Giurlani sul Mefit dopo l’apertura di Bellanova alle vendite di fiori
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Intervista a Oreste Giurlani, sindaco del Comune di Pescia che ha in mano il Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e presidente del soggetto referente del rinato Distretto florovivaistico Lucca Pistoia, che dice: non ho ancora ricevuto il via libera dalla Prefettura alla riapertura delle contrattazioni. Intanto Giurlani pensa di lanciare una piattaforma online sperimentale, se la Regione darà una mano.
L’annuncio-chiarimento di ieri della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova sulla riapertura delle porte alla vendita di piante e fiori, attraverso tutti i canali che saranno in grado di farlo rispettando le norme di tutela della salute legate all’emergenza Coronavirus, ha creato entusiasmo in una gran parte degli operatori del florovivaismo. Che sperano così di limitare i danni, nel senso di non compromettere proprio tutto il resto dell’annata produttiva.
Non sono mancate però alcune reazioni negative, soprattutto da parte di operatori delle regioni del Nord Italia, le più colpite dall’epidemia. E alcune regioni, Veneto in testa, hanno detto che i garden center resteranno chiusi e non si potranno vendere fiori e piante.
E’ in questo clima che abbiamo sentito poco fa il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, azionista unico del Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e presidente della nuova associazione temporanea di scopo che sarà il soggetto referente del rinascente distretto florovivaistico Lucca Pistoia (vedi), sull’impatto dell’annuncio del ministro, che faceva seguito a un chiarimento comparso la sera prima sul sito web della presidenza del consiglio.
Questa informativa e il comunicato della ministra Bellanova sulla possibilità di vendita di piante e fiori che impatto avranno sul Mefit?
«Innanzi tutto vorrei dire che anche se il settore è in estrema difficoltà, anzi nel disastro, però l’attenzione del ministro almeno ridà un po’ di dignità ad esso. E questo è positivo. Ma la situazione è difficilissima perché sono stati distrutti fiori, i cimiteri sono chiusi, le cerimonie eucaristiche bloccate. Insomma in un momento come questo in cui l’Italia è tutta a casa i fiori, come si dice, non sono beni essenziali. E poi, ripeto, sono deperibili, per cui in queste settimane abbiamo visto distruggere piante, fiori, le nostre calle, con frigoriferi pieni».
Ecco, premesso ciò?
«Rispetto alla comunicazione della ministra Bellanova, che ha annunciato che si può commercializzare piante e fiori, noi come mercato dei fiori eravamo stati chiusi quando uscì il Dpcm che bloccava le attività commerciali non essenziali, perché in esso era scritto che i mercati erano tutti sospesi salvo quelli per beni alimentari. Quindi anche il mercato dei fiori è stato sospeso. Questo però non aveva bloccato tutta l’attività logistica e di commercializzazione, perché all’interno del Mefit i magazzini continuavano a funzionare, i commercianti continuavano a lavorare..»
.. cioè che tipo di commercio intende?
«Nel senso che il mercato dei fiori è formato da due sezioni: una parte che è il settore logistico, con i magazzini, i camion che arrivano e partono e gli operatori che hanno lì le loro attività; l’altra è la platea sopra dove si fa la contrattazione. Questa parte sopra era stata sospesa, perché è un mercato. Ma le attività sotto no».
E ora che succede?
«Io ieri ho telefonato in Prefettura per capire un attimo. Mi è stato detto che ancora non avevano ricevuto alcuna circolare, per cui a oggi c’è un comunicato stampa del ministro. Però io ho chiesto lo stesso del Mefit alla Prefettura di Pistoia e mi hanno risposto che se non modificano il decreto, l’indirizzo che ancora le prefetture devono dare è che ancora il mercato, la contrattazione, non si può fare. Quindi, in sintesi, non era tutto chiuso il Mefit, il Mefit era in parte aperto, ma non si può ancora riaprire la parte mercatale vera e propria».
Ecco..
«.. ma vorrei dire che io nell’incontro di martedì prossimo, il tavolo regionale del florovivaismo fatto dagli assessori Remaschi e Fratoni..».
.. di che si tratta?
«Un incontro in videoconferenza dove io sarò presente in duplice veste, come sindaco di Pescia e come presidente dell’Associazione temporanea di scopo del distretto florovivaistico Lucca Pescia. Oltre a dire che qui c’è l’urgenza nel decreto di aprile di determinare i ristori per le aziende florovivaistiche che hanno dovuto distruggere le piante e i fiori, c’è la necessità di dare subito la liquidità a queste aziende, perché se no non riescono a piantare..»
.. cioè ci vuole un decreto d’urgenza per dare liquidità?
«Bisogna dare ristoro alle imprese: io dico tu avevi 3 magazzini di roba distrutta, hai bisogno dei soldi corrispondenti al valore di quel che è stato distrutto. Perché ora, da marzo a settembre, era il momento in cui le nostre aziende iniziavano la produzione locale con le calle ecc. e poi a maggio le talee dei crisantemi...».
.. perché lo vuole chiedere alla Regione questo?
«No, io chiedo un supporto alla Regione per chiederlo al Governo».
Ah, ho capito.
«E poi chiederò una seconda cosa: chiederò alla Regione, visto anche che la parte mercatale è ancora chiusa, di dare la possibilità di sperimentare una piattaforma online per fare il mercato virtuale, come hanno già fatto in Olanda».
Che prospettive ci sono per questa piattaforma o mercato online? Capisco che non potrà compensare tutto, ma più o meno che cosa vi aspettate?
«Una valutazione o stima precisa è prematura. Ma in una situazione di crisi ci sono: a) azioni di emergenza quali il ristoro delle aziende, dare la possibilità di bloccare tutti i pagamenti, liquidità ecc.; b) poi c’è da iniziare a pensare allo sviluppo, al rilancio successivo. Ebbene, le azioni di sviluppo da attivare a fine crisi c’è da parlarne ancora e definirle, però se non si interviene subito…»
.. certo, ma la piattaforma è per lo sviluppo successivo?
«Dato che il decreto ci obbliga per ora alla chiusura della parte mercatale, si potrebbe vedere di dire già da subito, dato che le imprese hanno bisogno di un po’ di mercato, perché non cogliamo l’occasione per sperimentare una piattaforma online? Tanto il futuro del mercato non sarà più l’araba. E la Regione potrebbe aiutarci con un po’ di risorse per costruire una piattaforma o rafforzare una di quelle che già ci sono».
Ma una stima di quale quota di giro d’affari potrebbe passare online è prematura vero?
«Ancora è troppo presto per dirlo. Però siccome questa emergenza continuerà per tutto aprile, se la discussione si sposta sul fatto di tenere il mercato aperto perché serve, allora si può pensare a questa sperimentazione».
L.S.