Coldiretti evidenzia il successo della raccolta di mais in Valdinievole

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Valdinievole: Un prodotto, che soffre per i bassi prezzi che il mercato riconosce ai suoi produttori, ma che rimane vitale e dalle ottime rese, come testimonia l’attuale raccolta e la lunga vocazione dei territori pistoiesi. Qui la scommessa dei giovani che lavorano nel settore deve essere sostenuta da una tutela dell’ottimo mais italiano

In questi giorni di raccolta, trattori e mietitrebbie sono diventati parte integrante del paesaggio del Padule pistoiese. L’intensità della pioggia di questa estate ha giovato al mais, a differenza di altre produzioni, come ricorda Michela Nieri, vice presidente di Coldiretti Pistoia e storica produttrice di Monsummano Terme, che prosegue: “Ora dobbiamo sperare che smetta di piovere per completare la raccolta. La Valdinievole ha una lunga tradizione e vocazione alla produzione e quest’anno, per fortuna, abbiamo avuto rese medie di 130 quintali per ettaro di mais, circa il 30% in più rispetto all’anno passato.” Il cuore del problema mais sta allora negli alti costi di produzione, che aumentano sempre più, e nel basso prezzo pagato agli agricoltori, che arriva addirittura sotto i dieci euro a quintale di granella. Il mais che si produce in Valdinievole può però contare nel suo impiego per la zootecnia: perfetto per i mangimi degli allevamenti. Anche la Valdinievole si trova a subire la concorrenza sleale delle produzioni che vengono dall’estero: “Dobbiamo fare in modo che il mercato paghi il prezzo giusto, innescando processi di valorizzazione delle produzioni italiane, sicuramente più garantite rispetto a produzioni straniere. Coldiretti a livello nazionale e locale sta lavorando a questo”, spiega Michela Nieri. E mai come oggi questa proposta deve essere portata avanti perché coinvolge la scommessa di giovani, come il ventunenne Francesco Cortesi, delegato Coldiretti Giovani Impresa di Ponte Buggianese e produttore di mais: “Abbiamo avuto punte di produzioni fino a 160 quintali ad ettaro nelle zone di Chiesina e Ponte Buggianese. Il lavoro non manca, neppure per noi giovani, ma visto il basso prezzo di mercato ci chiediamo se vale la pena, rischiare di lavorare senza reddito adeguato.” Il ricambio generazionale deve essere tutelato e sostenuto se si vuole superare l’attuale fase di stallo, in cui la globalizzazione sembra aver spezzato la relazione tra lavoro-produzione e reddito, come ha ricordato Paolo Giorgi, delegato Coldiretti Giovani Impresa di Pistoia.

Redazione Floraviva