Al via il fermo pesca 2016: un buon compromesso che ricalca il modello 2015
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«Abbiamo confermato lo stesso modello dello scorso anno che ha soddisfatto tutte le attese» ha dichiarato il sottosegretario con delega alla pesca, Giuseppe Castiglione, dopo aver firmato il provvedimento ministeriale di fermo pesca che interessa 2300 imbarcazioni italiane.
L'arresto temporaneo e obbligatorio dell'attività di cattura riguarda le unità autorizzate all'uso del sistema a strascico (reti a strascico a divergenti, sfogliare, rapidi e reti gemelle). Sono circa 2300 le imbarcazioni interessate dal fermo: ovvero il 18% dell'intera flotta da pesca italiana. Percentuale che sale fino al 47 e al 60%, se l'incidenza viene calcolata rispettivamente sulla potenza motrice e sulla stazza. Le prime a fermarsi sono le unità autorizzate all'uso del sistema a strascico iscritte nei compartimenti marittimi da Trieste a Rimini. Lo stop è partito lo scorso 25 luglio e proseguirà per 43 giorni, fino al 5 settembre. Dal 16 agosto al 26 settembre, per 42 giorni, l'arresto delle attività riguarderà i compartimenti marittimi da Pesaro a Bari. Da Brindisi a Imperia l'interruzione sarà di trenta giorni dal 17 settembre al 16 ottobre. Come negli scorsi anni, il fermo obbligatorio per Sicilia e Sardegna sarà disposto con provvedimenti regionali per una durata che non sarà comunque inferiore a trenta giorni.
La compensazione per il mancato reddito degli armatori sarà erogata attingendo alle risorse del Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). Per i marittimi imbarcati è prevista invece l'erogazione del trattamento di Cassa integrazione guadagni in deroga, attivata presso il ministero del Lavoro, per l'intera durata del periodo di fermo.
Soddisfazione dalle associazioni professionali di settore per le scelte operate che ricalcano a grandi linee quelle dello scorso anno, sotto il frutto di un buon compromesso tra le esigenze delle diverse marinerie italiane.
Redazione