Florovivaismo Ue: domanda -80%. Chiesto sostegno anticrisi

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Rivolto al Commissario all'Agricoltura Wojciechowski, un appello per salvare il florovivaismo europeo dalla crisi da Covid-19 è stato inviato il 10 aprile da 9 grandi organizzazioni della filiera (7 internazionali con base in Europa, 1 francese e 1 olandese) fra cui l’ENA. Tra le richieste a breve termine, liquidità e compensazioni dell’80% dei costi di produzione e smaltimento dei prodotti invenduti; a medio-lungo termine, statistiche annuali della Commissione europea e linea di bilancio per la promozione di piante e fiori, considerato il loro ruolo non solo ornamentale: nel mitigare cause ed effetti del cambiamento climatico e per il contributo alla salute e qualità della vita dei cittadini.          


«Necessità di misure straordinarie per sostenere il settore dei fiori e delle piante vive perché sopravviva alla crisi da Covid-19».
E’ l’oggetto della lettera congiunta inviata il 10 aprile scorso al Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale Janusz Wojciechowski da un gruppo di 9 grandi organizzazioni (7 internazionali, 1 francese e 1 olandese) con sede in Europa e che rappresentano tutti i segmenti e comparti del settore “Fiori e piante vive” (l’intera filiera florovivaistica) nell'UE. Settore o filiera che abbraccia i fiori recisi, le piante da interno ed esterno a scopo ornamentale e per finalità ecologiche, il materiale di propagazione e i bulbi e che coinvolge migliaia di aziende che danno lavoro a 760 mila persone (di cui 335 mila nella produzione) per un giro d’affari stimato attorno ai 48 miliardi di euro
Motivo? «Stime preliminari suggeriscono che la domanda complessiva di fiori e piante vive – si legge nel comunicato stampa seguito alla lettera - è diminuita dell'80% nell’Unione europea con l'introduzione delle misure di lockdown e l’immediata chiusura dei punti vendita specializzati non essenziali (negozi di fiori, mercati locali e garden center) nella maggior parte dei Paesi europei» a causa del diffondersi dell’epidemia da Coronavirus. Sono state cancellate inoltre festività ed eventi fondamentali per il mercato florovivaistico quali le celebrazioni pasquali, le feste della mamma, il Primo Maggio. Queste sfortunate circostanze e il massiccio effetto domino che ne è derivato hanno portato all’immediato collasso della domanda di piante e fiori e posto tutte le aziende della filiera in una posizione di estrema vulnerabilità, visto che il settore stava entrando nell’alta stagione (da marzo a giugno), durante la quale viene realizzato dal 50 all'80% del suo fatturato annuo». 
E non è tutto, come si legge nella lettera, i prodotti florovivaistici «sono altamente deperibili e stagionali, basati su un ciclo vegetale naturale che non può essere interrotto durante la crisi». Ed è inoltre impossibile stoccarli o riorganizzare la fornitura in queste circostanze poiché non esistono canali di vendita capaci di fornire un’alternativa sufficientemente consistente a breve/medio termine in rapporto ai consueti volumi di mercato. Il consumo di fiori e piante vive prodotti nell'Ue, spiegano ancora i firmatari, è all'85% nel mercato interno dell'Ue. Ma anche il restante 15% destinato all'esportazione è stato colpito duramente, poiché la maggior parte dei paesi di destinazione ha applicato misure di blocco simili, mentre anche i flussi delle importazioni dai partner della catena di approvvigionamento nei paesi del sud, pari a meno del 10% del valore di mercato totale dell'Ue, si sono praticamente fermati. Di conseguenza, tutti i fiori e le piante prodotti che non sono stati venduti in tempo sono stati e continuano ad essere distrutti su larga scala in Europa e non solo.
Da qui la necessità della lettera alla Commissione europea, che rappresenta una mossa frutto di un’alleanza senza precedenti e ha come firmatari UNION FLEURS (International Flower Trade Association), ENA (European Nurserystock Association), ARELFH (Assemblea delle regioni orto-florovivaistiche europee), VAL’HOR (l’associazione interprofessionale francese della filiera florovivaistica), VBN (Associazione delle aste di fiori olandesi) CIOPORA (l’Associazione internazionale degli allevatori di varietà orticole riprodotte asessualmente), ANTHOS (Associazione commerciale dei prodotti dei vivai e dei bulbi da fiore), FLEUROSELECT (Associazione internazionale di ibridatori, produttori e distributori di materiale di moltiplicazione delle piante ornamentali) ed ELCA (Associazione europea degli appaltatori del paesaggio, i costruttori e manutentori del verde).   
Che cosa chiedono questi importanti soggetti della filiera florovivaistica internazionale?
Consapevoli delle richieste avanzate due giorni prima da Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole) e Cogeca (Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Unione europea) e adottando un approccio simile, i 9 firmatari chiedono:
1) Misure di sostegno straordinario temporaneo e a breve termine per i produttori e tutti gli altri operatori della filiera (commercio, commercio all'ingrosso, distribuzione, ibridatori, punti vendita specializzati) che richiedono urgente adozione. Vale a dire l’attivazione di misure eccezionali per la gestione delle crisi su misura, come ad esempio (ma non solo) quelle previste ad esempio dall'articolo 221 del Regolamento 1308/2013 sulle Organizzazioni comuni di mercato (Ocm), al fine di consentire al settore di beneficiare dell'assistenza finanziaria dell'Ue per:
- garantirsi liquidità finanziaria e compensare la distruzione delle scorte e le perdite operative (per il periodo marzo-giugno 2020);
- beneficiare di misure per compensare almeno l'80% dei costi di smaltimento e dei costi di produzione di piante e fiori non venduti;
- mantenere il funzionamento del mercato unico dell'Ue.
2) Misure a medio e lungo termine:
- l’istituzione di una linea di bilancio dedicata pluriennale specificamente progettata per affrontare il problema della promozione di fiori e piante verso i consumatori nell'ambito dei programmi di promozione dell'UE per i prodotti agricoli previsti dal Reg. UE 1404/2014;
- riprendere l'organizzazione delle riunioni annuali del Gruppo di dialogo civile (Cdg) sull’orto-florovivaismo dedicate al settore “Fiori recisi e piante vive” per assicurare uno scambio regolare di informazioni con i servizi della Commissione europea e l’opportunità di un dialogo costruttivo;
- attuare una raccolta e una pubblicazione annuali di statistiche e dati sul settore florovivaistico (ad es. produzione, consumo o commercio) da parte della Commissione come avviene per altri settori agricoli.
«Sottolineiamo – si conclude la lettera - che il settore dei fiori e delle piante vive contribuisce in modo determinante sia alla tutela dell’ambiente che alla salute pubblica: tutti gli studi convergono nel dimostrare che i fiori e le piante nei giardini e nelle città hanno il potenziale per fornire soluzioni al fine di mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici agendo come trappole di CO2 e rendendo le città congestionate più vivibili, così aumentando la qualità della vita dei cittadini europei e contribuendo direttamente a uno stile di vita sano, salute mentale inclusa. Con le discussioni politiche in corso sul “Nuovo Green Deal Europeo” e la “Strategia Farm to Fork” (dai campi alla tavola), è importante che il potenziale contributo del settore florovivaistico alla lotta ai cambiamenti climatici non venga dimenticato».

Lorenzo Sandiford