Consorzi IG di Origin Italia in cerca di «equilibrio» con la Gdo

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presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi

All’assemblea di Origin Italia 70 Consorzi di tutela in rappresentanza di 80 mila imprese del comparto DOP IGP. La ministra Bellanova: «patti di filiera e punti di equilibrio con la grande distribuzione per la valorizzazione dei prodotti di eccellenza». Il presidente di Origin Italia Baldrighi: «ristorazione in difficoltà, ma grandi margini di sviluppo, in compagnia anche di MacDonald» e «gdo forte ora, ma non tutti i prodotti sono adatti a questo canale, anche per pratiche commerciali svalorizzanti». De Castro: «il Food&Wine europeo vale 75 miliardi e i prodotti certificati sono venduti a un prezzo doppio». Confagricoltura: «il patrimonio DOP e IGP italiano ha superato nel 2019 i 16 miliardi di euro, in crescita del 6%, con l’export a oltre 9 miliardi: con questi numeri ruolo sempre più strategico».


«Per valorizzare i prodotti agroalimentari di qualità è nostra intenzione promuovere tavoli di confronto tra i consorzi di tutela e la Gdo per favorire il potenziamento della comunicazione ai cittadini in merito al valore aggiunto che hanno i prodotti a denominazione di origine. Dovranno essere trovati punti di equilibrio con la grande distribuzione, dovranno essere introdotti patti di filiera per la crescita e la valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza. OriGIn Italia, quale organizzazione dei consorzi italiani, sarà chiamata ai tavoli in cui saranno assunte decisioni operative per la crescita del sistema delle indicazioni geografiche». 
Un riconoscimento importante per le indicazioni geografiche italiane e per Origin Italia nelle parole della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova, intervenuta oggi subito dopo l’assemblea 2020 di OriGIn Italia, a cui hanno partecipato 70 Consorzi di tutela in rappresentanza di 80mila imprese del comparto DOP IGP, a una tavola rotonda con decisori politici, istituzioni e stakeholder nazionali per confrontarsi su strategie e politiche di rilancio dell’agroalimentare. 
«La riorganizzazione che noi stiamo affrontando - ha sottolineato Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, nato nel 2006 come Aicig (Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche) - va esattamente nella direzione di offrire a tutti i consorzi gli strumenti che ci consentono di garantire l’assistenza alle organizzazioni consortili, un’attività di tutela e la comunicazione dei prodotti sui canali sui quali quotidianamente operiamo». A cominciare da «quello della ristorazione che è in grande difficoltà perché ha dovuto subire più di ogni altro i provvedimenti che ci servono per gestire l’emergenza sanitaria» ma che «è comunque un settore dove abbiamo grandi margini di sviluppo e dove abbiamo dei compagni di viaggio come McDonald’s molto attivi». «Dovremo avere tutti gli strumenti per accompagnare i nostri prodotti nel mondo della ristorazione – ha aggiunto Baldrighi -, che non è solo un’occasione di consumo ma anche di promozione importante nazionale ed internazionale». «Il secondo canale riguarda la Gdo – ha continuato il presidente di Origin Italia - che in questo momento può continuare a lavorare meglio di altri settori e quindi i prodotti che meglio si adattano a questa distribuzione traggono un beneficio». «Ma questo non vale per tutti – ha precisato Baldrighi -, ecco perché dobbiamo pensare, come ha detto il ministro, a delle interlocuzioni che abbiamo già avviato anche per contrastare le pratiche commerciali svalorizzanti. Proprio oggi presenteremo infatti l’accordo tra OriGIn Italia, Qualivita e Eataly per una presenza con una evidenza importante di tutti i nostri prodotti sul mercato nazionale e internazionale».
Ha ricordato il grande valore delle Indicazioni Geografiche l’europarlamentare Paolo De Castro: il Food&Wine europeo vale 75 miliardi di euro, ed il 20% è realizzato fuori UE; mentre il prezzo pagato per i prodotti certificati è il doppio degli equivalenti prodotti non certificati. «Non ci potrà essere competitività sui mercati internazionali se non si è capace di essere organizzati e di fare offerta insieme – ha detto De Castro -. In Europa abbiamo costruito strumenti per dare più forza ai Consorzi per una gestione efficace dell’offerta».
Coesione e unità di intenti da parte dei Consorzi di tutela e della filiera agricola: fra gli interventi quello di Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Dino Scanavino, presidente Cia Agricoltori Italiani e Franco Verrascina, presidente Copagri. Da parte delle organizzazioni di categoria è stata ribadita l’importanza di una valorizzazione delle Dop e Igp, per creare reddito alle imprese e dare forza sui mercati al Made in Italy, e con la piena disponibilità a collaborare con i Consorzi di tutela.
Sul ruolo «sempre più strategico» dei consorzi di tutela DOP e IGP per la crescita dell’agroalimentare italiano si è soffermata in particolare Confagricoltura in un comunicato successivo alla tavola rotonda di Origin Italia. Massimiliano Giansanti ha ricordato che «il patrimonio DOP e IGP italiano ha superato nel 2019 i 16 miliardi di euro, in crescita del 6%. Nel 2019 in Italia erano presenti 824 prodotti DOP, IGP, STG, ovvero più di un quarto di tutti quelli registrati nel mondo. E il comparto è particolarmente importante anche per l’export, che nel 2019 per la prima volta ha superato il valore di 9 miliardi di euro, mantenendo stabile la quota del 21% di tutto l’agroalimentare italiano». E, per quanto riguarda l'impatto territoriale, «tutte le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere IG agroalimentari e vitivinicole, sebbene le prime quattro regioni per impatto economico si trovino nel Nord Italia». «Se questi sono i numeri – ha detto Giansanti – è chiaro che aumentare la produzione agricola nazionale significhi puntare proprio sulle indicazioni geografiche, per crescere sul mercato interno e occupare nuovi spazi a livello internazionale. Quegli spazi occupati, ad esempio, dall’italian sounding, che da solo vale 100 miliardi di euro. E’ necessario dunque rafforzare il ruolo di promozione, tutela e informazione dei consorzi, che dovranno essere sempre più ancorati al territorio e alla produzione agricola, in primo luogo per contrastare le grandi lobby che in Europa si stanno muovendo a favore del cosiddetto cibo sintetico». 

Redazione