Il presidente di Cia Pistoia: per noi la sede del mercato unico dei fiori deve essere a Pescia
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Intervista a Sandro Orlandini, a capo della Confederazione italiana agricoltori della provincia pistoiese. Sentito a margine dell’assemblea organizzata da Mefit il 18 novembre all’ex Comicent, illustra la posizione sul mercato dei fiori pesciatino della Cia, che si mette anche a disposizione per dare una mano a risolvere la questione degli ex dipendenti Comicent e ricucire i rapporti con la Regione Toscana.
Tra gli intervenuti all’assemblea del 18 novembre sul tema “Quale futuro per il mercato dei fiori di Pescia dopo il 31 dicembre 2013?” c’era anche Sandro Orlandini, presidente della Confederazione italiana agricoltori di Pistoia e rappresentante del settore agricolo alla Camera di commercio di Pistoia. Floraviva l’ha intervistato al termine dell’incontro per capire meglio la posizione di Cia Pistoia sui temi caldi dell’incontro e più in generale sulle prospettive del mercato dei fiori di Pescia.
Quali sono i problemi principali da risolvere per far funzionare bene il mercato dei fiori?
«Oggi si è parlato delle cose fatte ultimamente, in particolare il miglioramento sul piano dei regolamenti, ché sicuramente è importante avere dei regolamenti più puntuali per gli operatori del mercato. Ma, secondo noi, si dovrebbe migliorare innanzi tutto la struttura, perché è evidente, si è detto stasera un po’ tutti, che se non si riesce a metterla a norma non c’è futuro da nessun punto di vista. Un altro aspetto è la vendita: va bene anche la contrattazione all’araba, ma bisogna studiare anche nuove forme, ad esempio quelle telematiche. E la borsa telematica delle merci può essere un’idea, come è emerso nel dibattito. Allo stesso tempo, riteniamo molto utile anche un lavoro sulla promozione, che purtroppo negli ultimi tempi, per evidenti motivi, presi dall’emergenza della struttura, è mancata totalmente. Quel segnale dato rispetto all’apertura gratuita ai commercianti può essere una base di partenza. Però dobbiamo fare cose anche più strutturate: degli eventi, possibilmente, sul genere della vecchia Biennale del fiore, oppure studiare un marchio per valorizzare la qualità delle nostre produzioni».
La disponibilità pluriennale dell’immobile è così importante?
«E’ chiaro che senza quella non si può neanche fare un minimo di programmazione e quindi è assolutamente fondamentale riprendere questo ragionamento con la Regione Toscana. Poi, dal nostro punto di vista, che sia il Comune o che sia la Regione, l’importante è che ci sia comunque una sicurezza, una certezza su tale aspetto, se no ogni investimento è tagliato in partenza».
E sulla questione del collegamento con le esigenze di tutto il distretto qual è la vostra posizione?
«Noi siamo dentro al distretto. Nel dibattito è stato fatto un riferimento a questo finanziamento che ci era stato richiesto per uno studio sulla logistica (vedi affermazione di Vincenzo Tropiano nel nostro articolo sull’assemblea). Noi, non io personalmente, ma la Giunta della “Camera” di Pistoia non se l’è sentita di finanziare uno studio che dal nostro punto di vista in gran parte era già stato realizzato. Il momento economico difficile ci ha portato a dire: cerchiamo di puntare su qualcosa di più concreto. A nome della Camera di commercio di Pistoia, dico che non ci tiriamo indietro ad investire anche sulla floricoltura, ma su questioni un pochino più concrete. Quello lì a noi pareva che significasse finanziare con cifre importanti una cosa che poi rischiava di rimanere, come altre volte è successo, un bel malloppo di carta. C’era tra l’altro lo studio di Lucense sul distretto, già abbastanza soddisfacente, per cui intervenire con altri 30 mila euro ci sembrava eccessivo».
Sempre a proposito di distretto floricolo interprovinciale, glielo chiedo direttamente: qual è secondo lei la sede giusta per il mercato unico dei fiori?
«Non abbiamo nessun problema a rivendicarlo: non vediamo Pescia senza questa struttura [del mercato dei fiori, ndr]. Per noi questo rimane un punto fondamentale. Poi se servono altre piattaforme logistiche a Capannori o a Viareggio, nessun problema, ma come sede principale noi vediamo questa»
E sul problema dei dipendenti ex Comicent licenziati, che ha indispettito l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, cosa pensate come Cia pistoiese?
«Oggettivamente questa vicenda, a nostro modo di vedere, ha un po’ incrinato i rapporti e ostacolato il percorso che era stato avviato. Quindi una ricucitura è quanto mai auspicabile, anche proprio per risolvere concretamente la situazione degli ex dipendenti del Comicent. Noi ci mettiamo a disposizione per quanto possiamo fare».
Lorenzo Sandiford