FERTILIZZANTI: COPA-COGECA CRITICA LE SANZIONI UE SU RUSSIA E BIELORUSSIA

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L’UE vuole ridurre la dipendenza dai fertilizzanti russi, ma servono più tempo e alternative. Copa e Cogeca propongono nuovi fornitori, stop ai dazi e misure urgenti per evitare rincari e danni agli agricoltori.

 

La Commissione Europea ha avanzato una proposta per imporre sanzioni sulle importazioni di fertilizzanti dalla Russia e Bielorussia, sollevando forti critiche da parte di Copa e Cogeca, le principali organizzazioni europee degli agricoltori e delle cooperative agricole. Secondo queste associazioni, la decisione, priva di un’adeguata valutazione d’impatto, potrebbe aggravare la crisi del settore agricolo dell’UE, aumentando i costi per gli agricoltori e mettendo a rischio la sicurezza alimentare europea.

Durante la riunione dei Praesidia della scorsa settimana, Copa e Cogeca hanno riconosciuto la necessità di ridurre le dipendenze strategiche dell’Europa in materia di fertilizzanti, proponendo tuttavia un approccio più graduale. Chiedono di posticipare di un anno l’entrata in vigore delle nuove tariffe, limitando le misure solo ai fertilizzanti azotati e prevenendo sovrapposizioni con altre tasse, come i dazi antidumping e il CBAM (meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere).

Per affrontare lo shock immediato, Copa e Cogeca suggeriscono di abolire i dazi all’importazione sui fertilizzanti provenienti da paesi terzi non sanzionati e di promuovere l’uso di fertilizzanti organici, come letame e digestati, con deroghe alle restrizioni imposte dalla direttiva sui nitrati. Propongono inoltre un rafforzamento del monitoraggio dei prezzi e l’introduzione di misure di salvaguardia automatiche nel caso in cui i prezzi dei fertilizzanti superino i livelli di riferimento.

I fertilizzanti rappresentano un fattore chiave per la produttività agricola e incidono significativamente sui costi di produzione degli agricoltori europei. Copa e Cogeca avvertono che, senza interventi correttivi, la proposta della Commissione potrebbe avere effetti negativi già dall’estate 2025, minacciando la sovranità alimentare dell’UE. Chiedono quindi che il dossier venga trattato come una priorità politica, per evitare di compromettere il settore agricolo europeo.

Redazione