenibili e in equilibrio con l’ambiente. Uno degli scopi principali del Parco Agricolo è dunque quello di valorizzare il territorio, migliorandone la qualità della vita. Con questi temi si confrontano ogni giorno anche gli agricoltori di Cia, come ha ricordato Stefano Fedi, vicepresidente CIA provinciale e assessore all’ambiente del Comune di Uzzano: “Verso questo progetto a forte valenza paesaggistica la nostra posizione è indubbiamente di interesse, ma anche di vigilanza perché il termine “parco” circoscrive il territorio. Le nostre Aziende si occupano già di riconversione e attenzione al territorio e intendiamo tutelarle”. Dello stesso parere anche Sandro Orlandini presidente CIA provinciale, che, sentito telefonicamente, ci ha spiegato che parlando con i soci, ha rilevato un forte interesse per l’opportunità creata dal Parco Agricolo, ma anche l’importanza di dare un peso ai termini e alle eventuali contraddizioni. “Non dobbiamo avere una visione bucolica del nostro paesaggio, pensiamo ai possibili vincoli che i nostri agricoltori potrebbero avere”.
Per un’idea di cosa sia un Parco Agricolo, uno degli esempi più noti in Italia di questo progetto agro-urbano: www.parcoagricolosudmilano.it
Anna Lazzerini