Scalacci su impatto nuova Pac e bandi d’interesse vivaistico

Roberto Scalacci su impatto nuova Pac e bandi d'interesse vivaistico

Intervista a Roberto Scalacci, capo della Direz. Agricoltura e sviluppo rurale della Toscana, sui bandi appetibili per i vivaisti e le nuove politiche agricole.

 
I bandi del Pnrr stanno logicamente monopolizzando l’attenzione di tutti gli agricoltori, e quindi anche dei vivaisti e floricoltori, alla ricerca di sostegni per restare competitivi nonostante i sempre maggiori costi produttivi legati alla guerra e agli elevati standard di eco-sostenibilità europei. Ma esistono anche altre fonti di finanziamento che sarebbe un peccato trascurare. 
Su questo tema e in particolare sui bandi regionali ancora aperti o in rampa di lancio che potrebbero incontrare l’interesse del mondo vivaistico Floraviva ha sentito una massima autorità in materia quale Roberto Scalacci, direttore della Direzione Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana. A lui abbiamo chiesto anche qualche anticipazione su come si evolverà la programmazione regionale del settore agricolo nel contesto della nuova Pac 2023-2027. 
Direttore, quali sono i bandi regionali ancora aperti con la scadenza più vicina che potrebbero fare al caso (anche) dei vivaisti?  
«Ne posso citare due per i quali la presentazione delle domande deve avvenire entro il 30 novembre 2022. Primo, il bando Pacchetto Giovani 2022 del PSR operazioni 6.4.1 e 4.1.2. Si tratta di aiuti per avviare l'impresa agricola con il premio di primo insediamento di 40.000 euro (50.000 in aree montane) per ciascun giovane, tra i 18 e i 40 anni, e un contributo di cofinanziamento per gli investimenti utili all’avviamento dell’impresa. Secondo, il sostegno per avvalersi di servizi di consulenza-sottomisura 2.1 del PSR, che riguarda i contributi in conto capitale per la fornitura di servizi di consulenza. In tal caso la domanda di aiuto può essere presentata solo dagli organismi che erogano consulenza, ma il successivo servizio di consulenza può essere rivolto anche ai vivaisti».
Ci sono altri bandi regionali interessanti con scadenza un po’ meno vicina nel tempo?
«Direi il bando “Piattaforma logistica e digitale per e-commerce per prodotti agroalimentari toscani”, che è finanziato con risorse assegnate alla Regione Toscana dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027 ed è rivolto a finanziare le reti di imprese che vogliono creare o migliorare piattaforme per la commercializzazione online di prodotti agricoli e agroalimentari e attuare servizi di logistica connessi alla piattaforma stessa La richiesta di partecipazione è riservata ai distretti rurali e biologici o loro aggregazioni. Il contributo, in regime “de minimis”, è a fondo perduto fino all’80% delle spese, materiali e immateriali, oggetto dell’investimento. La scadenza della presentazione delle domande è il 19 dicembre 2022. Inoltre, va ricordato che è sempre aperta anche la possibilità di avvalersi di strumenti finanziari nell'ambito delle operazioni per gli investimenti 4.1.6 e 4.2.2  del PSR, attraverso i quali è possibile ottenere prestiti a garanzia gratuita del 50% (quindi non contributi a fondo perduto) per investimenti aziendali, sia nella produzione primaria, sia nella trasformazione. Questo strumento è direttamente attivabile presso gli sportelli bancari convenzionati».
Passando ai bandi regionali non ancora aperti ma in rampa di lancio, che cosa ci può dire? 
«La decisione della Giunta Regionale n. 11 del 24 ottobre 2022 ha aggiornato il cronoprogramma dei bandi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) FEASR per l’anno 2022. I bandi di imminente apertura, in novembre, che potrebbero interessare anche i vivaisti sono i seguenti: 1) Bando sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione”, che ha una dotazione finanziaria di 781.252 euro. La domanda di aiuto può essere presentata solo dalle agenzie formative accreditate che potranno realizzare azioni di informazione anche a beneficio dei vivaisti. L’adozione del bando è prevista entro questo novembre. 2) Bando operazione 4.1.1 “Miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole (Agricoltura di Precisione e digitale)”, che ha una dotazione finanziaria di 8.250.000 euro. Si tratta di contributi in conto capitale, con un tasso di contribuzione pubblica del 75% e fino a una percentuale massima del 90% in base a particolari maggiorazioni, per investimenti, materiali e immateriali, che consentono di introdurre o potenziare in azienda pratiche di agricoltura di precisione, al fine di rendere più efficiente e sostenibile il processo produttivo attraverso l’ottimizzazione nell’uso degli input (fitofarmaci, fertilizzanti, etc.) e delle risorse (umane, mezzi etc..), minimizzando al contempo l’impatto ambientale. L’acquisizione di strumenti per l’agricoltura di precisione, rappresenta un importante elemento di sviluppo futuro per la competitività del vivaismo. Anche l’adozione di questo bando è prevista entro novembre 2022».
Questi saranno adottati ora a novembre. C’è qualcosa di interessante anche a dicembre?
«Il bando operazione 6.4.1 “Diversificazione delle aziende agricole”, che riguarda cofinanziamenti per gli imprenditori agricoli che, realizzando investimenti innovativi all’interno delle loro aziende, contribuiscono a migliorare l’ospitalità rurale agrituristica, oltre a incoraggiare lo sviluppo in dette aree di attività didattiche, sociali e ricreative. L’operazione è finalizzata in particolare a incentivare gli investimenti per attività di diversificazione aziendale necessarie per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo nelle zone rurali integrando il reddito delle famiglie delle aziende agricole. Prevede il cofinanziato di investimenti, materiali e immateriali, per attività di agriturismo, agricampeggio, fattorie didattiche, attività sociali e di servizio per le comunità locali, attività ricreative, sportive, escursionistiche e di ippoturismo riferite al mondo rurale, comprese le attività legate alle tradizioni rurali e alla valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche e attività di eno e oleoturismo. L’attività agricola deve comunque essere prevalente rispetto alle attività di diversificazione. L’aiuto in “de minimis” prevede un contributo in conto capitale con un tasso di contribuzione del 40% e con una maggiorazione del 10% per gli investimenti in zona montana. La dotazione finanziaria è di 5 milioni e 400 mila euro e l’adozione è prevista nel mese di dicembre 2022».
Anche se fuoriescono dalle misure regionali, ci può aiutare a individuare i bandi più adatti ai vivaisti nell’ambito del Pnrr?
«Senza soffermarmi sulle misure a titolarità del Ministero dell’Agricoltura gestite direttamente a livello centrale che sono già scadute - come la cosiddetta “Parco Agrisolare”, quella per lo sviluppo della logistica agroalimentare delle imprese e il V Bando per i contratti di filiera per il settore agroalimentare – vorrei evidenziare che, tra le misure del Pnrr a titolarità del Ministero dell’Agricoltura, l’unica misura che sarà gestita a livello regionale e per cui la Regione risulta Soggetto attuatore è la misura M2C1-I2.3 “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare”, che prevede la pubblicazione nel 2023 di uno specifico bando sulla meccanizzazione agricola, inclusa l’agricoltura di precisione. Per la pubblicazione di questo bando regionale si dovrà attendere oltre al decreto che indicherà la governance della misura e l’allocazione dei fondi tra le Regioni, anche la pubblicazione del bando quadro nazionale e il decreto recante la definizione delle modalità di emanazione dei bandi regionali sulla meccanizzazione. A livello nazionale, le risorse, da ripartire tra le Regioni, per il bando sulla meccanizzazione agricola ammontano a 400 milioni di euro. Tramite tale intervento si intende promuovere la resilienza e rafforzare il settore agricolo e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione europea, riducendo le emissioni climalteranti anche con la sostituzione dei veicoli fuoristrada più inquinanti, inclusi i trattori».
Al di là di tutti questi specifici sostegni e bandi che ci ha fin qui illustrato, ci può spiegare come si prospetta la nuova programmazione regionale del settore agricolo nel contesto della nuova Pac? E’ vero che ci saranno meno margini di manovra per le regioni e questo che cosa comporterà in concreto? 
«Il nuovo ciclo 2023-2027 sarà gestito attraverso uno strumento nazionale, il Piano Strategico della Pac, che fa convergere in un unico documento programmatorio nazionale tutte le opportunità legate ai due fondi Feasr (secondo pilastro) e Feaga (I pilastro). Ogni regione dovrà dotarsi di un Complemento di Programmazione regionale (CSR): un documento regionale attuativo della strategia nazionale, approvata con la Decisione comunitaria sul Piano Strategico della PAC (PSP). Il CSR non assume nuove scelte rispetto al PSP, ma riporta le indicazioni di come la strategia viene declinata a livello regionale, evidenziando la specificità delle scelte che caratterizzeranno l’attuazione nella Regione o nella Provincia autonoma di riferimento».
Questa impostazione come si traduce a livello di procedura?
«Il CSR regionale non andrà allegato al PSP per la sua natura complementare rispetto alle scelte già approvate. Dunque solo il PSP nazionale è oggetto di approvazione da parte della Commissione europea e il negoziato in corso si concluderà nel prossimo mese di dicembre. Il CSR viene approvato con le modalità previste nella Regione o nella Provincia autonoma di riferimento successivamente alla Decisione comunitaria sul PSP nazionale. Prima di tale approvazione il CSR è trasmesso all’Autorità di Gestione (AdG) Nazionale che ne verifica la coerenza con il PSP. Il CSR non è sottoposto a un’adozione nazionale, ma può esserne richiesta una modifica qualora il Coordinamento delle AdG ne ravvisi elementi di discordanza con il PSP, sulla base di un’istruttoria tecnica degli uffici dell’AdG nazionale».
A che punto siamo? 
«Non è ancora stato emanato l'atto nazionale che approva le cosiddette "regole del condominio". Ma, ripeto, ci sarà un'autorità di gestione nazionale e tante autorità di gestione per quante sono le regioni e province autonome, ma solo l'autorità di gestione nazionale si interfaccerà con la Commissione europea. Vi saranno poi tanti comitati regionali di monitoraggio cui spetterà la condivisione delle scelte di attuazione regionali. Però sappiamo che le risorse previste per la Toscana nello Sviluppo rurale (FEASR) per l’annualità 2023-2027 sono 748.813.504 euro di spesa pubblica totale».
Bene, a un occhio inesperto questo nuovo schema di funzionamento pare comportare una riduzione di autonomia delle regioni, è davvero così? Ci può spiegare meglio il significato di questa nuova procedura? 
«La nuova Pac in effetti ridurrà in parte l’autonomia programmatoria delle Regioni rispetto al passato e porterà anche un cambiamento della filosofia del nuovo PSP nazionale dall'attuale approccio basato sulla conformità a un approccio basato sui risultati e la performance. Inoltre, anche se sul fronte FEAGA ci sarà una riduzione significativa delle disponibilità finanziarie per il pagamento diretto dei premi, sono stati introdotti alcuni ecoschemi che supporteranno alcuni comportamenti virtuosi, in senso ambientale, attuati dagli agricoltori e dagli allevatori. Altro elemento significativo è quello della introduzione di nuovi interventi come il nuovo Fondo di mutualizzazione nazionale che, insieme al supporto per le assicurazioni, introduce una copertura mutualistica di base contro gli eventi catastrofali meteoclimatici. Questo sistema rappresenta un nuovo approccio al risarcimento dei danni economici conseguenti alle calamità in difesa del reddito degli agricoltori di fronte al cambiamento climatico».
Questi cambiamenti modificheranno molto la programmazione della Regione Toscana nel settore agricolo? 
«Nel bilancio del periodo di programmazione che si sta per concludere, ci sono stati dei miglioramenti, in termini di efficacia ed efficienza degli interventi, e ci sono state delle voci di spesa in cui la regione Toscana ha agito differentemente rispetto alle altre regioni. Per esempio, nell’attuale programmazione, gli investimenti per il miglioramento della competitività delle imprese e clima/ambiente sono gli ambiti in cui si è investito maggiormente e molta attenzione è stata data anche all'innovazione e alla formazione. Anche l’impostazione del nuovo Complemento di programmazione regionale (CSR), sulla base dei vincoli imposti dalla normativa nazionale ed europea, dovrà tenere conto di queste priorità già attuate e riguardanti in particolare gli investimenti per la competitività delle imprese e il supporto ai maggiori costi derivanti dalle nuove regole di sostenibilità ambientale».
 
L.S.