Dopo le unioni civili i parchi. Il PD nella bufera

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Dopo la débâcle sulle unioni civili, Il Partito Democratico è ancora al centro della bufera in Senato, questa volta messo sotto attacco dalle associazioni animaliste ENPA e Lipu, che lamentano il respingimento di alcuni emendamenti alla legge 394/1991 sulla tutela dei parchi ambientali.

La commissione Ambiente e Territorio del Senato si è infatti nuovamente riunita ieri per discutere il nuovo testo di legge che dovrà integrare quello sulla tutela dei parchi e delle aree protette faunistiche e marine. ENPA e Lipu accusano il relatore Massimo Caleo (Pd) di aver affossato gli emendamenti all’articolo 10 del nuovo testo, che avrebbe impedito l’apertura dei parchi all’attività venatoria. "Un attacco feroce alla biodiversitàcommentano gli animalistiche mai in tanti anni avevamo visto, neppure nei peggiori momenti di caccia selvaggia. Il governo intervenga e fermi questo potenziale disastro, che azzera la sostanza della protezione ambientale d'Italia e consegna le migliori aree naturali italiane alle doppiette".
La replica del Senatore non si è fatta attendere e già in serata ha provato a gettare acqua sul fuoco tramite il portale dei Senatori del Pd. “Se si fossero prese la briga di leggere ben il testo base all’esame della Commissione – ha dichiarato Caleo – le associazioni in questione si sarebbero accorte che, rispetto alla legge attualmente in vigore, all’articolo 6 comma 3 è introdotto in maniera inequivocabile il divieto di attività venatoria nei parchi nazionali e all’articolo 16 comma 1 per i parchi regionali.”
Secondo Caleo, l’articolo 10 mira ad una maggiore regolamentazione persino della cattura e degli abbattimenti selettivi, “ma introduce il previo parere vincolante di ISPRA e stabilisce che ad effettuare i prelievi siano solo coloro che abbiano svolto un corso di formazione organizzato dal parco e validato dalla stessa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr).”

Redazione Floraviva