Anche in Germania circola la frase “non fiori ma opere di bene”, però là si promuove il giardinaggio cimiteriale
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in Brevi
Intervista ad Anja Qayyum-Kocks, vicepresidente della federazione dei giardinieri dei cimiteri tedeschi, che dà anche la sua risposta allo slogan critico dei fiori. La federazione è presente a ogni edizione di Ipm Essen con un’installazione floreale per ambienti cimiteriali. E a settembre si svolge persino un campionato nazionale della categoria.
Fra gli stand più curiosi di Ipm Essen 2015 può essere annoverato quello della Bund deutscher Friedhofsgärtner (BdF), la federazione dei giardinieri di cimitero tedeschi. Uno spazio allestito con colori scuri e viola, in cui spiccava una tomba sommersa da una foltissima decorazione di piante verdi, resa vivace da alcune piccole isole splendidamente fiorite. A realizzare tale istallazione sono stati i maestri giardinieri del Vocational College for Horticulture di Essen. Si tratta di una composizione che si richiama a motivi rinascimentali e che BdF utilizza per attirare l’attenzione sulla possibilità di fare contratti speciali per la manutenzione a lungo termine delle decorazioni di piante e fiori nei cimiteri.
Alla vicepresidente della federazione, Anja Qayyum-Kocks, abbiamo posto alcune domande sugli scopi e le attività della sua associazione. Non solo, le abbiamo chiesto un parere sulla frase “non fiori ma opere di bene”, sempre più spesso pronunciata dai parenti dei defunti in Italia - e persino in zone geografiche a vocazione florovivaistica -, fino al punto di sembrare un luogo comune. Visione a cui aveva tentato di contrapporsi indirettamente e con il linguaggio polisemico pubblicitario, da noi in Italia, lo slogan per l’ultima ricorrenza dei morti del Mercato Fiori Piante Toscana – città di Pescia (Mefit): “il rispetto della bellezza”.
Signora Qayyum-Kocks, di cosa si occupa la vostra federazione?
«Noi giardinieri di cimitero tedeschi abbiamo messo su un’organizzazione unitaria di categoria a livello nazionale attraverso la quale ci confrontiamo a Berlino con le istituzioni e i politici».
Partecipate a Ipm occasionalmente?
«No, partecipiamo ogni anno e qui presentiamo una parte delle novità riguardanti il nostro mestiere. Ogni volta c’è anche un’installazione con decorazioni floreali per cimiteri. Ad esempio, quella di quest’anno, una tomba familiare, è caratterizzata dal motivo dei nodi di piante, a rappresentare lo stare insieme, la vicinanza fra le persone che mettono su famiglia».
Una curiosità, ho letto che avete un campionato nazionale dei giardinieri cimiteriali: è seguito dai media?
«Sì, è seguito. I migliori giardinieri di cimitero accorrono qua ad Essen da varie parti della Germania. Quest’anno a settembre ci saranno i più bravi giovani giardinieri cimiteriali del paese».
In Italia è diventato di moda affermare, quando muore qualcuno, la frase “non fiori ma opere di bene”, cosa ne pensa?
«Abbiamo lo stesso problema in Germania. Ma io dico che il funerale, quel momento che celebriamo con le persone decedute, è l’ultimo volta in cui essi stanno insieme a noi, per cui in tale occasione c’è bisogno di fiori, di musica, buon cibo, stare seduti insieme e ricordare i cari che sono morti. Dobbiamo celebrarlo. Questa è la mia risposta».
Infine in cosa consiste la cura a lungo termine del verde e dei fiori delle tombe che state promuovendo?
«Le piante verdi che vengono collocate attorno alle tombe sono lì per restarci a lungo. E prevediamo solo delle piccole parti circoscritte contenenti fiori che cambiamo 3 o 4 volte all’anno. Questa è una consuetudine speciale della Germania: ogni stagione si cambiano le piante fiorite delle tombe nei cimiteri».
Lorenzo Sandiford