Agia-Cia Toscana: i giovani agricoltori scioperano per il clima
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L’Associazione giovani imprenditori agricoli di Cia Toscana Centro (Firenze - Prato - Pistoia) aderisce al #climatestrike per il futuro. Il coordinatore Lapo Somigli: «gli effetti del cambiamento climatico colpiscono l’agricoltura con sempre più forza e frequenza, noi giovani agricoltori siamo l’avanguardia dell’eco-sostenibilità con una quota doppia di aziende che hanno scelto il bio e le tecnologie pulite».
«Questa grande manifestazione giovanile internazionale, nata dal basso per garantire un futuro alle nuove generazioni, apre gli occhi dell’opinione pubblica su un problema che noi agricoltori conosciamo molto bene e viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, visto che gli effetti del cambiamento climatico colpiscono le attività agricole con sempre maggiore frequenza e in modo sempre più violento».
A dichiararlo è il coordinatore dell’Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia) di Cia – Agricoltori Italiani Toscana Centro (Firenze - Prato - Pistoia), Lapo Somigli, nell’annunciare l’adesione della sua associazione al #ClimateStrike o “Sciopero mondiale per il futuro”.
«Come Agia-Cia Toscana Centro - spiega Somigli - aderiamo con convinzione allo sciopero per il clima, perché risponde a una sensibilità ecologica che noi giovani imprenditori agricoli di Cia dimostriamo quotidianamente nella gestione delle nostre aziende. Del resto è nei numeri che, mentre a livello generale la percentuale di aziende agricole che praticano agricoltura biologica è pari al 10% del totale, quando si passa alle imprese di giovani la quota sale al 20%. Un dato che sancisce una propensione doppia delle nuove generazioni di imprenditori agricoli verso l’agricoltura ecosostenibile».
«Ma c’è un altro dato da sottolineare a questo proposito - osserva Somigli -, l’attenzione che noi giovani agricoltori prestiamo all’innovazione tecnologica, che non è diretta solo a incrementare la produttività ma anche a migliorare e rendere più “puliti” i processi produttivi, riducendo le emissioni inquinanti e l’uso di fitofarmaci, nonché recuperando i sottoprodotti agricoli e gli scarti».
Redazione