MAXIME ROSSI: IL PAESAGGIO COME PARTITURA SENSIBILE

MAXIME ROSSI

Nell'opera di Maxime Rossi -artiste francese nato in 1980- l'ambiente non è solo sfondo ma attore protagonista di un racconto visivo e sensoriale.
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L'installazione "Oeuvre en 3 dimensions" incarna questa poetica, unendo musica, natura e memoria. Quattro cornici con tende velano partiture postume di Chopin, adagiate su un letto di foglie imbevute di colori sgocciolati da pennarelli sospesi agli alberi del Père Lachaise, sopra la tomba del compositore. Durante diverse stagioni, Rossi ha disposto le foglie una dopo l'altra, lasciando che il tempo e l’ambiente incidessero sulla loro trasformazione.
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Questo processo di creazione, in cui l’artista non si limita a produrre un'opera ma lascia che la natura la completi, è un tratto distintivo della sua ricerca. Rossi esplora la permeabilità tra arte e paesaggio, facendo emergere connessioni inaspettate tra il gesto artistico e le forze naturali. Nel caso di "Oeuvre en 3 dimensions", il suono diventa colore, la partitura si dissolve nella materia organica, e la memoria di Chopin si mescola alla caducità delle foglie.Questo lavoro si inserisce in una serie di progetti in cui l’artista utilizza elementi naturali per comporre nuove narrazioni visive. Rossi ha spesso impiegato la pioggia, il vento e le stagioni come strumenti creativi, sottolineando l'importanza dell’imprevedibilità nel fare artistico.
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Il rapporto tra arte e ambiente emerge anche in altre sue opere, dove la dimensione temporale e l’interazione con gli agenti atmosferici diventano parte del processo. L’artista non impone una forma definitiva alla sua creazione, ma ne asseconda la trasformazione, come accade con le foglie tinte dall’inchiostro nell’installazione parigina. Questo approccio suggerisce una visione ecologica dell’arte, in cui la materia e il tempo coesistono in un equilibrio fragile e mutevole.
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 Arte verde è una rubrica curata da Anne Claire Budin