Denuncia di Legambiente: l’Italia viola la direttiva nitrati
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Legambiente con una denuncia alla Commissione Europea segnala che in Italia, nella legge di conversione del Decreto sviluppo, è stata azzerata per un anno l’attuazione della “direttiva nitrati” e chiede l’immediato ripristino del diritto comunitario in materia di fertilizzanti e inquinamento delle acque. Disponibilità però all’apertura di tavoli per rimodularne l’applicazione, vista la sua gravosità per il settore agrozootecnico. ["Eutrofizzazione": Foto di F. Lamiot da Wikipedia]
«In Italia, il problema dell’impiego dei fertilizzanti azotati è sottovalutato ma molto serio, specialmente per le falde e i corsi d'acqua delle pianure più fertili, a partire dalla Pianura Padano-Veneta: è proprio in queste aree che - a causa dei nitrati contenuti nei fertilizzanti - le acque di falda risultano ancora lontane dall'obiettivo di "buono stato" che, secondo la direttiva quadro sulle Acque, dovrebbero raggiungere entro il 2015». E ad esempio «l'eccesso di azoto è una delle cause dell'eutrofizzazione dell'Adriatico, bacino marino con ridotto scambio in cui periodicamente la mediocre qualità dell'acqua si palesa con proliferazioni di alghe e mucillagini, provocando danni all'ambiente marino ma anche all'economia turistica oltre che alla salute dei bagnanti».
E’ quanto sostiene Legambiente nella nota con cui ieri ha annunciato di aver inviato alla Commissione europea una denuncia del fatto che nella legge di conversione del Decreto Sviluppo (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre) un articolo azzera per un anno intero l'attuazione di una fondamentale direttiva europea, la "direttiva nitrati" del 1991, che stabilisce limiti all'impiego di fertilizzanti azotati in agricoltura per impedire che vengano inquinati fiumi e laghi.
«Non esitiamo a definire grave e irresponsabile questo testo - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - perché l'attuazione della direttiva nitrati richiede investimenti fondamentali per il risanamento delle acque superficiali e dei bacini marini del nostro Paese. E perché aprire un simile conflitto con le norme comunitarie significa vanificare gli investimenti fatti da migliaia di imprenditori agricoli onesti, ed esporre la nostra agricoltura al rischio di un severo taglio delle misure di sostegno comunitario, vincolato al fondamentale rispetto delle norme in materia di tutela ambientale».
"Siamo consapevoli – ha aggiunto Cogliati Dezza - che la direttiva nitrati sottopone a forte pressione il settore agrozootecnico del nostro Paese e che vi sono meccanismi di attuazione che non premiano adeguatamente le buone prassi né scoraggiano sufficientemente l'abuso di fertilizzanti chimici. Per questo, ben venga l'apertura di tavoli di verifica e di rimodulazione dell'attuazione della norma. Ma riteniamo intollerabile che il nostro legislatore possa pensare di risolvere i problemi stabilendo la libertà di inquinare attraverso un colpo di spugna su norme che devono valere per tutti i Paesi membri».
L.S.