Alla guida di Fedagripesca Confcooperative Carlo Piccinini
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Eletto il 9 giugno, il neo presidente di Fedagripesca-Confcooperative Carlo Piccinini ha detto che bisogna rimandare la Farm to Fork e ridurre il cuneo fiscale.
«Procedere con cautela sulla strategia Farm to Fork, rimandando i tempi di attuazione. Perché si possano conseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale è necessario tutelare e garantire la sostenibilità economica delle imprese».
Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dal nuovo presidente di Fedagripesca-Confcooperative Carlo Piccinini il 9 giugno scorso a Roma subito dopo essere stato eletto nel corso dell’assemblea nazionale a cui partecipavano oltre 300 delegati.Piccinini, 49 anni, modenese, laureato in Economia e Commercio, è vice presidente della cantina sociale di Carpi Sorbara e attuale presidente di Confcooperative Modena. Ha guidato Fedagripesca Emilia Romagna dal 2014 al 2022 e adesso prende le redini del livello nazionale dell’associazione, che conta 3.148 imprese agroalimentari e della pesca con oltre 411.000 soci, 73.520 addetti, per un fatturato che supera i 30,5 miliardi di euro, pari ad oltre il 20% del made in Italy agroalimentare, come ricordato da Fedagripesca.
«Raccolgo in eredità da Mercuri, che ringrazio per il grande lavoro svolto, una federazione in salute – ha dichiarato il neo presidente Carlo Piccinini -. Oggi però le nostre imprese vivono un momento di grande difficoltà, dovuto all’aumento generalizzato dei costi delle materie prime, dei costi energetici e di produzione e la carenza di manodopera in un quadro segnato dall’instabilità geopolitica causata dalla guerra; sul piano interno, si fa sentire la morsa dell’aumenti dei prezzi al consumo, la crescita dell'inflazione e la contrazione della spesa alimentare».
Per difendere la competitività delle imprese dell’agroalimentare e della pesca, ha sostenuto Piccinini, occorre «tutelare prima la sostenibilità economica delle imprese chiamate a perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale e che si proceda con cautela con la transizione green delineata dall’Europa attraverso la strategia Farm to Fork, rimandando i tempi di attuazione per rendere realmente raggiungibili gli obiettivi introdotti a livello europeo e internazionale».
Inoltre, secondo Piccinini, «è necessario aumentare la produttività del lavoro ferma in Italia da più di vent’anni: i salari bassi rendono poco attrattivo il mercato del lavoro nel nostro Paese rispetto ad altri paesi nostri concorrenti, sia per lavoratori stranieri che per quelli italiani, per via del basso potere d’acquisto per i lavoratori». Lo scenario non cambierà finché il costo del lavoro rimarrà così alto, ha aggiunto, bisogna «ridurre il cuneo fiscale, finanziare la formazione professionale in generale, ma soprattutto in azienda, e supportare le aziende negli investimenti nelle nuove tecnologie che rendono più efficiente l’utilizzo della manodopera aziendale». «La mancanza di manodopera, l’assenza di turn over nella pesca e la carenza di competenze tecniche e specifiche in materie informatiche, operative e logistiche – ha proseguito Piccinini - rischiano di paralizzare il sistema. La forte pressione fiscale e contributiva sul lavoro incide sulla competitività delle imprese».
«Molte aziende sono pronte ad assumere, ma mancano i lavoratori e le giuste competenze – ha concluso il neo presidente di Fedagripesca -. Il pericolo è che le imprese e interi comparti produttivi del nostro Made in Italy possano perdere la propria competitività».
Redazione