PEATLESS: PISTOIA SPERIMENTA TORBA ALTERNATIVA PER FLOROVIVAISMO SOSTENIBILE
- Andrea Vitali

A Pistoia prende forma la sperimentazione europea Peatless, che punta a sostituire la torba nei substrati florovivaistici con materiali più sostenibili. Un progetto europeo che coinvolge il distretto vivaistico toscano per anticipare le sfide ambientali e normative del settore.
Il contesto normativo europeo
Se n’è parlato venerdì scorso al GEA di Pistoia. Oggi l’UE non vieta l’uso della torba in vivaio, ma impone solo il ripristino delle torbiere degradate. Sono i singoli Stati a introdurre restrizioni: la Germania punta al phase-out nel giardinaggio amatoriale entro il 2026, mentre nel Regno Unito il bando è già realtà nel retail dal 2024 e per i professionisti dal 2028.
In questo quadro frammentato, il progetto europeo Peatless — che coinvolge anche il distretto vivaistico pistoiese — diventa un banco di prova per preparare il settore a un futuro con meno torba. Una sfida non semplice, visto che oggi la torba resta ancora insostituibile per molte produzioni ornamentali.
Il progetto e i territori coinvolti
La presentazione del progetto si è svolta al GEA di Pistoia, cuore del distretto vivaistico ornamentale italiano ed europeo. Eva López, del Consorzio Italiano Compostatori, ha aperto i lavori ricordando che la sperimentazione, della durata di tre anni, coinvolge quattro poli di riferimento:
- La Rioja (Spagna 🇪🇸)
- Pistoia (Italia 🇮🇹)
- Fiandre (Belgio 🇧🇪)
- Seeland (Svizzera 🇨🇭)
Il progetto, denominato “Peatless – Senza torba”, vede in prima linea l’Associazione Vivaisti Italiani insieme al CIC. È finanziato dal programma europeo Horizon Europe e si articola in tre fasi: un’analisi dei fabbisogni del settore, una sperimentazione pratica in quattro aree europee e attività di formazione dedicate alle imprese. L’obiettivo è ridurre progressivamente la percentuale di torba nei substrati, sostituendola con materiali naturali coerenti con l’economia circolare.
Le prove tecniche e le sfide del settore
Vito Morandi, consulente del progetto, ha spiegato che le prove in corso si concentrano soprattutto su compostato verde — in linea con i principi dell’economia circolare — insieme a fibra di legno, humus di corteccia e altri elementi innovativi.
Francesco Ferrini, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, ha sottolineato che la questione è ambientale ed economica: «La torba è una risorsa esauribile, l’estrazione nelle torbiere è sempre più limitata e costosa. Ridurne l’uso è una necessità, anche perché l’importazione da Paesi lontani ha un forte impatto ambientale. Allo stesso tempo, l’impiego di scarti verdi genera valore sociale e occupazionale, creando nuove opportunità per il territorio».
Vannino Vannucci, presidente di AVI, ha evidenziato il ruolo delle aziende associate: «Sono i vivaisti stessi a sperimentare queste soluzioni nelle loro aziende. Peatless è un progetto importante, ma non isolato: stiamo portando avanti anche altre sperimentazioni, come quella sul recupero delle plastiche rigide e dei vasi usati, in collaborazione con Revet, per produrre nuovi polimeri e vasi di nuova generazione».
Uno scenario in evoluzione
Il progetto Peatless rappresenta un passo avanti verso la sostenibilità vivaistica, pur nella consapevolezza che oggi la torba resta ancora insostituibile per molte produzioni. A livello europeo non esiste un divieto uniforme: la Commissione conferma che la vendita di prodotti contenenti torba non è soggetta a restrizioni comunitarie e la Nature Restoration Law prevede solo obblighi di ripristino delle torbiere.
Sono i singoli Stati a muoversi: la Germania punta al phase-out nel giardinaggio amatoriale entro il 2026, mentre nel Regno Unito il bando è già realtà nel retail dal 2024, con termine al 2028 per i professionisti. In questo scenario, Peatless diventa un banco di prova utile a preparare il vivaismo a un futuro in cui l’uso della torba sarà sempre più limitato.
Articolo a cura di Andrea Vitali – Floraviva, aggiornato il 1 ottobre 2025