Vino: la nuova stretta UE minaccia il settore

Confagricoltura si oppone fermamente alle nuove misure proposte dalla Commissione Europea nel quadro del piano Beating Cancer (Beca). Queste misure, che riguardano la tassazione, la regolamentazione pubblicitaria e le avvertenze sanitarie del vino, sono percepite come una minaccia diretta alla competitività di un comparto già in difficoltà. L'Italia e i suoi principali mercati di esportazione, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, subiranno gravi ripercussioni economiche. Le proposte, avanzate nel 2024, rappresentano un inasprimento rispetto alla versione bocciata nel 2021 dall’Europarlamento. Secondo Confagricoltura, se adottate, potrebbero penalizzare gravemente il settore, già colpito dal calo dei consumi e dalle incertezze globali, riducendone ulteriormente la competitività.

La Commissione Europea torna a stringere sul settore vitivinicolo con modifiche al piano Beating Cancer (Beca), suscitando forti preoccupazioni tra i produttori italiani. La nuova proposta appare ancora più penalizzante rispetto alla versione del 2021, già bocciata dall’Europarlamento.

Confagricoltura esprime con fermezza la propria posizione contro queste misure. "Le nuove misure prospettate – afferma Christian Marchesini, presidente della FNP Vino di Confagricoltura – sono inaccettabili per un comparto che già affronta sfide critiche come la minaccia dei dazi, il calo dei consumi e le incertezze economiche globali". Il settore del vino, infatti, ha registrato nel 2023 un lieve calo nelle esportazioni (-0,7% rispetto al 2022) con una significativa flessione negli Stati Uniti (-7,4%) e in Canada (-9%), parzialmente compensata dai mercati europei.

Il nodo centrale della proposta UE riguarda l’inasprimento delle misure su prezzi, tassazione, pubblicità e avvertenze sanitarie sulle etichette, equiparando il vino alle altre bevande alcoliche. Un approccio che Confagricoltura contesta duramente: "Non ci opponiamo ai principi ispiratori del Beca, ma il vino è cultura e tradizione, parte integrante della dieta mediterranea riconosciuta dall’UNESCO. Non può essere trattato alla stregua di un semplice prodotto alcolico".

La filiera vitivinicola italiana, che rappresenta un pilastro del Made in Italy agroalimentare con oltre 5 miliardi di euro di export, rischia dunque di subire un ulteriore colpo con effetti a cascata su occupazione e investimenti. Confagricoltura si appella agli europarlamentari italiani affinché le nuove normative vengano discusse con un approccio più pragmatico e scientificamente fondato, evitando decisioni che potrebbero compromettere un settore strategico per l’economia nazionale ed europea.

Redazione