I costruttori del verde chiedono detrazioni nel Decreto Rilancio
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Assoverde ha scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte per chiedere che i livelli di detrazione del “bonus verde” (per interventi in giardini, spazi verdi privati ecc.) siano equiparati a quelli dell’“ecobonus” (per lavori di efficientamento energetico nelle case ecc.). Da Prato appello a Governo e Parlamento per applicare l’ecobonus a tutte le “nature based solutions” architettoniche del progetto “Urban Jungle”.
Le ipotesi circolate nei giorni scorsi di detrazioni anche fino al 110% per interventi di efficientamento energetico e tutela ambientale nell’ambito di opere di ristrutturazione immobiliare stanno facendo sperare gli operatori del verde. Il loro obiettivo è rendere il trattamento fiscale dei lavori inclusi nel “bonus verde”, quali interventi per giardini e spazi verdi privati, uguale a quello degli interventi soggetti a “ecobonus”, che hanno detrazioni più alte e che potrebbero essere aumentate nel “Decreto Rilancio” o “Decreto Maggio (già “Decreto Aprile”). Mossa logica, visto che gli interventi a verde e l’uso sapiente di piante nelle soluzioni architettoniche possono davvero consentire significativi efficientamenti energetici e riduzioni delle emissioni inquinanti climalteranti.
Così ieri Assoverde, l’Associazione italiana costruttori del verde, ha inviato una lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte, e per conoscenza ai ministri dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri e delle Politiche agricole Teresa Bellanova, in cui chiede che nel Decreto Rilancio siano previste le tre seguenti misure: 1) «equiparare gli interventi di opere a verde, oggi detraibili per il 36%, agli altri interventi che già prevedono una detrazione variabile dal 50% al 65%, per i quali si sta parlando di detrazione del 100%, se non del 110%»; 2) «portare il massimale di spesa, dagli attuali 5.000 euro, ad almeno 30.000-50.000 euro, affinché si possano realizzare interventi di reale rilevanza» rispetto alle finalità ecologiche sopra ricordate; 3) «ridurre a 5 anni i tempi di ammortamento di tali spese, in modo da incentivare in maniera diffusa l’uso di tale strumento, in considerazione della rilevanza che ad esso va attribuita».
Sempre ieri una richiesta analoga è arrivata dalla città di Prato, dove il Comune e il gruppo di progettazione Prato Urban Jungle, che vede coinvolti il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso e l’architetto Stefano Boeri, hanno lanciato un appello al Governo e al Parlamento: «inseriamo nel DL Maggio le Nature Based Solutions (le soluzioni architettoniche naturali o vegetali, ndr) nella platea delle opere da considerare nell’ecobonus 2020 e quindi detraibili. L'iniziativa del Governo di portare le detrazioni fiscali al 110% rappresenta un’innovazione fondamentale e può determinare un rilancio senza precedenti per il settore edile. Le risorse daranno una risposta concreta alla necessità di migliorare sismicamente ed energeticamente il patrimonio edilizio esistente nazionale».
Adesso non resta che attendere il decreto. Se son rose fioriranno.
L.S.