Con la regia di AVI nuovi investimenti del vivaismo pistoiese in sostenibilità e competitività

All’assemblea del 13 dicembre dell’Associazione vivaisti italiani (AVI) il presidente Michelucci ha reso noti il via libera del Comune di Pistoia alla costruzione del Laboratorio di autocontrollo fitosanitario e la partecipazione di Avi come capofila di 21 aziende del Distretto vivaistico (più le università di Firenze e Pisa) al bando nazionale dei contratti di distretto: un progetto da 25 mln di euro di investimenti in sostenibilità e ricerca. Presentati anche i primi riscontri dell’avvio con Revet della filiera di riciclo dei vasi di plastica, con il relativo marchio RevivePot, e altre iniziative di Avi.

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«Il settore ha tenuto botta con una probabile flessione intorno all’8%, ma penso che sia normale quest’anno avere queste flessioni qui. Bisogna rimboccarsi le maniche e sperare che i problemi internazionali finiscano quanto prima per rimettere la voglia di acquistare nelle persone: in questo momento non c’è ottimismo».
Così Alessandro Michelucci, presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi), ha stimato venerdì scorso, in margine all’assemblea di fine anno presso il resort Grotta Giusti di Monsummano Terme, l’andamento del settore vivaistico in provincia di Pistoia a fine 2024 con riferimento ai quantitativi di piante vendute (e non ai valori in euro, che sono influenzati dall’aumento dei prezzi). Un’assemblea in cui è stato approvato all’unanimità il bilancio preventivo 2025 di Avi, che è soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia e conta oggi 220 aziende associate.
Ma la relazione ai soci di Michelucci si è focalizzata su 5 iniziative strategiche portate avanti da Avi quest’anno e che saranno in primo piano anche nei prossimi mesi. A cominciare da un aggiornamento sul progetto “Da vaso a vaso”, che prevede una filiera corta del riciclo dei vasi di plastica utilizzati nei vivai del Distretto di Pistoia e coinvolge i vivaisti di Avi, Revet spa per il ritiro e la rigenerazione della plastica, stampatori di vasi e commercianti specializzati (agrarie) del territorio pistoiese. Diventato operativo lo scorso settembre, il progetto ha già dato i primi risultati: «è iniziato il recupero della plastica nei vivai e finalmente abbiamo il prodotto finito da poter mostrare – ha detto Michelucci a margine dell’assemblea - e abbiamo registrato un marchio (RevivePot) che verrà messo con un’etichetta sul vaso riciclato e così anche il consumatore finale in qualunque paese d’Europa, con il codice QR sull’etichetta, potrà vedere che questo vaso è stato fatto con plastica riciclata e potrà tranquillamente gettarlo nei rifiuti urbani insieme alle bottiglie di plastica». Come evidenziato da Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet, sono aumentate del 70% rispetto al 2023 le tonnellate di granulo (la “materia prima seconda” frutto del trattamento di riciclo della plastica) destinate allo stampaggio di vasi riciclati per il distretto vivaistico pistoiese, con una riduzione di circa 9 milioni di chili di CO2 in un anno.
Michelucci ha poi fatto sapere che da una decina di giorni il Comune di Pistoia ha rilasciato ufficialmente il permesso di costruire presso GEA, di fronte all’ospedale e non distante da dove si trova il laboratorio del Servizio fitosanitario regionale, l’edificio del nuovo Laboratorio di autocontrollo fitosanitario per la cui creazione e futura gestione era stata creata l’anno scorso la srl Pistoia Fitolab, costituita da Avi e dalle associazioni di categoria agricole pistoiesi Cia, Coldiretti e Confagricoltura. L’edificio del laboratorio dovrebbe essere pronto tra 18/24 mesi e, come asserito da Michelucci, «sarà veramente a impatto zero, sarà un fiore all’occhiello per Pistoia e per tutti quelli che lo useranno e credo che saremo i primi in Europa ad autocontrollarci come distretto». «Ci viene richiesto dal mercato – ha aggiunto – e ci serve anche per battere la concorrenza, perché noi certificheremo il nostro prodotto allegando alle fatture di vendita i certificati delle piante con la storia di quella pianta da quando è arrivata a Pistoia fino a quando se ne andrà». Adesso, ha spiegato il presidente di Avi, «possiamo iniziare a raccogliere le adesioni per trasformare Pistoia Fitolab in una società consortile i cui soci saranno le aziende interessate alle attività di autocontrollo fitosanitario di questo laboratorio autogestito e ciò rappresenterà un passo avanti decisivo per il nostro comparto, perché potremo accertare che le piante che acquistiamo sono sane, prive di malattie o insetti strani, e potremo vendere le nostre piante certificate grazie ai controlli che verranno fatti. Inviteremo le aziende pistoiesi ad associarsi».
Ma la vera novità della serata è stato l’annuncio che Avi ha presentato il 21 novembre scorso, come capofila di una cordata che raccoglie 21 grandi aziende vivaistiche del Distretto ornamentale di Pistoia e le Università di Firenze e di Pisa, un progetto da 25 milioni di euro di investimenti in sostenibilità e innovazione nell’ambito del bando nazionale dei contratti di distretto, che ha in dotazione 105 milioni di euro in tutto. «Non so quanti altri distretti – ha chiosato Michelucci - siano capaci di mettere insieme 25 milioni di investimenti in nemmeno un mese». Il progetto, come illustrato dal consulente Roberto Natali che lo ha curato, prevede 5 milioni riservati alla ricerca e finanziati al 100% dal Ministero e cofinanziamenti ministeriali del 65% sul resto degli investimenti, quelli aziendali. In che cosa consisteranno gli investimenti? «C’è di tutto – spiega Natali - dalle serre, al recupero idrico negli impianti di irrigazione, alla produzione di energia verde; quindi con impianti fotovoltaici situati su aree di pertinenza non produttive come parcheggi, tetti e laghetti, quindi senza consumo di suolo dedicato alla produzione vivaistica, che non può essere sacrificata per un impianto fotovoltaico. E sui laghetti ha un senso ancora maggiore perché la copertura difende la superficie acquea sia dal vento che dal sole, quindi mantiene la riserva idrica che non evapora». Riguardo alla parte dedicata alla ricerca, continua Natali, «l’Università di Firenze ha predisposto un progetto da 2 milioni di euro per la valutazione di nuove specie di piante adatte all’area urbana, mentre l’Università di Pisa ha un progetto da 3 milioni per aumentare da più punti di vista, convergenti fra loro, la sostenibilità dei processi produttivi, con ad esempio l’introduzione di sensori e la riduzione dell’uso di fitofarmaci e del consumo idrico mediante sistemi decisionali all’avanguardia». Adesso, ha concluso Natali, puntiamo sui nuovi Pid (Progetti integrati di distretto) della Regione Toscana per fare investimenti simili, ma di entità inferiore (il bando nazionale prevedeva investimenti minimi di 300 mila euro), anche con aziende vivaistiche del Distretto più piccole. «La Regione nel nuovo Piano di sviluppo rurale, che ora si chiama Complemento allo sviluppo rurale, ha riproposto infatti la possibilità di fare piani integrati di filiera e di distretto».
Michelucci ha poi citato nella sua relazione, fra le cinque iniziative prioritarie, il progetto didattico sul vivaismo nella scuola Martin Luther King di Pistoia che consiste in incontri in cui «spieghiamo il nostro mestiere ai bimbi sperando di mettere un semino addosso a questi ragazzi e di spingerli così a credere in questa attività che per noi è stata uno scopo di vita e lo sarà ancora in futuro per tutto il distretto e tutta Pistoia».
Infine, ha ricordato che, tramite l’Ena (l’associazione europea dei vivaisti), insieme all’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), hanno partecipato al concorso “European Green Cities Award” «candidando il Parco della pace di Vicenza e siamo arrivati in finale, fra i primi tre. Per cui alla Fiera di Ipm Essen, il prossimo gennaio, vedremo come ci piazzeremo».
All’assemblea, che è stata seguita da una conferenza del presidente del Distretto prof. Francesco Ferrini e della rinomata agronoma paesaggista Laura Gatti su “Forme di verde urbano: come garantire piante di qualità per città più sane ed eco-sostenibili” [di cui riferiremo a parte], sono intervenuti fra gli altri l’assessore al governo del territorio del Comune di Pistoia Leonardo Cialdi, che ha annunciato un progetto di riqualificazione a verde del centro storico di Pistoia che coinvolgerà Avi; il consigliere regionale Alessandro Capecchi, che si è soffermato sull’importanza di declinare la parola chiave “sostenibilità” sempre anche in termini economici e non solo ambientali; la consigliera regionale Federica Fratoni, che ha sottolineato i passi in avanti dei vivaisti pistoiesi sia sul fronte dell’eco-sostenibilità che della capacità di condividere le strategie; il neo presidente del Consorzio di bonifica Medio Valdarno 3 Paolo Masetti, che ha detto di voler aprire un dialogo costante con il vivaismo; e infine, da fuori regione, il presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve) Luigi Pagliani, che ha fatto cenno alla collaborazione con Avi all’interno dell’Ena sia nella presentazione in comune del Parco della pace di Vicenza come rappresentante dell’Italia all’European Green Cities Award sia nell’affrontare insieme alcune problematiche, come ad esempio quelle dell’export di piante in Gran Bretagna a seguito della Brexit.

L.S.