Glifosato, Confagricoltura PT: l’Efsa non ha identificato aree critiche per la salute

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Glifosato, Confagricoltura PT: l’Efsa non ha identificato aree critiche per la salute

Il direttore di Confagricoltura Pistoia sulle conclusioni diffuse ieri dall’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti sull’impatto del glifosato. Lombardi: «la nota dell’Efsa fa ben sperare per la chiusura dello studio, ma i vivaisti continueranno a ridurre l’uso di prodotti chimici di sintesi dove esistono alternative». 

 
Prudente ottimismo di Confagricoltura Pistoia e in particolare del direttore Daniele Lombardi a seguito della nota diffusa ieri dall’Efsa - European Food Safety Authority, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – sulle conclusioni della propria valutazione scientifica sul rischio del glifosato, l’erbicida più diffuso in agricoltura la cui autorizzazione in Unione Europea sarà rinnovata o respinta a metà dicembre 2023. 
«Come evidenziato nel comunicato dell’Efsa di ieri – dichiara il direttore di Confagricoltura provinciale Daniele Lombardi - le prime conclusioni dell'Efsa riguardo all'impatto del glifosato non hanno individuato alcuna area critica di preoccupazione in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente. Ciò fa ben sperare per la chiusura dello studio attesa entro fine luglio, in occasione della quale saranno forniti ulteriori dettagli sui dati e sulle modalità di uso». «È importante sottolineare – aggiunge Lombardi - che già nel 2021 l'Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, aveva dichiarato che in base alle prove scientifiche disponibili il glifosato non può essere classificato come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica». 
«Ad ogni modo – continua Lombardi - Confagricoltura Pistoia, come principale organizzazione del settore vivaistico a livello nazionale, registra una sensibile riduzione nel vivaismo dell'utilizzo di agrofarmaci. I vivaisti sono attivamente impegnati oggi, nella ormai preponderante coltivazione in vaso, nella diffusione dell’impiego di pacciamanti naturali quali cippato e Miscanthus e in generale nella diffusione dei metodi della lotta integrata, come dimostrato ad esempio nel recente progetto Autofitoviv di sperimentazione delle “buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale”, condotto in collaborazione, fra gli altri, con l’Accademia dei Georgofili. Inoltre il Laboratorio Pistoia Fitolab, in fase finale di progettazione, consentirà indirettamente ulteriori tagli all’uso della chimica di sintesi». 
«È però fondamentale – conclude Lombardi – tenere conto dei risultati della ricerca scientifica sul glifosato, che tuttora è necessario e privo di alternative in molti contesti se si vogliono prevenire le malattie delle piante e poi magari trattamenti ancora più invasivi contro patogeni generati dalle erbe stesse. Attendiamo quindi con interesse e fiducia i risultati finali dello studio dell’Efsa per valutare meglio la questione, continuando a promuovere pratiche sostenibili a livello ambientale ed economico nel vivaismo e in tutto il settore primario».
 

Redazione