AgriCarE: progetto veneto di agricoltura di precisione per tagliare le emissioni di CO2
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Presentato alla Fieragricola di Verona il progetto Life-AgriCarE per introdurre tecniche innovative di agricoltura di precisione e pratiche di coltivazione conservativa che riducono le emissioni di anidride carbonica. E’ realizzato da Enea con Veneto Agricoltura, Maschio Gaspardo e l’Università di Padova.
Anche in agricoltura la riduzione delle emissioni climalteranti è un obiettivo sentito. Intanto perché anche il settore primario contribuisce alle alterazioni del clima rilasciando in atmosfera elevate quantità di gas serra: secondo stime dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) attualmente la quota delle emissioni climalteranti attribuibili all’agricoltura, in aumento, è pari a circa il 15% del totale. E poi perché gli agricoltori sono fra le prime vittime dei cambiamenti climatici, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Un progetto che punta a introdurre in agricoltura tecniche più green di coltivazione, per proteggere il suolo e ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti delle aziende agricole, è stato presentato la settimana scorsa durante Fieragricola a Verona. Si chiama AgriCarE (Introducing innovative precision farming techniques in AGRIculture to decrease CARbon Emissions) ed è un progetto finanziato dal programma europeo LIFE+ per la salvaguardia dell’ambiente che l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sta realizzando insieme all’azienda regionale Veneto Agricoltura, nel suo ruolo di coordinatore, alla multinazionale di attrezzature agricole Maschio Gaspardo e all’Università degli Studi di Padova.
Nello specifico, le tecniche innovative alla base del progetto sono l’agricoltura di precisione e le pratiche di coltivazione conservativa. L’agricoltura di precisione consiste in una gestione agricola basata sull’osservazione per mezzo di nuove tecniche di misurazione e monitoraggio, che permette di modulare l’uso di nutrienti, acqua e pesticidi secondo le specifiche esigenze delle colture e del suolo. Le pratiche di coltivazione conservativa sono invece basate su lavorazione a strisce, semina su sodo e minima lavorazione.
“L’Enea – spiega il ricercatore Enea Nicola Colonna - sta portando avanti azioni di comunicazione e di diffusione dei risultati in particolare nelle aree agricole italiane considerate più adatte per l’applicazione delle tecniche di agricoltura di precisione. Una realtà in forte ascesa che mira all’applicazione variabile degli input in base all’effettiva esigenza della coltura e alle proprietà chimico-fisiche e biologiche del suolo e che si basa sulla possibilità di dotare le macchine agricole di sistemi, come quelli di guida automatica che utilizzano mappe di prescrizione georeferenziate, in grado di modificare le modalità operative in relazione ad esempio alle caratteristiche del suolo”.
Per dimostrare la validità̀ e la sostenibilità di queste tecniche da un punto di vista produttivo, economico e ambientale sono in corso sperimentazioni su colture in rotazione e tecniche di coltivazione di mais, soia, colza e frumento tenero presso l’azienda pilota Vallevecchia di Veneto Agricoltura a Caorle (Venezia). I risultati saranno successivamente valutati per una possibile replicabilità su altri sistemi agricoli italiani ed europei.
Il progetto prevede, inoltre, di valutare il grado di conoscenza di queste nuove pratiche agricole da parte dei coltivatori e di realizzare attività̀ di divulgazione e formazione abbinate a nuovi strumenti informatici. In questo ambito l’ENEA svilupperà un software user friendly e open access per permettere agli agricoltori di calcolare i benefici in termini di consumi energetici, bilancio economico e riduzione delle emissioni, derivanti dall’introduzione di tecniche più green di coltivazione.
Redazione Floraviva