Si stima, per la campagna 2016-2017, un calodellaproduzionediperechesiattestaattorno al -13%: ma nientepaura, Gianni Amidei, presidentedell'Organismointerprofessionale (Oi) Pera, rassicura: «questeproduzionipotrannoesserefacilmenteassorbitedalmercato, vista l'entitàdelladomandadegliultimianni.»
In Emilia Romagna, dove si concentra quasi il 70% della coltivazione dipere italiane, i dati previsionali indicano nel complesso 448 mila tonnellate, ovvero il 13% in meno rispetto allo scorso anno. Molto buona comunque la qualità del frutto, con alcune peredal calibro elevato grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli. Le superfici in piena produzione sono comunque valutate stabili rispetto allo scorso anno: un lieve rafforzamento di “Abate Fetel “e della cultivar di più recente introduzione “Carmen”. Stimati invece in diminuzione gli investimenti in piena produzionedi “Decana”, “Conferenze” e “Kaiser”. Risultano invece sostanzialmente costanti le superfici a “William” e “Santa Maria”. In calo rispetto al 2015, a livello produttivo, le “Santa Maria” (-25%), le “Decana” (-17%), le “Kaiser” (-19%), le “Abate Fetel” (-14%) e le “William” (-11%). Durante il Comitato di coordinamento dell'Oi Pera, tenutosi lo scorso 14 luglio a Ferrara, i partecipanti hanno condiviso la necessità di indicare un calibro minimo di raccolta per la varietà “Conference”. Il calibro minimo è stato fissato dunque sopra i 60 millimetri per salvaguardare una offerta di qualità e valore elevato.