Mipaaf: novità e vantaggi del Piano assicurativo agricolo 2013
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Il Mipaaf ricorda novità e vantaggi del Piano assicurativo agricolo 2013 approvato ieri dalla Conferenza Stato-Regioni. Sostegno solo a polizze multirischio, incentivi a nuovi assicurati, distinzione fra eventi catastrofali come la siccità e sistemici come la grandine, assicurazioni con coperture rapportate ai differenti territori. Il presidente di Cia Pistoia, Orlandini: «il settore che ne avrebbe più bisogno è il vivaismo». [Foto di Zumthie da Wikipedia Germania]
«Lo sviluppo di un sistema moderno di gestione dei rischi a disposizione delle imprese agricole costituisce uno degli elementi essenziali per garantirne la competitività nei mercati caratterizzati da elevata volatilità ed in continua evoluzione come quelli agricoli».
E’ quanto si legge nel comunicato stampa con cui il ministero delle Politiche agricole ha annunciato che la Conferenza Stato-Regioni ha approvato ieri il nuovo “Piano assicurativo agricolo 2013”: un provvedimento che va proprio in tale direzione e «pone le basi per consentire alle imprese agricole di cogliere appieno le opportunità offerte dalla riforma della Politica agricola comune (Pac)».
Il ministero ricorda gli elementi di maggiore novità e rilevanza del Piano:
- l’abbandono del sostegno alle polizze monorischio e la concentrazione invece delle risorse pubbliche, comunitarie e nazionali, sulle forme più complete di copertura dei rischi (pluri e multi), mediante la rimodulazione delle percentuali massime di intervento;
- maggiori incentivi ai nuovi assicurati;
- differenziazione tra eventi catastrofali, come ad esempio la siccità, da quelli sistemici, come la grandine, per consentire una migliore sostenibilità del sistema ed una maggiore propensione delle imprese assicurative a prendere in carico i rischi;
- possibilità per le imprese agricole di indirizzare la copertura assicurativa verso i rischi che hanno concreta possibilità di verificarsi nei territori di riferimento;
- associazione del rischio "colpo di sole" con quello di "venti sciroccali", e "gelo/brina" con "sbalzi termici", per garantire una migliore distribuzione territoriale dei rischi stessi;
- ampliamento delle possibilità assicurative per la zootecnia, come ad esempio le riduzioni di produzione di latte bovino a seguito di squilibri termo-igrometrici, introdotte a livello sperimentale;
- possibilità per i maidicoltori di assicurare le produzioni contro le fitopatie responsabili delle aflatossine nel mais.
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«Le novità introdotte – viene specificato - favoriscono, inoltre, il progressivo allargamento territoriale dello strumento assicurativo alle Regioni del Centro Sud, dove solo un esiguo numero di imprese aderisce alle coperture agevolate dei rischi che, alla luce di ciò che è avvenuto negli ultimi anni, rappresentano l’unico strumento in grado di dare risposte adeguate alle gravi conseguenze delle avversità atmosferiche, che sempre più spesso colpiscono i tali territori».
«Allo strumento assicurativo – continua la nota ministeriale - dovranno poi essere affiancati, in maniera complementare, i fondi di mutualizzazione, previsti nella riforma Pac, per consentire alle imprese agricole di governare anche quei rischi a fronte dei quali non è attualmente possibile sottoscrivere polizze agevolate e la cui gestione, nell’ambito della nuova programmazione comunitaria, è affidata proprio a queste misure di intervento, come ad esempio lo strumento per la stabilizzazione dei redditi».
«Questioni importanti e delicate», commenta Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia e vice presidente regionale, senza sbilanciarsi nel merito delle misure contenute nel provvedimento. «Nel nostro territorio il settore che ne avrebbe più bisogno – dice – è il vivaismo. Qualche anno fa, quando ci fu una forte gelata, si affrontò la questione delle coperture assicurative, ma, allora, i premi assicurativi erano talmente alti da non essere sostenibili nonostante il contributo ministeriale molto elevato, e poi le coperture erano parziali». «Nell’agroalimentare ci sono dei netti miglioramenti – aggiunge Orlandini – ma bisogna fare ancora opera di persuasione fra gli imprenditori agricoli».
L.S.