Annuario agricoltura italiana 2021 del CREA: agroalimentare a 549 mld
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Il 75° Annuario dell’agricoltura italiana presentato il 22 dicembre: agroalimentare a 549 mld (15% dell’economia) grazie a +7,6% alimentare e +6,4% agricoltura.
«La sempre più pressante emergenza climatico-ambientale, l’uscita dalla pandemia, un nuovo conflitto bellico, l’emergere di nuove forme di povertà, ricollocano l’agricoltura e l’agro-alimentare al centro dell’interesse pubblico, del dibattito tecnico-scientifico e, quindi, dell’agenda politica mondiale».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) Carlo Gaudio giovedì 22 dicembre alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2021, guida autorevole e completa sullo stato di salute del settore in Italia realizzata dal CREA con il suo Centro Politiche e Bioeconomia. L’Annuario, giunto alla 75^ edizione, ha aggiunto Gaudio, «dal 1947, analizza l'andamento e l’evoluzione del sistema agro-alimentare nazionale. Così come 75 anni fa il I° Volume rifletteva il momento straordinario affrontato dal Paese dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, allo stesso modo anche quest’ultimo, dedicato al 2021, restituisce un’immagine vitale dell’agricoltura nazionale, di fronte alle molte sfide di questo millennio».
Dunque nel 2021 l’intera filiera agroalimentare ha rappresentato il 15% del fatturato globale dell’economia nazionale. La crescita, rispetto al 2020, del fatturato complessivo dell’agroalimentare si deve alle buone performance sia dell’agricoltura (+6,4%) sia, soprattutto, dell’industria alimentare (+7,6%), in aumento anche rispetto ai livelli pre-pandemia (+2,5% sul 2019).
La nostra filiera agroalimentare, ha dichiarato il direttore generale di CREA Stefano Vaccari, è «un sistema che anche nel 2021 ha dimostrato straordinaria vitalità e che nel complesso fattura oltre 549 miliardi di euro. A livello europeo l’Italia agricola cresce, ma meno di altri Paesi e perde la leadership del valore aggiunto che deteneva da 8 anni. Rimane comunque elevata la capacità delle aziende agricole italiane di produrre valore: delle quattro maggiori agricolture europee, Francia, Italia, Germania e Spagna, un ettaro italiano continua a produrre più del doppio del valore aggiunto di tutti gli altri Paesi. Straordinario rimane l’apporto delle attività connesse agricole, che con oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021 si confermano strategiche per l’intera agricoltura nazionale, costituendo un quinto dell’intera produzione lorda vendibile italiana».
Dal punto di vista strutturale, spiega il CREA, da un lato, c’è stata una massiccia fuoriuscita di aziende dal settore (-30%), in particolare di piccola e piccolissima dimensione: in calo quelle sotto un ettaro (rappresentano circa il 21% del totale nel 2020 contro l’oltre 30% del decennio precedente) mentre aumentano quelle da 50 ettari in su (dal 2,8% a oltre il 4,5%); dall’altro, invece, la crescita della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) media aziendale da 8 a 11 ettari (1,2 milioni ettari). [Dati 7° Censimento agricoltura 2020 ISTAT].
Come si compone la catena del valore del sistema agroalimentare italiano nel 2021? Il 27,7% dei 549 miliardi di euro sono attribuibili al segmento “Intermediazione e commerci all’ingrosso dei prodotti alimentari”, al 27,6% si attesta il comparto “Industria alimentare, bevande e tabacco”, al 25,3% è il “Commercio al dettaglio dei prodotti alimentari”, all’11,2% “Agricoltura, caccia e pesca” e all’8,1% la “Ristorazione”. Invece, riguardo alla produzione agricola, che ha un valore corrente pari a 60,34 miliardi di euro, il 53,1% è attribuibile a coltivazioni agricole, il 28% agli allevamenti zootecnici e il 18,9% a servizi e attività secondarie. La produzione agricola italiana, seconda in Europa, vale il 13,5% di quella dell’Ue a 27 paesi. Nel contesto della produzione italiana, le colture vegetali valgono un po’ oltre i 32 miliardi di euro (+5,7% sul 2020, ma con aumento dei prezzi di materie prime, logistica e trasporti del 9,8% sul 2020).
Sul fronte degli scambi agroalimentari con l’estero, nel 2021 le esportazioni hanno superato per la prima volta il valore dei 50 miliardi di euro (+11,3% a 50,5 miliardi di euro) e si è confermato positivo il valore del saldo commerciale (2,2 miliardi di euro), ma molto meno che l’anno precedente (il saldo si è ridotto di oltre il 22% rispetto al 2020), per via di un aumento del 13,6% delle importazioni (salite a 48,3 miliardi).
L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualità certificata DOP/IGP, che contano 316 prodotti agroalimentari e 526 vini, con risultati record in termini di valore della produzione e delle esportazioni, che hanno raggiunto rispettivamente gli 8 miliardi di euro (+9,7%) e la cifra record di 4,4 miliardi (+12,5%). Inclusi i vini, il valore supera i 19 miliardi di euro rappresentando il 21% sul fatturato dell’agro-alimentare nazionale.
Primato anche per il biologico con 2,2 milioni di ettari coltivati, che collocano l’Italia tra i primi paesi produttori in Europa: 17,4% della SAU nazionale a fronte del più contenuto 9,1% della media UE.
Dal punto di vista ambientale, le emissioni agricole rappresentano l’8,6% del totale delle emissioni nazionali (+4,2% rispetto al 2019), ma nel lungo periodo (1990-2020) si è registrata una diminuzione delle emissioni del settore superiore all’11%. Nel 2021 si segnala un aumento sia del numero degli impianti di biogas che dei metri cubi prodotti di biogas e biometano in Italia (circa 2 miliardi di standard metri cubi di biometano e oltre 40 milioni di tonnellate di biomasse agricole).
Stabile al 20% il peso delle attività di diversificazione dell’agricoltura sul valore della produzione con un contributo pari a 12,52 miliardi di euro nel 2021, in netta ripresa dopo le grandi difficoltà legate alla pandemia. Le aziende diversificate sono circa il 5,7% del totale e l’attività più diffusa si conferma l’agriturismo (che interessa quasi il 38% delle aziende con attività connesse), seguita dal contoterzismo attivo (14,5% del totale delle aziende con attività connesse). La produzione di energia da fonti rinnovabili fa segnare una crescita del 200% delle aziende in dieci anni.
Si conferma rilevante la spesa pubblica per il settore agricolo: poco superiore ai 12 miliardi di euro (+10,8% rispetto all’anno precedente). Dall’UE provengono i due terzi (67%) di questo sostegno, mentre i fondi nazionali coprono il 19% e quelli regionali il restante 14%.
«L’Annuario dell’Agricoltura italiana, il Rapporto sul commercio con l’estero e "Itaconta" sono le storiche pubblicazioni istituzionali del Centro CREA PB – ha ricordato Alessandra Pesce, direttrice del CREA Politiche e Bioeconomia – emblemi di una tradizione di studio e analisi del settore agroalimentare che ha contribuito in maniera determinante al disegno delle politiche di sostegno al settore, come ha dimostrato anche il supporto dato alla recentissima elaborazione del Piano Strategico della PAC, il più consistente strumento di programmazione in favore della filiera agroalimentare, con una dotazione di oltre 37 miliardi di euro in cinque anni».
Redazione