Su 
questa collina, 
situata sulla sponda del 
torrente Gragnana, 
su cui una volta si trovava una palude, 
una serie di acquitrini caratteristici della zona circostante, 
oggi troviamo un 
parco ricco di piante pregiate, 
di essenze esotiche e 
opere d’arte uniche. La 
collina fu trasformata in 
seguito alla sua acquisizione da parte della famiglia Fabbricotti che ricostruì infatti la Villa e 
il Parco. 
All’interno di quest’area il visitatore ha la 
fortuna di ammirare tutte le 
opere realizzate per la 
sezione “Scolpire il marmo”, 
curata da Giuliano Gori, in 
occasione della XI 
Biennale Internazionale di Scultura di Carrara del 2002, e 
alcune della precedente edizione del 2000. Si era 
pensato che qui 
potesse nascere una nuova idea 
di biennale cittadina in 
cui sarebbero state create 
opere espressamente pensate per 
l’ambiente che le 
avrebbe circondate, come 
testimonia l’uovo in 
marmo di Parmiggiani (
“Senza titolo”, 2002). 
All’interno del 
Parco si trovano le ex 
scuderie, 
col nome attuale di Fonderia, 
spazio utilizzato dalla scuola di scultura dell’Accademia di Belle 
Arti di Carrara. Le 
installazioni di alto 
valore, 
quali “La stanza del 
silenzio”, 2000, 
di Anne e Patrick Poirier, 
“Omaggio a J. J. Rousseau”, 2002, 
di Ian Hamilton Finlay, “Curved the wall”, 2002, 
di Sol Le Witt, 
“Ballerine”, 2002, 
di Luigi 
Mainolfi, 
“Abbiamo visite”, 2002, 
di Merz, “Il 
gufo di Hegel”, 2002, 
di Robert Morris, 
ci fanno pensare che il Parco della Padula custodisce un 
tesoro da valorizzare maggiormente. 
 
 
Anna Lazzerini