Cia Pistoia apprezza le modifiche al Pit regionale riguardanti il vivaismo, ma chiede un ulteriore sforzo
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Lo ha dichiarato due giorni fa il presidente di Cia Pistoia, Sandro Orlandini, con una nota in cui è ricordato anche il buon lavoro svolto dalla Regione Toscana con la legge su florovivaismo e verde pubblico, grazie all’impegno dei consiglieri espressi dal territorio pistoiese. Per Orlandini «gran parte delle nostre osservazioni sono state raccolte» nella nuova bozza del Pit, ma ci sono margini per migliorare i passaggi dedicati all’impatto del settore sul territorio.
La nuova bozza del Piano di indirizzo territoriale (Pit) della Toscana, soprattutto nelle schede tecniche, accoglie molti dei suggerimenti dei vivaisti pistoiesi, che avevano chiesto alla Regione di attenuare la descrizione dell’impatto ambientale del settore. Ma permangono alcuni punti dell’inquadramento generale del vivaismo che descrivono gli effetti sul territorio, e in particolare sulle falde acquifere, come se il settore fosse equiparabile all’industria.
Questo, in sintesi, il commento di Sandro Orlandini, presidente della Cia Pistoia, alla bozza di Pit modificata ricevuta nei giorni scorsi dalla Regione Toscana. «Diamo un giudizio molto positivo – dice Orlandini - rispetto al lavoro di modifica svolto sul Pit da parte della Giunta e del Consiglio Regionale. Siamo partiti da una versione dove specialmente il vivaismo incontrava grosse problematiche, venendo trattato alla stregua di attività industriale, estremamente impattante».
Adesso, prosegue Orlandini, «possiamo dire che gran parte delle nostre osservazioni sono state pienamente raccolte, aggiustando molto il tiro rispetto all'inquadramento erroneo che inizialmente c'era stato del settore trainante per la nostra economia. Anche sulle varie schede tecniche che accompagnano il piano, il recepimento in pratica di quasi la totalità delle nostre osservazioni, ci permette di guardare al provvedimento in maniera molto più serena e positiva».
Ma per il presidente di Cia Pistoia «resta ancora un po' di lavoro da fare specialmente da parte della Commissione presieduta da Gianfranco Venturi e dal Consiglio, in quanto nell'inquadramento generale permangono alcuni passaggi piuttosto duri rispetto all'impatto del settore sul territorio e sulle falde acquifere (nonostante anche qui si rimarchi come il vivaismo abbia svolto un importante ruolo di cuscinetto rispetto all'espandersi della cementificazione e di altre attività di tipo industriale, certo non meno impattanti). Secondo noi ci sono i margini per sistemare anche queste parti, coerentemente col lavoro svolto con le schede tecniche e con la parte del provvedimento nettamente migliorata, semplificata e "ripulita" da giudizi pesanti e ingiusti sull'attività florovivaistica».
Così, conclude Orlandini, si potrà «finalmente completare un lavoro che aiuti le nostre aziende anche in coerenza con la legge regionale sul vivaismo portata avanti negli ultimi anni proprio partendo da un'iniziativa dei consiglieri che erano stati eletti nel nostro terriorio alle ultime regionali».
Redazione Floraviva