Il sottosegretario La Pietra al padiglione della Toscana di Vinitaly
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In visita al padiglione toscano di Vinitaly, La Pietra si è detto fiducioso su 2 sfide cruciali per il settore: sostenibilità e stop ad etichette allarmistiche.
Fra i vari esponenti delle istituzioni impegnati in questi giorni a Veronafiere per Vinitaly c’è naturalmente il senatore pistoiese Patrizio La Pietra, sottosegretario di stato al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Floraviva l’ha incontrato oggi mentre era in visita fra i tanti stand del padiglione della Toscana, prima di partecipare a un convegno organizzato dal Crea sul tema “Vigneto 4.0: dalla Toscana arriva Prosit”, l'app che aiuta il viticoltore nella gestione sostenibile delle vigne.
Sottosegretario, la sua impressione su quest’edizione di Vinitaly?
«È un’impressione più che ottima. Al di là del fatto di girare fra questi bellissimi stand e verificare la grande partecipazione di pubblico che c’è, i numeri stanno testimoniando che questa manifestazione è sempre più importante e internazionale. Quasi 4500 espositori da 30 paesi del mondo significa che il Vinitaly, il vino italiano, l’eccellenza italiana è centrale a livello internazionale. Questa manifestazione ne è la riprova».
È un messaggio rassicurante per il mercato vitivinicolo in generale, visto che nel settore ci sono un po’ di paure per certe norme che possono arrivare a livello europeo?
«Diciamo che la paura c’è sempre, però io vedo che il settore è in salute. E per quanto riguarda gli attacchi da qualche nazione europea nei nostri confronti, noi ci stiamo battendo in maniera molto determinata e quindi credo che otterremo un buon risultato anche contando sull’appoggio di altre nazioni che considerano la loro produzione vitivinicola fondamentale per il proprio sistema agricolo. L’Irlanda ha voluto fare questa scelta, peraltro creando anche un cortocircuito istituzionale, perché il Parlamento europeo si era pronunciato in maniera contraria, ma la Commissione europea di fatto ha dato via libera alla possibilità di scrivere nelle etichette delle bottiglie di vino che il vino nuoce gravemente alla salute. Credo comunque che con l’appoggio di tutti i paesi europei che producono vino e che hanno necessità di stoppare questa iniziativa ci possiamo riuscire».
Dato che ci troviamo nel padiglione della Toscana e che lei è toscano, che figura sta facendo la nostra regione quest’anno?
«Sicuramente una bella figura perché gli stand della Toscana sono molto ricchi e poi chi entra in questo padiglione si rende conto che la quantità di etichette di qualità è impressionante. C’è un po’ di competizione con altre regioni. Penso al Veneto, penso al Piemonte. Ma la qualità dei vini toscani è senza dubbio fra le migliori».
Lei sta per partecipare a un convegno che affronterà anche il tema della sostenibilità…
«… è un convegno in cui verrà presentata un’app realizzata dal Crea per dare una mano ai viticoltori, alle nostre aziende vitivinicole. È un’app che ti dice praticamente come sfruttare al meglio la vigna, analizzando il terreno, analizzando la quantità di acqua a disposizione ecc. Cioè è un sistema che cerca di coniugare suolo, clima e attività umana. E questo è stato studiato in Toscana, è un’eccellenza tecnologica toscana. Quindi al momento l’app è, diciamo così, definita sui territori toscani, ma è un esempio virtuoso da seguire anche in altre regioni».
Quindi il settore si sta attrezzando sempre di più anche per la sfida della sostenibilità? Da questo punto di vista le cose vanno bene?
«Certo, anche perché noi stiamo affrontando adesso una battaglia estremamente importante che è quella rispetto ai cambiamenti climatici. O ci attrezziamo dal punto di vista dell’innovazione, scientifico e di sviluppo delle tecniche agrarie oppure saremo costretti a perderla. Ma io sono fiducioso perché c’è una consapevolezza forte di quello che significa l’agricoltura e l’agroalimentare nel nostro paese e in particolare in Toscana».
Lorenzo Sandiford