GreenItaly e Flormart: passaggio di testimone o sostituzione definitiva?
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in Il vivaista
A settembre 2025, un comunicato stampa ufficiale parlava ancora di Flormart Green Italy, sottolineando “l’impegno a lungo termine” per il settore e annunciando la prossima edizione per lo stesso mese. Ora, con l’annuncio di GreenItaly al PalaVerdi di Parma, dal 15 al 17 ottobre 2025, in co-locazione strategica con Mercanteinfiera Autunno, il maggior evento in Europa per il settore art&antiques, e l’apparente sparizione del nome Flormart, emergono dubbi su un cambio di strategia che potrebbe segnare una discontinuità.
La comparsa di GreenItaly, la nuova manifestazione promossa da Fiere di Parma, segna un momento di riflessione per il floro-vivaismo italiano. La scelta di avviare un progetto ex novo al posto di rilanciare la storica fiera padovana Flormart solleva interrogativi su come si intenda preservare una tradizione che ha rappresentato un riferimento per il settore per oltre 70 anni. Per decenni, Flormart ha infatti rappresentato un punto fermo per il florovivaismo italiano e internazionale. Tuttavia, negli ultimi anni la manifestazione ha visto un declino, culminato nell’edizione 2024. Nonostante le gravi difficoltà, Flormart rimane un simbolo importante per il comparto, con una storia radicata e un valore riconosciuto dagli operatori che durante le mie viste all'estero rammentano Flormart come una fiera di riferimento.
GreenItaly si propone come una nuova piattaforma, orientata alla sostenibilità e all’innovazione, con sede a Parma. La scelta di abbandonare il nome Flormart potrebbe tuttavia creare distanze con un pubblico abituato a identificarsi con l’evento padovano. Inoltre, la vicinanza temporale tra le date previste per Flormart e GreenItaly rende difficile pensare a una coesistenza efficace delle due manifestazioni. In questo contesto, il settore potrebbe vedere in questa transizione una sovrapposizione che frammenta risorse e attenzioni. Tra l'altro alcuni media hanno già definito GreenItaly un passaggio di testimone rispetto a Flormart. Tuttavia, la perdita di un marchio così consolidato solleva dubbi sulla capacità di preservare l’identità storica di Flormart e di traghettare il settore verso un futuro in continuità con il passato. Per GreenItaly sarà cruciale chiarire come intende rapportarsi all’eredità lasciata da Flormart. Il florovivaismo italiano, con un valore di produzione significativo e una crescente attenzione ai temi ambientali, necessita di manifestazioni che uniscano e rafforzino il comparto. GreenItaly potrebbe rappresentare una soluzione, ma solo se in grado di garantire continuità e coerenza, evitando di frammentare il panorama fieristico e disperdere risorse. In un settore già provato da anni di sfide, serve una strategia chiara che sappia valorizzare la storia e rispondere alle esigenze degli operatori. Senza una visione condivisa, si rischia di perdere un riferimento importante per il florovivaismo italiano e internazionale.
Andrea Vitali