Slow Wine: la nuova guida 2017 è un manifesto politico
- Andrea Vitali
Presentata a Montecatini Terme lo scorso sabato 15 ottobre la settima edizione della guida alle storie di vita, vigne, vini in Italia. «Slow Wine è molto più di una guida, è un manifesto politico: porta con sé tutto il messaggio di Slow Food», così Daniele Buttignol, segretario generale di Slow Food Italia, ha presentato Slow Wine 2017. La novità di quest'anno: il rifiuto dell'uso dei diserbanti chimici in vigna per entrare a far parte della guida.
Stando ai numeri, dovremmo avere vita facile negli Usa dove da anni conserviamo il primato delle esportazioni. E invece, ci spiegano Iacopo Di Teodoro NYC, Italian Portfolio Manager, Artisanal Cellars e Giuseppe LoCascio fine Wine Sales and Marketing Consultant, US: «Negli States si consumano 340 milioni di casse da nove litri di vino (12 bottiglie) all'anno. Nel 2015, il consumo pro capite è stato di 15 bottiglie. Di questi, due terzi è prodotto domestico, soprattutto californiano. Nel terzo che rimane l’Italia se la gioca con tutti gli altri. Al momento siamo in testa, ma non con un margine altissimo: nove milioni di casse nei primi 4 mesi del 2016, che significa che un terzo di vino importato è italiano. Se poi guardiamo nello specifico i vini mossi, i nostri rappresentano praticamente i 2/3 delle importazioni a stelle e strisce. Ma questo non ci deve rassicurare. Il mercato statunitense è molto variegato e oggi dominato dai millennials: curiosi sì, ma poco dediti all’approfondimento, rincorrono soprattutto le novità. Quindi il miglior suggerimento che possiamo dare è quello di comunicare con grande chiarezza, di dare tutte le informazioni possibili a partire dall’etichetta. A partire, per esempio dalle certificazioni, considerato l’orientamento del mercato verso le produzioni biologiche e i vini naturali».