Cno: più risorse e nuovi oliveti per fermare il tracollo produttivo dell’olio italiano
- Andrea Vitali
Nella campagna 2016-17 la produzione italiana di extravergine d’oliva è stata superata pure da quella greca, scendendo al 3° posto europeo. In 6 anni -31% e in 25 anni siamo l’unico degli otto maggiori Paesi produttori a calare (-17%). Il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori Sicolo: necessari 150 milioni di nuovi olivi in produzione con il modello intensivo e la dotazione finanziaria per l’ocm olio va triplicata portandola al livello di quella per il vino (oltre i 300 milioni di euro triennali).
«Chiediamo lo stesso trattamento della viticoltura, perché qui, se non ci sono interventi finanziari, non si va da nessuna parte. Quindi interventi come per l’ocm (organizzazione comune di mercato, ndr) vino anche per l’ocm olio, perché sul vino ogni tre anni ci sono investimenti di 340 milioni di euro, sull’olivicoltura in tre anni ci sono 100 milioni. Bisogna alzare la dotazione finanziaria, lavorare sulla promozione e anche a livello strutturale degli oliveti: fare sistemazione degli impianti già esistenti con rinfittimento e fare nuovi impianti intensivi per aumentare la produzione, con varietà autoctone perché dobbiamo mantenere la nostra specificità di qualità delle nostre varietà e non fare “oli Coca Cola” come fanno gli spagnoli».