Fra mimose, altre piante e semi, l’agricoltura celebra le donne

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Per la festa della donna si vendono 12 milioni di ramoscelli di mimose (l’85% delle vendite annue). La produzione italiana è per il 90% in Liguria (dove si trovano 1500 produttori). Coldiretti: «quest’anno raccolta della mimosa anticipata per evitare il gelo». Cia: «acquistate anche altre piante e semi per valorizzare la biodiversità». Intanto crescono le imprenditrici agricole under 35: per Coldiretti +6,6% nel 2017, cioè quasi 14 mila su 215 mila aziende agricole guidate da donne.

«Sono circa 12 milioni i ramoscelli di mimosa salvati quest’anno dal gelo siberiano che verranno donati l’8 marzo come omaggio all’impegno delle donne nella società». A stimarlo è Coldiretti, che ricorda che quest’anno «la raccolta della mimosa è scattata in anticipo per sottrarre i fiori alla spallata di ghiaccio e neve che ha sconvolto la Penisola da nord a sud». Una quantità di vendite, come ha precisato la Confederazione italiana agricoltori (Cia), che equivale a «l’85% degli acquisti annui».
«Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, la mimosa esprime anche un importante valore ambientale – sostiene Coldiretti – perché è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. I ramoscelli che verranno regalati – spiega Coldiretti – sono praticamente tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia in Liguria dove operano circa 1500 produttori e si realizza oltre il 90 per cento della produzione italiana». Coldiretti dà anche alcuni consigli per conservare al meglio le mimose acquistate: «tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore». «Dal punto di vista botanico si tratta in realtà di Acacia dealbata – aggiunge Coldiretti -. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois, che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico».
Cia invece caldeggia di non fossilizzarsi sulle mimose e di regalare oggi anche altre piante e semi. «Azalee, begonie, primule, narcisi e rose, ma anche piante officinali e piante alimentari»: sono questi i consigli per celebrare l’8 marzo di Donne in Campo, Agia e Anp, le associazioni di Cia-Agricoltori Italiani che rappresentano donne, giovani e pensionati, le quali invitano tutti «a recarsi nei tanti vivai sparsi in Italia per acquistare e regalare piante e semi: un’azione “verde” per sensibilizzare i cittadini sul valore di agricoltura e ambiente e sulla straordinaria biodiversità dell’Italia, ma anche un gesto simbolico per celebrare le fonti di ogni vita. Il suolo, i semi, le piante rappresentano il primo anello della catena alimentare e sono il simbolo della sostenibilità ambientale. Difenderli e curarli è il compito di tutti, a partire dal mondo agricolo che ogni giorno contribuisce a garantire la sicurezza alimentare valorizzando la biodiversità. Il rispetto della natura è un passo fondamentale per contrastare la cultura della sopraffazione che causa la violenza contro donne e anziani. Per imparare a rispettare e a valorizzare la diversità e la biodiversità, quale migliore esercizio che accudire e crescere una nuova vita vegetale? Quindi semi e piante, e ovviamente mimose, […] poi rampicanti e piante aromatiche, cereali, pomodori, insalata etc.».
Coldiretti coglie l’occasione della festa della donna per comunicare alcuni dati sulle donne in agricoltura e in particolare le imprenditrici under 35. «Sono aumentate del 6,6% nell’ultimo anno le imprese agricole guidate da giovani donne per un totale di 13.887 realtà nel 2017» fa sapere l’associazione di categoria agricola, precisando che si tratta di un’elaborazione su dati della Camera di Commercio di Milano rispetto alla rappresentanza femminile under 35 nei campi, nelle stalle e negli agriturismi. «In pratica – osserva Coldiretti – in agricoltura una impresa giovanile su quattro viene gestita da ragazze».
«Nella loro attività imprenditoriale – spiega Coldiretti – le agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo. Una capacità imprenditoriale che ha creato dato direttamente lavoro a oltre 15mila persone, senza contare l’occupazione generata dall’’indotto». «Le quasi 215mila aziende agricole guidate da donne in Italia – conclude Lorella Ansaloni, responsabile nazionale delle donne imprenditrici della Coldiretti – sono un patrimonio di tutto il Paese con un peso all’interno del mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale».

L.S.